Dettagli Recensione

 
Ospedale San Gerardo di Monza
Voto medio 
 
2.3
Competenza 
 
3.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
2.0

Gravidanza e parto

Sono stata seguita dall'ospedale San Gerardo di Monza per la mia prima gravidanza. Sembravano tutte molto gentili e carine. Arrivata a termine gravidanza arrivano i problemi... A 41 settimane iniziano le contrazioni forti e dolorose ed ogni 5 minuti. Mi reco per tre notti di fila al pronto soccorso ostetrico e, dopo il tracciato e visita (dove mi fanno per ben 2 volte lo scollamento delle membrane senza consenso) mi rimandano a casa tutte e tre le volte dicendomi di fare una doccia calda. Ormai ero stremata, quando il venerdì decidono di ricoverarmi. Mi portano in stanza, chiedo la fitball che mi portano prontamente. L'ostetrica di turno a volte rimaneva in stanza con me, ma l'aiuto è stato davvero minimo.. Tenevano la mano sulla pancia per sentire le contrazioni e ogni 12 ore mi facevano fare una doccia calda. L'ultima l'ho fatta piangendo, ero stremata e non dormivo da 4 notti. Il sabato mattina mi visitano, ero ancora a 3 cm. mi dicono che per smuovere le cose mi avrebbero portata in sala parto; chiamato l'anestesista, ho rotto il sacco e mi hanno dato l'ossitocina. Dopo sei ore da questo non mi avevano ancora portata giù, ero ancora in camera ad urlare dal dolore.. Al mio 4° sollecito mi portano in sala parto, dove quasi mi costringono ad entrare in vasca; continuavano a dire che mi avrebbe aiutata, ma io volevo l'anestesia. Hanno insistito talmente tanto che alla fine acconsento ad entrare in vasca. L'acqua non mi ha aiutata, se non un pochino all'inizio. Rimango così 3 ore tra un urlo ed un "non ce la faccio più"... Alla fine urlo all'ostetrica (troppo giovane secondo me) di chiamare l'anestesista (e le chiedo anche scusa per essere stata scortese). Mi fanno uscire dalla vasca, mi fanno l'anestesia, rompono il sacco e mi mettono la flebo di ossitocina. Dopo poco ricomincio a sentire dolore, mi fanno 3 dosi di anestesia; non sento più le gambe e stremata mi addormento. Fortunatamente c'è il cambio turno, arriva un'ostetrica molto brava che mi ha dato una forza e la grinta che ormai avevo perso. Ancora non sentivo le gambe, ma dopo circa un'ora nasce il mio piccolino forte e sano. Mi portano in stanza, dove mi dicono che avrebbero tenuto loro il bambino per la notte per farmi riposare. Dopo due ore, l'ostetrica mi sveglia per attaccarmi nuovamente il bimbo al seno. Segnalo che ho tanto dolore al seno e che era diverso, ma mi dice "da qui vedo che è corretto". Mi sveglio al mattino con il capezzolo tagliato a metà con il segno della gengiva. Era l'unico seno dove riusciva ad attaccarsi perché l'altro capezzolo è troppo piccolino. Mi dicono di attaccarlo lo stesse anche se sanguina, un dolore immenso... Per l'altro seno mi danno mille indicazioni, ma nulla funziona. Dopo qualche giorno decido di acquistare autonomamente il copri capezzolo per far attaccare il piccolino ad entrambi i seni. Lo tengo sempre attaccato, ma piange sempre per la fame. Dopo 3 giorni aveva perso troppo peso e mi danno l'aggiunta. Lui riprende peso, mi fanno fare il tiralatte ogni 3 ore. Quando speravo di poter tornare a casa con il mio piccolino, arriva la montata lattea con un'infiammazione del seno rosso, gonfio e dolente.. Inizia un nuovo calvario.. mi danno antidolorifico per spremere il seno manualmente, tiralatte anche di notte e piccolino tenuto sveglio per poppare e drenare il seno. Ero talmente stanca che di giorno mi chiudevo in bagno a piangere. Non ho visto nessuna umanità o supporto nei miei confronti. Dopo quasi una settimana finalmente arriva il giorno delle dimissioni. con indicazioni confuse su tiralatte sì o no, perché infiamma? Ogni ostetrica dava indicazioni diverse. Alla fine a casa con calma con il mio piccolino e il supporto del mio compagno, abbiamo risolto, ma non mi sento di dire di aver ricevuto supporto o aiuto in reparto.

Patologia trattata
Gravidanza, parto.

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