Dettagli Recensione

 
Ospedali e case di cura a Palermo
Voto medio 
 
2.3
Competenza 
 
3.0
Assistenza 
 
2.0
Pulizia 
 
2.0
Servizi 
 
2.0

Reparto di Medicina Interna S.Raffaele Giglio

L’U.O. di Medicina Interna del San Raffaele Giglio di Cefalù diretta dal Dr. Ennio La Rocca avrebbe tutte le potenzialità per poter esser un punto di eccellenza sia per il sud Italia che a livello nazionale. Il problema è che la mentalità con cui si gestisce il reparto è sempre la solita riscontrata nel “disgraziato” sud: un po’ di approssimazione e superficialità non mancano mai. E’ vero che a confronto con altre realtà del territorio palermitano e del sud in genere, il San Raffaele Giglio può essere considerato un hotel a 5 stelle per struttura e servizi e un ospedale con medici alla Dottor House (in Sicilia, in Calabria.. ci sono situazioni che fanno drizzare i capelli), però è pure vero che da un reparto di medicina che porta il nome (ancora per poco) di San Raffaele, ci si aspetterebbe molto di più. Come detto sopra, se il reparto e le stanze dei degenti venissero lavate sia la mattina che il pomeriggio e almeno una volta a settimana si disinfettassero: porte, mura, letti, comodini, armadi... sicuramente la probabilità di contrarre infezioni ospedaliere si ridurrebbe di molto. Attualmente la probabilità di prendere infezioni, e quindi febbre, è molto alta, soprattutto per gli anziani con scarso sistema immunitario che vengono ricoverati anche insieme al altri pazienti con malattie potenzialmente infettive: polmoniti, bronchiti.. Gli anziani immunodepressi dovrebbero essere ricoverati in stanze isolate.

Se tutti gli infermieri professionali e OSS indossassero sempre i guanti e se si installassero in ogni stanza dei dispenser con gel igienizzante (questo andrebbe fatto in tutti i reparti di tutti gli ospedali), anche questo contribuirebbe a diminuire la probabilità di diffondere bacilli e batteri da un paziente a l’altro, cosa che al momento capita spesso.

Quasi tutti gli anziani ricoverati in questo reparto contraggono febbre e alcuni sono passati in setticemia e qualcuno è pure deceduto.

Sono soprattutto i piccoli-grandi accorgimenti che fanno la differenza tra un reparto che funziona e un altro che va meno.

Poi vorrei capire il perché dalle 20:00 alle 8:00 del mattino nel reparto non c’è un medico di guardia. Alle 20:00, allo scadere del turno, il medico si dissolve, se qualche malato si sente male, gli infermieri chiamano il primo medico disponibile del pronto soccorso che, anche leggendo la cartella clinica del paziente in questione, non conoscerà mai lo stesso come lo può conoscere uno dei medici dell’equipe del reparto, e quindi potrebbe anche commettere degli errori che non commetterebbe il medico di reparto. E poi è inconcepibile che il medico del P.S. debba lasciare i suoi pazienti per andare a soccorrere altri pazienti di un reparto ospedaliero. E fra l’altro nel soccorrere quest’ultimi non sarà neanche tanto lucido perché avrà sempre l’ansia di tornare in P.S. a continuare ad assistere i suoi di pazienti.

E’assurdo che in un ospedale una persona ricoverata che dovrebbe essere seguita 24 ore su 24 dagli stessi medici, dopo le 20:00 si venga a trovare nelle stesse condizioni in cui si viene a trovare normalmente a casa quando dopo le ore 19/19:30 il proprio medico base chiude l’ambulatorio e ha a disposizione la guardia medica o il pronto soccorso.

Vorrei sapere perché è così. Forse è per risparmiare le 12 ore di lavoro notturne di un medico, o perché si ritiene che di notte la gente non possa stare male?

Patologia trattata
Patologie internistiche da trattare in reparto di Medicina.
Punti di forza
Il nome dell'ospedale: San Raffaele-Giglio, grandi potenzialità, però poco fruttate.
Qualche medico bravo.
Alcuni infermieri bravi e professionali.
Punti deboli
Il reparto di medicina e le stanze dei degenti vengono lavate solo la mattina. Nel pomeriggio si da solo un colpo di scopa, una pulita al bagno e via.
Dalle ore 20:00 alle 8:00 del mattino non c'è alcun medico di guardia. Per le emergenze, rivolgersi al pronto soccorso. Un po' come quando si è casa.
Una parte di OSS svogliati e poco inclini ad aiutare i pazienti anziani più bisognosi.
Alta probabilità di contrarre infezioni ospedaliere anche tra le peggiori, quindi febbre, la cui origine può risultare sconosciuta anche per lunghi periodi.

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