Dettagli Recensione

 
Ospedale Policlinico Sant'Andrea di Roma
Voto medio 
 
4.8
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
5.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
4.0

Grazie prof. Rendina. Grazie prof. Andreetti

Grazie professor Rendina. Grazie professor Andreetti.
Fra tumori, recidive, ferite infette e medicazioni, negli ultimi tre anni non ho fatto altro che entrare e uscire dall’ospedale Sant’Andrea di Roma, dove sono stata otto volte in sala operatoria. Ormai il Reparto di Chirurgia Toracica è quasi la mia seconda casa e il personale medico e infermieristico del reparto è una sorta di seconda famiglia, che, penso, meriti un mio pubblico ringraziamento. Ogni volta che mi ricovero, medici e infermieri mi dicono scherzosamente “Ma allora ti manchiamo tanto” e io rispondo sempre “Non posso vivere senza di voi” e la frase va intesa in senso letterale.
Ringrazio in primo luogo il prof. Erino Rendina, primario del Reparto e grande chirurgo, che mi ha operato due volte (il 22 febbraio del 2017 e il 4 Febbraio del 2019) per asportare un sarcoma e la sua recidiva dalla mia trachea, con due interventi di livello, credo, stratosferico. Ringrazio anche il dott. D’Andrilli, che mi ha asportato un carcinoma dal polmone destro il 12 Novembre del 2018.
Ma alcune vicende connesse all’andamento della mia malattia fanno sì che la mia più profonda gratitudine vada al prof. Claudio Andreetti, non solo per la sua grande capacità professionale, ma anche per la sua umanità, per la sua disponibilità, per la sua capacità di ascolto del paziente, dote rara nei medici, e, perché no, anche per il senso dell’umorismo, con cui riesce a sdrammatizzare le situazioni più difficili. Il prof. Andreetti ti fa sentire, e del resto lo dimostra coi fatti, che il tuo caso gli sta veramente a cuore e questo ti dà sicurezza e tranquillità; cose di fondamentale importanza per chi combatte contro questo brutto male.
In due occasioni l’intervento del prof. Claudio Andreetti è stato per me di fondamentale importanza, perché nella prima mi ha salvato da pericolose complicazioni, grazie alla rapidità con cui ha affrontato e risolto la situazione e alla sua perizia di chirurgo e nella seconda non esito a dire che mi ha salvato la vita, grazie alla sua capacità d’ascolto e alla sua esperienza medica.
1) Nel caso del secondo intervento alla trachea, poiché il sarcoma era localizzato non all’altezza delle corde vocali, come la prima volta, ma molto più in basso, per raggiungerlo mi è stata riaperta la cicatrice conseguente all’asportazione del carcinoma polmonare, situata più o meno sotto l’ascella destra. E ai primi di Maggio del 2019, tre mesi circa dopo l’intervento del 4 Febbraio, la ferita si è parzialmente riaperta con fuoriuscita di sangue e pus. E sono cominciate le medicazioni presso l’ambulatorio del Reparto di Chirurgia Toracica. Ma, se la ferita si era aperta dopo tre mesi dall’intervento chirurgico, evidentemente l’infezione covava da tempo e aveva già provocato dei danni, ai quali le medicazioni e gli antibiotici non riuscivano a porre rimedio. Infatti, alla fine di Luglio la ferita continuava a emettere liquami. Incomprensibilmente, nessuno dei medici che si avvicendavano nelle medicazioni mi aveva mai fatto fare un’ecografia o una Tac di controllo, ma me le sono fatte fare di mia iniziativa. E la Tac ha evidenziato la presenza di una fistola e di un deposito di pus sotto il seno destro e sulle costole, che, per la consistenza, dovevano essersi formati da parecchio tempo. Bisognava operare e in fretta. Così il 12 Agosto del 2019 ho contattato telefonicamente il reparto di Chirurgia Toracica, per spiegare la situazione e chiedere un appuntamento urgente. Ma con mia grande angoscia non mi hanno ascoltato e mi hanno invitato a prendere un appuntamento al CUP. Mio figlio ha ritelefonato e gli hanno detto di presentarsi dopo Ferragosto, ma con molta pazienza.
Visto un tale incomprensibile disinteresse per la mia situazione, mi sono messa a cercare su Internet il nome di qualche medico del reparto che lavorasse anche privatamente e che potesse ricevermi in tempi brevi. Per mia fortuna ho trovato il numero telefonico del prof. Claudio Andreetti, che, nonostante fossi per lui una perfetta sconosciuta, perché purtroppo non mi aveva mai medicato, mi ha ricevuto il tredici di Agosto e mi ha operato d’urgenza il sedici, ripulendo e ricostruendo la parete toracica seriamente danneggiata. Data la mia fortuna, si è infettata anche la nuova ferita, ma il prof. Andreetti non mi ha spedito all’ambulatorio, mi ha medicato di persona a giorni alterni e, preoccupato per non ottenere risultati nel breve periodo, ha coinvolto il senologo prof. Amanti e due infermieri esperti, Fabio Nicolini e Diego Ceci. E grazie a questa collaborazione, a Novembre la ferita si è finalmente chiusa. Preciso che il prof. Andreetti mi ha ricevuto, mi ha operato e mi ha medicato sempre all’ospedale, senza chiedere un soldo, anche se lo avevo contattato privatamente.
2) Il 5 Dicembre 2019 mi hanno fatto una broncoscopia di controllo e mi era stato detto che era tutto a posto, a parte una lieve irregolarità al livello del bronco intermedio. Ora, avendo già avuto una recidiva del sarcoma alla trachea, avrei voluto sapere di preciso che cosa fosse quell’irregolarità. Ho cercato di mettermi in contatto con il prof. Rendina, spiegando alla sua segretaria la natura dei miei dubbi, ma quella non mi è stata proprio a sentire: se mi era stato detto che era tutto a posto evidentemente era così. E di nuovo sono andata a chiedere aiuto al prof. Andreetti, che mi ha ascoltato, ha controllato le immagini della broncoscopia e ha deciso che era il caso di fare una biopsia. Il referto istologico ha identificato la presenza di cellule di sarcoma. Con l’intervento di broncoscopia operativa effettuato il 13 Gennaio 2020 il prof. Andreetti ha individuato e bruciato due sarcomi appena appena visibili. Al controllo del 13 Febbraio non sono ancora riapparsi, e questo alimenta una qualche speranza. In base alle passate esperienze, posso dire con certezza che, se i sarcomi avessero avuto il tempo di crescere, di certo non ci sarebbero state speranze di distruggerli col laser e non so se sono ancora operabile.

Per quanto riguarda la chirurgia e l’assistenza immediatamente postoperatoria, lo staff del Reparto di Chirurgia Toracica del Sant’Andrea è di certo a un livello di eccellenza. L’attività ambulatoriale, invece, almeno nel mio caso si è dimostrata piuttosto carente. Credo che bisognerebbe rivederne i criteri organizzativi e mi permetto di dare qualche suggerimento in base alla mia esperienza personale 1) dovrebbe esserci un medico responsabile dell’ambulatorio con cui relazionarsi in caso di necessità e che spinga a indagare sul perché un dato problema non trovi soluzione; 2) nei casi in cui si richiedono interventi continuativi, come nel caso di una ferita infetta, il paziente dovrebbe essere seguito sempre dallo stesso medico, oppure gli interventi dovrebbero essere registrati dettagliatamente sul computer, in modo che i diversi medici che si avvicendano, nei diversi turni, possano ragguagliarsi sull’andamento della situazione; 3) nei casi ad alto rischio, come il mio, le broncoscopie dovrebbero essere sempre affidate a medici esperti con l’occhio allenato a valutare quello che vedono col broncoscopio.
Per quanto riguarda infermieri e infermiere, li ringrazio tutti. Tuttavia, ringrazio in particolare quelli che non si sono limitati a curarmi per dovere, ma che invece hanno avuto cura di me: dimostrandomi interesse umano e a volte anche affetto. Un grazie di cuore a Emanuele, Sara, Susanna, Carmen, Marilena, Mimma e a qualche altro di cui però non conosco il nome.

Patologia trattata
Sarcoma tracheale, carcinoma polmonare, ascesso della parete toracica da ferita infetta.

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