Oncologia Uro-Ginecologica Istituto Tumori Napoli

Oncologia Uro-Ginecologica Istituto Tumori Napoli

 
3.1 (4)
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Il reparto di Oncologia Clinica Sperimentale Uro-Ginecologica dell'Istituto Nazionale Tumori Fondazione G. Pascale di Napoli, situato in Via Mariano Semmola 49, ha come Direttore il Dott. Sandro Pignata (s.pignata@istitutotumori.na.it). Il reparto, inserito all'interno del Dipartimento Uro-Ginecologico, è una struttura complessa che svolge attività di diagnosi e cura delle neoplasie della sfera genitale femminile e dell’apparato urologico. Le prestazioni sono erogate in regime di ricovero ordinario, dedicato alla diagnosi, stadi azione delle neoplasie ed iniziale trattamento, in regime di day hospital, per il trattamento medico delle neoplasie con trattamenti standard e sperimentali, ed in regime ambulatoriale (Ambulatorio Multidisciplinare Ginecologia, Ambulatorio Oncologia medica Uro-Ginecologica). Fanno parte dell'equipe dell'unità operativa i dirigenti medici Dr.ssa Carmela Pisano (responsabile U.O.S. Trattamenti Innovativi dell’utero),Dr.ssa Rosa Tambaro (responsabile U.O.S. Trattamenti Innovativi dei Tumori Uroteliali), Dr.ssa Sabrina Chiara Cecere, Dr.ssa Di Napoli Marilena, Dr.ssa Sabrina Rossetti, Dr.ssa Jole Ventriglia, Dr.ssa Anna Passarelli. Collaboratori di ricerca: Dott.ssa Angela Maria Trujillo, Dott.ssa Margherita Tambaro, Dott.ssa Giovanna Mollo, Dott.ssa Marika Forgione, Dott.ssa Emilia Scarpa, Dott.ssa Elisabetta Coppola.

Recensioni dei pazienti

4 recensioni

Voto medio 
 
3.1
Competenza 
 
3.0  (4)
Assistenza 
 
3.0  (4)
Pulizia 
 
3.3  (4)
Servizi 
 
3.0  (4)
Voti (il piu' alto e' il migliore)
Competenza
Assistenza
Pulizia
Servizi
Commenti
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Voto medio 
 
5.0
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
5.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
5.0

Recensione

Carcinoma ovarico sieroso di alto grado al terzo stadio su quattro. Terrore. Orrore. 
Poi.. corsa al Pascale dal Dott. Sandro Pignata che, con il suo staff di uroginecologia, mi salva la Vita. Dopo 4 chemio conosco il dr. Greggi ed il suo staff di ginecologia. Per l'eccellente ripresa mi opera di isterectomia, annessiectomia, appendicectomia + omentectomia radicali. E così, i miei fari protettivi comincio a vederli, ritorno alla vita. 

Ancora 2 chemio, poi la scoperta di essere positiva alla mutazione BRCA1 dopo accurate verifiche da parte dell'oncogenetica del Pascale dove, pure, incontro professionalità meravigliose, la dr.ssa Formisano e tutti loro.

Decido allora di operarmi in regime di profilassi di mastectomia per l'alta esposizione al rischio di contrarre il problema anche al seno. 

Mi decido, mossa da tanta umanità, competenza, professionalità, mossa dall'energia che ritorna, dalle "umane e rare genti" che popolano il Pascale di Napoli, e mi metto in lista d'attesa. 

I BRCA1 mutati sono priorità, perché il rischio è tra il 75 e il 90% di contrarre tumore maligno, dunque mi chiedo cosa stesse accadendo visto che nessuno mi chiamava per l'intervento. Avevo sentito parlare del dr. Rinaldo, del dr. Fucito, della loro bravura, competenza, umanità. Dopo tanto attesa, la visita al seno arriva e, senza neppure porre uno sguardo su di me, conosco il dr. Mori che, con rapidità inaudita, inizia la sua "visita" con una esclamazione sulla mia orribile cicatrice e su chi poteva avermela fatta (la mia cicatrice, viatico della mia salvezza, non se ne può parlare così, mi ha salvato la vita il dr. Greggi e il suo collega... hanno un suono così stonato quelle parole per me!).
Non lo rivedo per svariati mesi, fino a che arriva il tanto atteso prericovero. Il problema, mi dice il dr. Mori, è "che lei ha un tumore al polmone quindi..". Io svengo quasi, salvo poi rinsavire quando la sua segretaria gli dice urlando "ma no dottore lei, non è xxx, è xxx". Evviva la privacy del paziente... e poi si infuria il dr. Mori e molla tutti, va via, niente più visita.

Intanto io riesco ad avere un'eco completa di addome superiore, addome inferiore e mammelle. Ho un nodulo al seno destro, ma l'ecografista scrive, sbagliando, sinistro. 
Il dr. Mori, era martedì, mi dice che devo rifare tutto e ritornare il venerdì solo perché venga modificato l'errore ma bon ..il lunedì, tanto, mi ricoverano per l'intervento. 

Il venerdì ritorno e un nuovo ecografista mi ripete l'ecografia, salutandomi con un sorriso e dicendomi che quel nodulo al seno destro altro non è che un fibroadenoma benigno, di quelli che si vedono 90 volte su 100. Bene penso, me l'ha già detto anche il suo collega, la bravissima dr.ssa all'emicenter dove avevo fatto la Rx. Salgo ed il dr. Mori mi dice che il ricovero di lunedì è annullato perché l'ecografista richiede agobiopsia. 
Ma come?? Scendo giù disorientata, dico all'ecografista "ma come, mi saluta con un sorriso e poi ...". L'ecografista mi dice che la richiesta era del dr. Mori e del suo assistente e che lui non poteva fare altro che eseguire. Ho avuto un crollo mentre la eseguivano, fisico, mentale, emotivo. Loro, ecografisti ed infermiere, così bravi, io sconvolta.
Non si può capire la nostra sofferenza, il nostro dolore, ma almeno si può provare a rispettarci per quanto siamo capaci di affrontare.

Sono stata allora al Regina Elena. Anche lì il mio ricovero fu annullato per l'unico dei problemi mai riscontrati da Mori: neutrofili troppo bassi con pericolo molto alto di contrarre infezioni. Certo.. le chemio e la attuale terapia con olaparib per la mutazione Brca1.

Il miei valori aumentano, la terapia orale olaparib riesco a sopportarla meglio. 

Sono a Roma, appena dimessa dal Regina Elena. È il giorno 14 di gennaio 2022. Sono stata ricoverata l'11, operata il 12 dal dr. Pozzi e dal dr. De Vita. Il mio seno era perfetto per accogliere contestualmente alla mastectomia la ricostruzione con protesi esterne, neppure intramuscolari, i capezzoli salvati. 

Ho ritrovato nell'Ifo Regina Elena di Roma il mio Pascale di Napoli, nello staff della chirurgia ricostruttiva dell'Ifo Regina Elena, lo staff dell'uroginecologia, della ginecologia e dell'oncogenetica del Pascale; ho ritrovato i medici che salvano la Vita, ho ritrovato un luogo dove alla morte ti si ridona la vita.

Patologia trattata
K ovarico sieroso di alto grado.
Voto medio 
 
4.8
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
5.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
5.0

Incredulo. Mi risulta strano

Premesso che mia Moglie è volata in cielo nel Settembre 2014, sono incredulo e mi risulta strano quanto affermato dalla Sig.ra Mendez. Gli oncologi dell'Equipe del Dott. Pignata, sia con me che con i miei figli, compresa mia mMoglie, si sono sempre comportati con professionalità, umanità e disponibilità, in particolare, oltre al Direttore Dott. Pignata, la Dott.ssa Pisano e la Dott.ssa Di Napoli.
Affermo ciò nonostante il dolore che porto dentro per la scomparsa di mia Mogli,e che mi ha lasciato all'età di 58 Anni e della quale ero e sono molto innamorato. Tutto ciò lo preciso come segno di Ringraziamento verso i medici che si sono prodigati per curarla nel migliore dei modi.

Patologia trattata
Tumore Ovarico.
Voto medio 
 
1.5
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
1.0

Accoglienza vergognosa

Non è possibile votare sottozero, altrimenti lo farei, per il reparto uro ginecologico del Pascale, a iniziare dalla managment, sig.ra Apice, che risponde al telefono. La suddetta, priva di qualsiasi sensibilità verso i malati oncologici e familiari, adotta un tono aggressivo, maleducato ed oppositivo: ecco l'accoglienza di questo reparto..
Le dott.sse Pisano e Tambaro si pongono nello stesso modo, e superbe nell'affermare la propria superiorità, grazie alla loro laurea in medicina. A queste signore auguro ottima salute a loro e familiari, sperando che non abbiano mai bisogno di colleghi e personale della loro risma.

Patologia trattata
Tumore al rene con metastasi.
Voto medio 
 
1.0
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
1.0
Servizi 
 
1.0

Senza parole

La paraplegia gliela potevate risparmiare, mia mamma non ebbe paura del cancro, ma quando perse l'uso delle gambe la sua vita finì prima che avanzasse il cancro. E' volata in cielo per una carcinosi peritoneale, ma l'amarezza che mi resta sono i suoi occhi sgranati nei miei quando perse l'uso delle gambe; non è giusto, potevate fare qualcosa, almeno informarci, ne sono sicura. Il neurochirurgo mi disse "se l'avessi portata a gennaio, con quella lesione alla D6 l'avrebbe operata subito"... sarebbe entrata con i suoi piedi nella sala operatoria e almeno lo shock subìto se lo sarebbe risparmiato... Gli ultimi giorni di vita lei mi chiedeva di andare in bagno da sola, mi chiedeva di alzarla in piedi dal suo letto, dove è rimasta immobile fino alla fine, CON PANNOLONI E TRAVERSE; non è riuscita nemmeno a girarsi nel letto per morire accucciata come le piaceva dormire... Non speravo nella guarigione di mia mamma, anche se mai nessuno, tranne il dott. Facchini (medico umano e disponibile) ha parlato chiaro nè con mia mamma, nè con noi familiari...

Patologia trattata
Carcinoma neuroendocrino dell'endometrio.