Dettagli Recensione

 
Ospedale Maggiore Policlinico di Milano
Voto medio 
 
2.0
Competenza 
 
2.0
Assistenza 
 
2.0
Pulizia 
 
2.0
Servizi 
 
2.0

La zelanteria terapica

Nei mesi passati (in ottobre ed aprile) mia madre novantacinquenne è stata ricoverata due volte presso questo reparto. Sempre per una polmonite complicata da una anemia molto forte e con problemi di insufficienza respiratoria cronica.
Le sue condizioni erano in entrambi i casi molto gravi.
E' stata salvata, ma la qualità della sua vita ne ha risentito in modo molto pesante.
E' stata dimessa con parecchi chili in meno ed una tale debolezza, dovuta alle cure massicce ricevute ed alle complicazioni intestinali ad esse collegate, che anche il solo gesto del cibarsi le risulta difficile dando così l'impressione che la responsabilità per la salute della paziente venisse scaricata alla struttura di cui è ospite.
Fino ad oggi la sua situazione non è migliorata sensibilmente, anzi.
E' giusto ed "umano" tutto questo o si è andati un "tantino" troppo oltre quello che è il dovere terapico?
Come figlia di Medico, ho sempre avuto in alta considerazione la professionalità dei medici del nostro Paese. Purtroppo, però, medici come è stato mio padre e molti altri come lui sembrano appartenere ad una generazione perduta.
Ora la medicina viene spinta sempre più avanti fino a dimenticare che al letto nr.. o nr... corrispondono esseri umani con una loro dignità e come tali dovrebbero essere trattati.
Il medico deve sì "[...]garantire impegno e competenza professionale.. avvalendosi delle procedure e degli strumenti ritenuti essenziali e coerenti allo scopo [...]" (art. 21 del Codice deontologico), però lo stesso codice dice (art.32) che il medico deve adoperarsi affinché all'anziano siano garantite qualità e dignità di vita e più oltre (art. 39) dice ancora che "[...]il medico deve improntare la sua opera ad atti e comportamenti idonei a risparmiare inutili sofferenze psichico-fisiche fornendo al malato i trattamenti appropriati a tutela, per quanto possibile, della qualità di vita e della dignità della persona".
Inutile aggiungere che quando si dimenticano questi principi, si può anche essere molto competenti ma si rischia di dimenticare quanto insegnato (art.16):
"Il medico anche tenendo conto delle volontà del paziente laddove espresse, deve astenersi dall'ostinazione in trattamenti diagnostici e terapeutici da cui non si possa fondatamente attendere un beneficio per la salute del malato e/o un miglioramento della qualità della vita".
Spero che i giovani assistenti che si aggirano nelle corsie abbiano modo di leggere il mio sfogo e che ne sappiano tenere conto nella loro futura carriera a beneficio loro e, soprattutto, dei loro pazienti.
Dal momento che, per il medico che ha avuto mia madre in cura, le considerazioni soprammenzionate evidentemente non sono più raggiungibili.

Patologia trattata
Pleuropolmonite - Anemia in mielodisplasia.

Commenti

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Per Ordine 
 
Inviato da monica ris
22 Mag, 2011
ciao mia cara, tu scrivi con molta delicatezza quello che io sostengo da sempre: competente fin che ti pare, un medico che scinde la patologia dalla persona è un pessimo medico.
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