Dettagli Recensione
Disorganizzazione e disservizi
Ho 74 anni, sono obeso, affetto da BPCO e con un tumore alla prostata.
Dopo una prima visita di un giovane chirurgo che appare fiducioso della riuscita di un intervento chirurgico in robotica a 35 gradi (a testa in giu’) su di me paziente obeso, 74 enne e BPCO, vengo convinto dei grossi rischi che tale intervento comporta da una scrupolosa anestesista, che mi consiglia di procedere invece con la radioterapia.
Cerco quindi di fissare un incontro con la primaria del reparto di radioterapia, che non e’ pero’ disponibile a breve tempo. Di conseguenza fisso l’appuntamento con un altro medico, che si rifiuta di darmi il numero del suo telefono cellulare; mi dà invece i numeri delle sue 2 segretarie, Roberta e Agnese, che si rivelano del tutto inutili in quanto le stesse non rispondono mai al telefono. E’ quindi un medico ed un intero reparto dell’ospedale irreperibile telefonicamente.
Dopo circa 15 giorni vengo convocato al San Raffaele - che come e’ noto dista 45- 50 minuti dal centro di Milano -
per fare un posizionamento per la PET alle 8:30; questa operazione richiede circa 10 minuti. L’appuntamento successivo per la PET PSMA e’ fissato dopo oltre due ore e mezza, alle 11:10 attendo dunque in una sala affollata da 15- 20 persone su sedie di ferro molto scomode e con un unico bagno per uomini, donne e portatori di handicap (sudicio e privo di serratura!). Quando finalmente vengo chiamato, mi si richiede il pagamento di € 1.370,00 per sottopormi alla PET da alcuni di loro definita di “ultima generazione”. Dopo circa 20 minuti un medico, alquanto nervoso, assolutamente privo di empatia e di buone maniere, con l’aiuto di un’assistente mi inietta la soluzione radioattiva dicendomi che avrei dovuto aspettare altre 2 ore sulle stesse sconfortevoli sedie di ferro.
Riesco fortunatamente a farmi assegnare un lettino e dopo circa 2 ore e mezzo mi chiedono di avviarmi verso la macchina di “ultima generazione”. A parte l’evidente sporcizia della stessa macchina, infilandomi sdraiato all’interno noto anche delle ragnatele che pendono dalla parte alta del tunnel. Chiedo ragguagli sull’eta’ di questa macchina e mi viene spiegato che si tratta di un esemplare almeno ultradecennale.
Per finire vorrei ricordare il lunghissimo percorso che pazienti ed accompagnatori devono affrontare all’esterno e all’interno di questo ospedale senza alcun mezzo, (trenino o tapis roulant) se non le proprie e spesso malandate gambe.
Commenti
Altri contenuti interessanti su QSalute