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Quando si dice eccellenza
Ho convissuto per più di trenta anni con il virus, cercando di ignorarlo, fino ad otto anni fa, quando, dopo una serie di analisi, fui immediatamente spedito al reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia.
È cominciata lì la mia storia di paziente, a contatto con l’efficientissimo staff che mi ha seguito per anni, fino alla mia completa guarigione di tre mesi fa.
In questi anni ho capito quanto l’origine della parola “ospedale” - strettamente legata a “ospite” e “ospitale” - fosse vissuta, in questa struttura, come il senso originale avrebbe richiesto.
Questo ha significato per me, come per tanti altri pazienti, senza distinzione di classe, di razza, di sesso o di età, essere sempre ricevuti, per esempio, con un sorriso dalle infermiere, e già questo semplice segno significava sentirsi amati ed incoraggiati ad andare avanti in un cammino non sempre facile.
So di esser stato fortunato, avendo avuto l’opportunità di conoscerlo, di essere seguito dal dottor Francesco Di Candilo. Un bravissimo dottore, un’eccellenza, dal punto di vista professionale, ma anche sotto il profilo umano. Uno di quelli che fa del suo lavoro una vera e propria missione, una persona che ti rende migliore, proprio perché forse non te l’aspetti così. Uno di quelli che ti invita alla visita seguente con un “Vieni a trovarmi fra tre mesi”, e sai da subito che quel prossimo incontro, seppure in un ospedale, sarà un piacere per te, perché, alla fine, ti sentirai già meglio.
Grazie di cuore, dunque, carissimo dottor Di Candilo, per la Sua benevolenza e simpatia, per il Suo costante e indefettibile impegno, per avermi fatto sempre intravvedere uno spiraglio di luce. Ammetto che grazie al Suo aiuto sono uscito dal quel tunnel lungo e buio non avendomi mai fatto perdere la speranza di una guarigione che alla fine sarebbe arrivata.
Un grazie immenso a tutto il personale infermieristico, davvero qualificatissimo. Le parole non saranno mai abbastanza per dire quanto tutte e tutti, nel reparto, siano degni di merito, e soprattutto quanto noi pazienti (ed ex –pazienti) dovremmo esser loro grati per la grande empatia, positività, professionalità che ci sono state sempre dispensate con estrema disponibilità.
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