Dettagli Recensione

 
Ospedali e case di cura a Bari
Voto medio 
 
5.0
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
5.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
5.0

Esperienza spiacevole chirurgia 2

Sono stata ricoverata presso il vostro ospedale il giorno precedente alla Domenica delle Palme, passando attraverso il pronto soccorso, dove mi sono state prestate immediate cure e mi è stata diagnosticata una forte infezione alla ferita post operatoria in seguito ad un intervento per laparocele effettuato a gennaio u.s. sempre presso la vostra struttura.
Dal pronto soccorso sono stata trasferita presso il reparto di Chirurgia 2, in quanto non c'era disponibilità di posti letto in chirurgia 1, reparto dove operano i medici che mi hanno seguita prima e dopo l'intervento.
Dopo una prima accoglienza nella norma, è cominciata una esperienza che a tutt'oggi ricordo con molto dolore.
Abito in una zona residenziale nella campagna alla periferia della città, popolata anche da cani (randagi e non) gatti, volatili e topolini, per cui nel terreno può esserci la presenza di parassiti.
È successo che, presumibilmente attraversando il mio giardino, una zecca si sia insinuata fra i miei vestiti e proprio al pronto soccorso è stato individuato questo ospite sgradito sul mio corpo.
So che il suggerimento di mettermi in isolamento è partito dalla Direzione Sanitaria, ma non voglio e non posso credere che sia stato suggerito al personale infermieristico di usare atti discriminatori nei miei confronti, nè di trattarmi come se fossi "l'ultima dei reietti" che è quanto è realmente successo.
Dopo pochi minuti dal mio ingresso in reparto, ho visto arrivare nella stanza due infermiere bardate come se dovessero entrare nella centrale di Chernobyl o in un lebbrosario, hanno smantellato e portato via il letto dell'altra degente e, alla mia richiesta di spiegazioni, hanno risposto che io avevo le zecche e dovevano salvaguardare il benessere dell'altra paziente.
Sono uscite chiudendo la porta e da quel momento è fino alla mattina successiva non è entrato più nessuno. Faccio presente che sono arrivata al pronto soccorso con la febbre a 40, la pressione bassissima e un foro nell'addome che espelleva liquidi fetidi e putrescenti, e nessuno si è occupato di verificare le mie condizioni fisiche, nè se avessi necessità di essere medicata e ripulita.
Solo in mattinata ho visto arrivare un volto amico, il Dr. Giovanni Di Palma che, preso atto delle condizioni in cui versavo - pigiama e lenzuola intrise dei liquami che uscivano dal mio addome - ha richiesto con fermezza assistenza per ripulirmi e medicarmi. A tutto ciò, considerata la mia prostrazione fisica e psicologica, non sono mancate parole di incoraggiamento e conforto e due carezze sul viso. Mi sono sentita quasi meglio.
Dopodiché è ricominciata l'attesa.
Due colazioni mai arrivate, un pranzo e una cena arrivati freddi e in ritardo rispetto all'orario consueto, qualcuno che ritirasse gli avanzi che invece hanno infastidito l'aria fino al mattino successivo, una medicazione, una parola gentile, uno sguardo compassionevole... niente!
Alle 13.15 della domenica, mio marito ha chiesto agli infermieri di medicarmi, alle 14.15 considerato che non veniva nessuno, ho suonato il campanello; alle 14.30, esasperata dall'indifferenza e dalla lunga attesa, sono uscita dalla stanza per rinnovare la richiesta di medicazione e mi sono sentita urlare contro da un infermiere che loro stavano lavorando e che non potevano scappare per esaudire la mia richiesta e che, peraltro, non ero autorizzata ad uscire dalla stanza e che dovevo restarci chiusa dentro.
Ora: ho 63 anni e le spalle larghe, molte le situazioni che a muso duro ho dovuto fronteggiare nel corso dei miei anni, ma queste persone sono riuscite a farmi singhiozzare come un infante.
Finalmente la mattina del lunedì sono stata trasferita in Chirurgia 1, dove mi sono state immediatamente prestate cure dal Dr. Novelli, del quale apprezzo e ammiro la competenza ma, soprattutto, l'umanità e l'empatia con cui si approccia ai pazienti che segue. Da quel momento è stato un continuo andirivieni di medici e infermieri, chi per medicarmi, chi per controllare il mio stato fisico, chi per chiedermi se stessi bene e se avevo necessità di qualcosa. Un'ondata di professionalità e compassione, tutta un'altra storia rispetto al reparto precedente, eppure anche loro erano a conoscenza della zecca.
Concludo dicendo che, malgrado l'esperienza traumatica, il Miulli resta per me l'eccellenza pugliese e che non esiterò a ricorrervi qualora dovessi averne necessità, fermo restando che se finissi nuovamente ricoverata in Chirurgia 2 non esiterei un solo istante a firmare le mie dimissioni. Rinnovo la mia gratitudine al Dr. Novelli, al Dr. Di Palma.

Patologia trattata
Laparocele.

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