Dettagli Recensione

 
Ospedali e case di cura a Torino
Voto medio 
 
2.8
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
4.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
2.0

Pronto soccorso per stato confusionale e assenza

Qualche giorno fa, in mattinata uscendo dal posto di lavoro, ho avuto i primi sintomi di una crisi di disorientamento spaziale e soprattutto temporale. Non essendo la prima volta, sono andata subito a casa e ho aspettato che passasse.
Purtroppo il malessere peggiorava sempre più. La situazione in cui mi trovavo è difficile da spiegare, nonostante mi sentissi "fuori dal mondo", non comprendessi ad esempio in quale momento della giornata fossi, capivo perfettamente di stare molto male.
Ho provato a mettermi supina, a togliere il cuscino, a bere due gocce di Cointreau in quanto vasodilatatore (ricordo un mio professore che raccontava di essersi salvato da un infarto, ma, ahimè, quel dito di alcoolico sarebbe stata causa da lì a qualche ora di un dolore ben diverso).
Stavo tanto male, non ero agitata, ma ho temuto addirittura per qualche istante di morire, ho telefonato all'Ospedale Maria Vittoria ed è arrivata un'autoambulanza.
All'arrivo, come per miracolo, il disturbo aveva lasciato il posto a spossatezza. Ricordai in quel momento che i neurologi consultati precedentemente mi avevano consigliato, nel caso si fosse ripetuto un simile episodio, di andare al pronto soccorso e fare eseguire subito dopo l'attacco un EEG, unico modo che poteva aiutare a far capire loro la possibile causa - erano infatti negative tutte le analisi fatte fino a quel momento.
La Dottoressa che mi ha accolto mi ha detto che le risultava una cartella clinica di un ricovero mio al pronto soccorso nel 2004, ben dieci anni prima, come lei continuava a sottolineare, relativo ad un episodio di amnesia transitoria e che eravamo ormai nel 2015 e che quindi io non avevo alcun problema se ancora ero lì vigile e presente."Perché così io la vedo. Forse", diceva la Dottoressa rivolta a me, "lei è un tipo apprensivo".
A nulla è valso riferirle che l'attacco attuale faceva parte di molti altri diversi per caratteristiche dall'amnesia transitoria del 2004, a nulla è valso l'averle detto che il neurologo voleva facessi un'analisi, non ricordavo quale, che andava eseguita subito dopo il sintomo in un pronto soccorso. La Dottoressa continuava a dire "Però che memoria! Ricorda pure che la prima amnesia l'ha avuta nel 2004. Vuole che le faccia un'analisi, che analisi? Una TAC...?" e ancora aggiungeva che non potevo presentarmi per richiedere una tac o quant'altro.
Le ho riferito poi, per cercare di convincerla del mio precedente malessere, l'episodio di avere bevuto mezzo dito di alcolico. Lei ha ascoltato, ha detto che potevo andare, che avrebbe provveduto il mio neurologo a indagare sull'evento.

La Dottoressa però, prima che andassi, dopo un breve consulto con altri, mi ha fatto richiamare per un prelievo del sangue.
Fatta l'analisi mi ha congedato senza spiegare nulla sull'analisi, sul perché, sull'esito... Mi ha lasciato solo il tempo di dirle: "Ora ho ricordato, il neurologo consigliava un EEG".
Risposta:"EEG alle 16.17? Lei mi chiede un EEG alle 16.17? A quest'ora... ”.
Mi arrendo, sto per uscire e guardo la cartella clinica, vedo: analisi del sangue P. etanolo e ancora "la paziente non accusa alcun mal di testa, nessun cenno di nausea..." Avevo detto di avere mal di testa.
Ritorno indietro e chiedo come mai un'analisi del sangue sull'etanolo? Biascica qualcosa...
La guardo in faccia per fissarla nella memoria. Ho anche nausea.
Era stata così trovata la motivazione al mio malessere.

Patologia trattata
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Patologia trattata
Stato confusionale e assenza.

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