Dettagli Recensione

 
Ospedale Luigi Sacco di Milano
Voto medio 
 
5.0
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
5.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
5.0

Ottimo reparto

Non sono bravo a scrivere, ma dopo tanti anni che vado li ho imparato anche tante cose. Io ogni due per tre ne ho sempre una nuova.. ma chi ti vuol bene accetta di portarsi questa croce con il cuore. La Laura è una di questi. Mica tutti sono cosi. Se il dottore si mette il camice e parla come se avesse in bocca un registratore, è come quei personaggi inglesi con in testa una parrucca, dove i finti capelli nutrono il personaggio che vuole essere. Qualsiasi cosa sia è finto...come i suoi capelli. Invece la Laura non ha la parrucca, ho provato a tirarli, credetemi. Lei e altri che ho conosciuto, dal dott. Mena (non c'è più ora) alla dottoressa Galimberti, sono veri e speciali.

Patologia trattata
Hiv;
Hcv;
polineuropatie;
esofago di Barrett;
psichiatria;
demenza senile.

Commenti

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Inviato da cristina zulu
30 Marzo, 2018
E' un ospedale che non riconosco più. Ora c'è ancora qualche dottore in gamba che se hai fortuna ti può capitare. Essere pazienti oggi è una cosa diversa. Non è più una questione patologica, ma purtroppo politica.
Nei grandi ospedali la cura è uno standard, mentre la ricerca un'eccellenza. Lo standard è qualcosa di molto triste perché non va oltre l'aderenza dei farmaci. C'è qualche paziente che si è spinto oltre considerando che la risposta dell'organismo deve essere monitorata. Questo non significa valutare una tipizzazione linfocitaria, ma rafforzare e mantenere i vari organi funzionali. L'aderenza è un metodo cinico che preclude la possibilità dell'organismo di ricaricarsi, imparare, discernere e soprattutto gestire il farmaco. Provate a fare un esame che prevede la concentrazione dei farmaci nel sangue dopo molti mesi di totale aderenza. Rimarreste sorpresi nel vedere le sovra-concentrazioni. Ciò provoca un risultato contrario dal punto di vista terapeutico. Quello che serve, finora, è la replicazione del virus e non il sovraccarico degli organi preposti alla pulizia dell'eccesso. I reni, almeno i miei, funzionano come un caterpillar collaborando con i loro colleghi. La conclusione è che non servono grandi ospedali con poli universitari quando i docenti sono mummie dell'era paleolitica. Al Sacco ce ne sono diversi.
Auguro a tutti i pazienti, se possono, di leggere, capire, informarsi.
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