Endocrinologia Policlinico Federico II

Endocrinologia Policlinico Federico II

 
3.3 (4)
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Il reparto di Endocrinologia, Diabetologia e Andrologia dell'Ospedale Policlinico Federico II di Napoli, situato in Via S. Pansini 5, ha come Direttore responsabile la Prof.ssa Annamaria Colao. Il reparto è un'unità operativa complessa che fa parte del Dipartimento assistenziale di "Chirurgia generale, endocrinologia, ortopedia e riabilitazione". Fanno parte dell'equipe i dirigenti medici dott.ssa Stefania Masone (resp. trattamento integrato dei carcinomi e noduli indeterminati della tiroide), dott.ssa Silvia Savastano (resp. patologie endocrine obesità-correlate), dott. Rosario Pivonello (resp. andrologia medica e medicina della riproduzione e della sessualità maschile e femminile).

Recensioni dei pazienti

4 recensioni

Voto medio 
 
3.3
Competenza 
 
2.5  (4)
Assistenza 
 
3.0  (4)
Pulizia 
 
3.8  (4)
Servizi 
 
4.0  (4)
Voti (il piu' alto e' il migliore)
Competenza
Assistenza
Pulizia
Servizi
Commenti
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Voto medio 
 
2.8
Competenza 
 
3.0
Assistenza 
 
2.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
3.0

Controllo tiroide

Sono andato al Policlinico nel reparto di Endocrinologia - Edificio 1, per un controllo alla tiroide. Come primo accesso mi è stato chiesto di visionare esami del sangue relativi alla tiroide ed ecografia. Non avevo l'ecografia con me perché pensavo che in un policlinico facessero almeno una ecografia.. Avevo gli esami del sangue della tiroide perfetti, ma si sono soffermati sul valore del mio colesterolo e volevano inserirmi nel programma per il metabolismo. Quindi alla fine ho pagato un ticket inutilmente e, se voglio essere seguito da loro, devo spendere altri soldi per esami e ticket. Al centro di tutto non mi è parso ci sia il paziente e il suo problema. Meglio non perdere tempo ed andare subito a Pisa. Inoltre, a mia moglie che era in cura nel reparto della Prof.ssa Colao, le hanno perso anche la cartella clinica. Pronto in qualsiasi momento ad essere smentito.

Patologia trattata
Controllo tiroide.
Voto medio 
 
5.0
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
5.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
5.0

Eccellenza

Esperienza più che positiva. Un anno fa mi è stato diagnosticato un adenoma paratiroideo.
Edificio 1. Endocrinologia. Eccellenza.
Sono stata seguita passo dopo passo dai dottori e dagli specializzandi fino all'intervento. Nulla da eccepire. Vorrei poter citare tutti ma non riesco a ricordare i loro nomi (non me ne vogliate). Su tutti: dott.ssa Modica, dott. Fonderico, dott. Mazzarella, la Caposala, tutte persone preparate, UMANE, generose con grande spirito di comprensione nei miei riguardi (e non solo).
Edificio 7. Chirurgia endocrinologica. Una settimana fa l'intervento. Sono rimasta particolarmente colpita dal reparto, pulito e ordinato, soprattutto organizzato, dal personale medico e paramedico, la Prof.ssa Masone su tutti, la dott.ssa Pasciuto, la caposala Grazia, gli infermieri tra cui il sig. Caiazzo, le persone addette alle pulizie. Ho riscontrato anche qui un elevato senso di professionalità, di comprensione e di umanità.

Siamo soliti criticare e lamentarci delle inefficienze delle strutture pubbliche sanitarie, posso affermare che l'Ospedale Policlinico Federico II è una delle eccellenze della sanità a Napoli.

Patologia trattata
Adenoma paratiroideo.
Voto medio 
 
3.0
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
4.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
4.0

Grave errore in ecografia tiroidea

Fatta ecografia alla tiroide.
Rilevati 4 noduli, poi rivelatisi inesistenti con ecografia fatta da un medico endocrinologo. Si trattava di bolle d'aria COMPATIBILI CON IL QUADRO DESCRITTO NELLE TIROIDITI DI ASHIMOTO, che al tecnico sono sembrati noduli.
Il tecnico ha anche parlato di agoaspirato, cosa che credo possa fare solo un clinico. C'era anche una allieva con lui. Il nome del professionista non lo indicherò.

Patologia trattata
Tiroidite.
Voto medio 
 
2.5
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
4.0

Prima di tutto sei un protocollo..

F.P. viene ricoverato nel reparto di Endocrinologia Clinica, per eseguire un controllo terapeutico, ora attualmente appoggiato al sesto piano dell’Edificio 6. Per il ricovero occorre eseguire l’accettazione all’edificio 1, i quali sportelli aprono alle ore 8:30 (con comodo), qui logicamente bisogna fare una fila! Poi, per il ricovero, bisogna recarsi all’edificio 6 – sesto piano, ma qui ti dicono che devi eseguire prima i prelievi al terzo piano e poi ritornare, tra tutto questo non ti permettono di entrare con l’auto se non hai impedimenti motori, quindi devi aspettare, per ogni spostamento, a partire dall’ingresso, l’arrivo della navetta che fa il giro dell’intera città ospedaliera e stare al reparto entro le ore 9:00; semplice, no? Comunque, dopo tutto ciò, sistemato il paziente F.P. in camera, da premettere che è stato appena dimesso, il 17 aprile 2014, dal reparto di psichiatria, al terzo piano dell’edificio 18, dopo un ricovero durato 40 giorni circa, con regolare dimissione dei medici accompagnata dalla prescrizione farmacologica. Alla prima visita d’ingresso, viene chiesta la consulenza psichiatrica (nonostante sia già presente in cartella un riepilogo generale di tutti gli esami e le terapie eseguite nel ricovero appena terminato), “si esegue un protocollo”, e dopo la consulenza, il paziente viene classificato come “soggetto pericoloso” (non si valuta il paziente soggettivamente, il “perché” ha detto una “certa considerazione” di qualche Medico che riveste un ruolo un po’ più in alto, forse in riferimento all’esperienza vissuta da ricoverato? Non fa comodo sentirla dire, specialmente in un altro reparto, i panni sporchi si lavano in famiglia, ne vale la faccia di qualche Dottore). Il dott. psichiatra che effettua la consulenza (non il medico che lo ha seguito da ricoverato) dichiara che deve essere sorvegliato 24 ore su 24 e, vista l’inesistenza di tale possibilità, la Dott.ssa Biondi di turno ritiene “indispensabile”, sempre secondo un “protocollo”, il trasferimento al reparto di psichiatria contro il suo consenso, senza sentire il parere dei familiari, lasciando parte degli effetti personali lì, con la scusa di andare a fare una TAC, senza considerare che F.P. aveva accettato il ricovero in endocrinologia a condizione che di psichiatria non ne avrebbe voluto sentire assolutamente, e al momento stava intraprendendo un discorso di vita sociale presso una casa famiglia attrezzata. E dopo? Quando si rende conto di essere stato trasferito? Trattato come uno diverso? Un emarginato? Uno “scartato”? Ma cosa importa, però ho eseguito il protocollo. Io penso che, se un soggetto ha un problema cardiologico, non debba fare la stessa cura di uno che ha il mal di pancia, non gli si somministra lo stesso farmaco, è così? I familiari sono stati avvertiti telefonicamente di tutto ciò, ma solo dopo aver già deciso il tutto, e anche avendo detto che sarebbero andati a prenderlo in serata firmando la dimissione e di non autorizzare il trasferimento, è stato comunque trasferito con l’inganno. Ma con chi o cosa (a questo punto bisogna dire) credete di avere a che fare? E la dignità altrui? Conclusioni: Tu paziente al Policlinico Federico II di Napoli, ricordati che prima di tutto sei un “protocollo”.

Patologia trattata
Morbo di Cushing.