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Il peggiore pronto soccorso della mia vita
Arrivato la notte del 9 gennaio in ambulanza per cause: cefalea acuta, senza forze, incapace di temete gli occhi aperti per via della luce e forte fastidio acustico. Principalmente mi ero rivolto al 118 perché svegliandomi di notte l'occhio sinistro mi ha iniziato a dare problemi con la vista. Detto ciò vi spiego in breve perché questo ospedale non è accessibile: mi hanno accompagnato in ambulanza e senza preoccuparsi se potessi stare in piedi o meno mi hanno scaricato lì e sono andati già. L'infermiera mi registra e poi mi sbatte in sala d'attesa dove ovviamente sono stati lasciato lì a soffrire per tutti gli acciacchi. Ad un certo punto un eroico infermiere esce per vedere chi fosse il paziente di Catania (io) e con tanta indifferenza, dopo avermi misurato la pressione per la quarta volta in un'ora (pressione stabile dal mio arrivo) mi rimanda fuori ad attendere l'unico paziente che avevo davanti, esattamente alle 4.35 di notte. Alle 7.30 vengo nuovamente chiamato ma sempre per misurare la pressione. Chiedevo all'infermiera di poter parlare con un medico, e con molta strafottenza mi riferisce che quello che può fare lei è misurarmi solo la pressione. Morale della favola? Non è vero che c'è carenza di personale, è che quelli che ci sono non sono tutti preparati e l'ospedale in questione, come tanti altri, non rispetta alcun codice etico.
Ps. In compenso la signora delle pulizie ha pulito!
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