Pronto Soccorso Pediatrico Policlinico Milano

Pronto Soccorso Pediatrico Policlinico Milano

 
2.5 (5)
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Il reparto di Pediatria ad orientamento urgenza ed emergenza dell'Ospedale Maggiore Policlinico Mangiagalli e Regina Elena di Milano, situato in via Della Commenda 9, ha come Responsabile il Dott. Carlo Virginio Agostoni. Il Pronto Soccorso Pediatrico, collocato all'interno della Clinica Pediatrica De Marchi, costituisce nell’ambito del Dipartimento Materno-Infantile della Fondazione un servizio di emergenza ad alta specializzazione. Nella struttura sono presenti 3 ambulatori, di cui uno attrezzato per la stabilizzazione di bambini in condizioni critiche prima del loro trasferimento in terapia intensiva o in sala operatoria. Sono inoltre presenti 4 letti di degenza, dove vengono ricoverati bambini con patologia acuta. E’ inoltre operativa una osservazione breve intensiva per le patologie acute che prevedono una stabilizzazione clinica. Sono presenti le seguenti specialità: anestesia e rianimazione pediatrica, chirurgia ed endoscopia pediatrica, neuroradiologia e neurochirurgia, neurologia e neurofisiopatologia, radiologia e cardiologia pediatrica, ginecologia e nefrologia pediatrica, traumatologia, otorinolaringoiatria ed oculistica. Fanno parte dell'equipe i dirigenti medici Giuseppe Bertolozzi (responsabile UOS Osservazione Breve Intensiva- OBI pediatrica), Lucia Baselli, Massimo Luca Castellazzi, Rosaria Celano, Emanuela D'Angelo, Laura Dell'Era, Emanuela Laicini, Gregorio Paolo Milani, Nadia Anna Mirra, Alessia Rocchi.

Recensioni dei pazienti

5 recensioni

Voto medio 
 
2.5
Competenza 
 
2.6  (5)
Assistenza 
 
2.0  (5)
Pulizia 
 
3.0  (5)
Servizi 
 
2.4  (5)
Voti (il piu' alto e' il migliore)
Competenza
Assistenza
Pulizia
Servizi
Commenti
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Voto medio 
 
1.8
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
2.0

Pessima esperienza personale

Ieri pomeriggio alle ore 15.15 circa mi sono recata con mamma e due bambini ucraini che sto ospitando, al PS pediatrico in quanto il bambino di 2 anni riportava dolori agli occhi con pus. Dopo una prima accettazione nella quale hanno chiesto i sintomi senza neanche visitare il bambino, ma banalmente neanche la temperatura, ci hanno fatti accomodare con il codice bianco. Non abbiamo più visto nessuno fino alle ore 19.00 circa, quando ci hanno comunicato che non ci avrebbero neanche visitati per il troppo lavoro. Tutti i codici bianchi che erano nella sala d'attesa prima di noi sono però stati visitati e dimessi!!! COMPLIMENTI!

Patologia trattata
OCCHI CISPOSI, SOSPETTA CONGIUNTIVITE.
Voto medio 
 
1.3
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
2.0
Servizi 
 
1.0

Incredibile

4 ore di attesa per una visita ad un neonato di appena 2 mesi privo di vaccinazione e in fila nella sala d'attesa comune.

Patologia trattata
Vomiti ripetuti.
Voto medio 
 
2.5
Competenza 
 
3.0
Assistenza 
 
2.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
2.0

Attesa troppo lunga

Ho portato mio figlio con febbre e tosse e la gola che gli faceva male.
Arrivata alle 10.30, ho dovuto aspettare quasi tre ore .
3 ORE!!!
Non è possibile aspettare cosi tanto.
C'è poco personale a quanto pare. Da rimediare subito! Perché se un bimbo sta male, non è che può aspettare così tanto.
Una attesa è comprensibile di 1 ora al massimo, ma 3 ore sono troppe.

Patologia trattata
Febbre e infezione gola.
Voto medio 
 
5.0
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
5.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
5.0

Professionalità e competenza

In pronto soccorso pediatrico con ferita da taglio piuttosto profonda, anestetico locale e sutura chirurgica con 5 punti. Bimbo di 5 anni giunto in PS spaventato e sanguinante, è stato subito soccorso e suturato dal chirurgo.
Attesa normale per l'urgenza.
Ottimo servizio.

Patologia trattata
Ferita da taglio.
Voto medio 
 
2.0
Competenza 
 
3.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
2.0
Servizi 
 
2.0

Come farti odiare un ospedale

Ci siamo receti al P.S. pediatrico un sabato sera dopo aver notato una grossa cisti sul collo di nostra figlia a 10 gg. dalla nascita.
Al pronto soccorso abbiamo dovuto aspettare moltissimo, nonostante l'età della bimba (fra l'altro, l'accettazione aveva registrato anche la sua prematurità).
Dopo un paio d'ore ci visitano: devono farle un opportuno esame del sangue (prima esperienza traumatica). Non capiamo se ce la fanno o meno, sta di fatto che, dopo un'ora di urla decidono che preferiscono ricoverarci.
Saliamo al terzo piano in isolamento. Si sono fatte le 23.30.
La stanza è gelata (siamo in novembre), ma a quell'ora non si può fare molto, grandissima e perfetta per un adulto.
Mio marito torna a casa di corsa a prendere qualcosa per far dormire la piccola. Niente fasciatoio, nessun supporto per una primipara a 10 gg. da un taglio cesareo d'urgenza!
Poi inizia il calvario. La bimba si muove e si sposta il tubicino della flebo che suona in continuazione, allora noi dobbiamo chiamare l'infermiera per i dovuti controlli.
Purtroppo questo significa anche aspettare mooolto a lungo. Ma le attese non sarebbero niente: quando il tubicino dev'essere per forza rimosso dal collo (!!) iniziano i tentativi su mia figlia per inserire il tubino in un'altra vena disponibile.
Tentativi che durano una notte e un giorno, poi, finalmente, delle davvero poco cordiali (e di ben piche parole!!) capiscono di dover chiedere aiuto alla neonatologia della Mangiagalli.
Finalmente, un'anestesista riesce ad infilarle il tubicino nel piede.
Sono passato 5 gg, la bimba deve fare degli altri accertamenti, i medici non si vedono e quando si vedono sono sempre facce nuove cui rispiegare tutto ogni volta e i tempi si allungano (noi siamo sempre in isolamento...).
Le infermiere non si degnano di leggere le istruzioni e si sbagliano ad impostare la frequenza dell'antibiotico. La bimba si riempie di puntini...
A 8 gg. ci spostano di stanza. Ci mettono con i bimbi più grandi. Meglio non uscire dalla stanza, dicono.
A 10 gg. ci spostano ancora. Finalmente insieme agli infanti.
Finalmente, quando il tubicino sarebbe stato nuovamente da cambiare, decidono che il tormento era finito. Prima di uscire ci fanno fare una nuova visita per capire di cosa si era trattato.
Un'altra cosa pazzesca era il cibo per me: se c'era qualcosa che era meglio evitare per l'allattamento, le coliche, be', si trovava nel menù dell'ospedale.
Un incubo per me, che ho finito per curarmi un pesante esaurimento, un corso di sopravvivenza per mia figlia che ne avrebbe fatto senz'altro a meno.

Patologia trattata
Infezione ospedaliera, ricovero a 10 gg. dalla nascita