Dettagli Recensione

 
Ospedale Vito Fazzi di Lecce
Voto medio 
 
2.5
Competenza 
 
3.0
Assistenza 
 
2.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
1.0

Sorella di paziente

Se purtroppo vi troverete come me nella stessa maledetta situazione di dover affrontare il vostro peggiore nemico chiamato "Tumore", sappiate che per assurdo gli attori non sono tali, la scenografia futurista non vi proietterà nel futuro, i profumi annebbieranno costantemente i vostri sensi. Vi troverete tra il confine della maledetta realtà e la surreale "Fantamediscienza".
Marzo 2017 - Polo Oncologico di Lecce: mio fratello di 52 anni purtroppo è malato di tumore al polmone al quarto stadio. Io, tornata dall'estero, entrai per la prima volta in questo edificio piccolo e per alcuni versi rassicurante. Si aprirono le porte e mi invase un profumo che mi annebbiò (anche per il calvario che si passa in quei momenti) la mente. Guardando intorno notai subito una grande sala con sedili di pelle rossa, un arredamento moderno, per alcuni versi futurista, dove le persone con grande dignità affrontano il loro nemico aspettano il turno per la chemioterapia. Tutti sapevamo che la situazione di mio fratello era alquanto grave, ma ci avevano comunque detto che, essendo un uomo forte e ancora giovane, ce la poteva fare. Finiti i cicli di chemio lunghi e devastanti, ci viene detto che entro dieci giorni lo avrebbero chiamato per il ricovero, anche perché da lì a poco non avrebbe potuto più camminare (causa crollo vertebrale), ma che comunque ciò si sarebbe potuto risolvere con una operazione (vertebroplastica). Il tempo, che è determinante per chi si trova in quelle situazioni, passa e passano anche i dieci giorni fra sofferenze indescrivibili e attese inutili, ma determinanti. Allora decidiamo di ricoverare mio fratello attraverso il pronto soccorso, anche perché la situazione stava precipitando. Otto ore di attesa di calvario con dolori allucinanti e allucinazioni, incredulità, senso di impotenza, sgomento. Ci ripetevano che da lì a poco si sarebbe liberato un posto. Andiamo direttamente in ospedale dove troviamo una dottoressa (unica in quel momento) con un flebo attaccata al braccio. Dopo un attimo di incredulità, le spieghiamo la nostra disperata situazione, e lei ci risponde che il suo turno era terminato e che la situazione di mio fratello sì era grave, ma non disperata e non soffriva di leucemia. Si fa davvero fatica in quei momenti a rimanere lucidi e calmi. Facciamo comunque sapere alla dottoressa che non ci saremmo mossi da lì e allora finalmente ricoverano mio fratello.
Purtroppo la situazione precipita, a mio fratello vengono fatte le cure da protocollo (per chi si ammala di tumore, c'è un protocollo per tutti). Io mi chiedo: ma può valere un protocollo per tutti?
Poi a fatica ogni giorno riuscivamo ad avere qualche informazione se si vedeva un miglioramento, che non veniva quasi mai considerato. Dottoresse che ti rispondevano che se volevamo un miracolo avevamo sbagliato cappella.. Abbiamo insomma trovato carenza di umanità, solidarietà, compassione, amore, gentilezza, che sarebbero invece la cura migliore di ogni protocollo per ogni malattia del mondo. Mio fratello purtroppo, dopo tanta, tanta sofferenza, non c'è più, spero sia in un mondo migliore dove l'unico protocollo da seguire sia sia L’AMORE.

A mio fratello Franco.

Patologia trattata
Adenocarcinoma Polmonare.

Commenti

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Inviato da selene
26 Luglio, 2021
Proprio così, all’inizio parole rassicuranti e subito dopo l’abbandono. Quando non possono fare altro, dovrebbero, come dici tu, metterci l’umanità e il Cuore.
Loro invece… zero.
Inviato da Ilaria
17 Luglio, 2022
Mi dispiace moltissimo per la perdita, anche il mio papà è morto per un microcitoma polmonare senza nessuna possibilità di cura... Dopo 10 giorni dalla scoperta di questo male è morto, in questo reparto, solo... Mia madre dopo essere stata sottoposta a 2 tamponi è potuta stare accanto a mio padre solo 10 minuti, mentre noi figli fuori dal reparto a salutare papà per la ultima volta con una videochiamata whatsapp! Ah... Siamo stati anche fortunati!! Sì, perché se non fossi andata in ospedale, perché quel giorno avevo una strana sensazione, mi avrebbero avvisato una volta morto... Senza parole.
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