Dettagli Recensione

 
Ospedale Policlinico Tor Vergata di Roma
Voto medio 
 
4.8
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
4.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
5.0

Grande professionalità

Mio marito è stato ricoverato in questo reparto nell'aprile del 2019. Purtroppo non ce l'ha fatta, ma questo non è dipeso dalla scarsa professionalità del medici del reparto, ma dal fatto che è stato ricoverato in condizioni veramente molto critiche ed irrecuperabili. Quando arrivammo al reparto, mio marito era già gravissimo, e nonostante i medici si siano prodigati al massimo, non è stato possibile salvarlo. Vorrei, tuttavia, esprimere il mio plauso per la grande professionalità mostrata da tutto il personale (medico e infermieristico) e per la grande umanità di cui tutti hanno dato prova nel trattare con i parenti del ricoverato, soprattutto in una condizione così critica. In particolare, vorrei esprimere la mia stima per il dott. Domenico Samà, un grande professionista, ma soprattutto un uomo di notevole sensibilità e tatto ed incredibile capacità di trattare i parenti e di porgere loro anche le brutte notizie. L'unica nota di demerito del reparto è la presenza di una infermiera che tratta i parenti malissimo, anche quando le situazioni sono molto critiche. Non mostra il minimo tatto, né alcuna capacità di empatizzare con i congiunti di un paziente che è in fin di vita. Dovrebbe cambiare reparto.

Patologia trattata
Emorragia cerebrale.

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Inviato da Mastrofrancesco Carla
02 Agosto, 2019
La nostra esperienza è diversa. Abbiamo portato mia madre al pronto soccorso dell'ospedale di Tor Vergata il 31/07/2019, con difficoltà di linguaggio. Nel tardo pomeriggio il neurologo in servizio, dopo TAC, ha risolto si trattasse di una paziente iposodica. La mattina la diagnosi è stata confermata dalla dottoressa in servizio in quel momento, parliamo della mattina del 01/08/2019. Dopo aver passato la notte in sala d'aspetto e non aver più rivisto nostra madre, facciamo rapidamente ritorno a casa per essere di nuovo in struttura per le 12.00 circa. Quindi chiediamo di nuovo notizie su nostra madre e ci viene riferito che la dottoressa in questione, di cui oggi 02/08/2019 fanno difficoltà a dire il nome, ha richiesto una seconda TAC ma non ci viene data motivazione ed anzi, ci viene detto che la paziente è stabile e questo è un fattore positivo. Alle 12.00 del 01/08/2019 non ci viene ancora concesso di vedere nostra madre ed un'altra infermiera continua, in modo brusco, a confermare lo stato positivo di salute della nostra mamma. Alle 18.00 finalmente entriamo per trovare nostra madre con un ictus, labbra bianche secche, fissata ad una lettiga. Dopo un momento di panico ci rivolgiamo alla solita dottoressa e alla richiesta di spiegazioni sul perché non fossimo state informate, essendo rimaste sempre in scala d'attesa, risponde che i sanitari non sono tenuti a fare ciò, in modo a dir poco scortese. Al cambio turno il team di infermieri e la dottoressa cambiano, subentrando in particolare la dott.ssa Francesca Fattore (dirigente medico pronto soccorso), che con umanità e professionalità ci spiega l'accaduto e ci permette di avere spiegazioni anche a tarda notte. Oltre al maltrattamento descritto, dobbiamo sospettare anche una errata diagnosi e forse un irreversibile errore di valutazione a carico della salute di nostra madre?
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