Dettagli Recensione

 
Ospedale Annunziata di Cosenza
Voto medio 
 
5.0
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
5.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
5.0

Trapianto di rene

Il 17 agosto ho affrontato non uno, ma l’intervento, che aspettavo da quando, circa venti anni fa, mi è stata diagnosticata l’insufficienza renale cronica. Negli anni di malattia in cui sembrava che i momenti brutti, soprattutto nell’ultimo anno di dialisi, sopraffacessero i momenti belli, mi hanno tenuto compagnia le parole forti e silenziose di chi ha vissuto vite ben peggiori. Attutire il colpo non è mai facile, ma se si hanno le persone giuste al proprio fianco non è poi così difficile! La sera del 16 agosto 2022, quando ricevetti la chiamata che era disponibile un rene per me, avevo il cuore sopraffatto.. in quell’attimo quasi mi si fermò. Poi è stato tutto un correre frenetico di camici, di carrelli, di disinfettanti, di infermieri che con un sorriso, una pacca sulla spalla mi rassicuravano, di tutti i dottori del reparto di Nefrologia che mi preparavano e poi l’arrivo in Reparto Trapianti.
Ed è proprio delle persone che vorrei parlare, dei guerrieri che ho incontrato in quest’ultimo percorso all’Ospedale Civile dell’Annunziata.
È doveroso omaggiare una persona che porterò per sempre nel mio cuore: il dottore Sebastiano Vaccarisi, responsabile del reparto chirurgico epato-bilio-pancreatico ad indirizzo trapianti. Il Dott. Vaccarisi dal primo giorno di ricovero fino all’ultimo non mi ha mai lasciato un secondo solo, non c’era giorno in cui il suo viso, seppure stanco, non mi trasmettesse quella giusta carica di adrenalina per affrontare la giornata.
Caro Dottore, ammiro di lei la tenacia, la diligenza e la vostra minuziosità nel svolgere la vostra missione. È un vero fuoriclasse, in quindici giorni di ricovero ho capito che per lei non esistono turni, non esistono weekend, tutto ruota intorno a noi pazienti, che con grande piacere ci affidiamo alle vostre mani esperte. Non vi scorderò mai.
Al donatore vorrei dire Grazie per quello che ha fatto, ad uno come me che cammina su un filo di seta per rimanere attaccato alla vita.
Ci avete dato, con la donazione degli organi, una speranza di tornare a vivere.
Il rene, così come tutti gli organi che hanno donato, non vi ha lasciati, ma continua a vivere in me e nelle altre persone a cui ha permesso di continuare questo cammino terreno, e che vi assicuro pregheranno per lui e per voi in ogni momento della loro vita, custodendo il dono da voi fatto come il bene più grande che abbiano mai avuto.
Il trapianto non è unidirezionale: è la salvezza di due organismi viventi, quello della persona trapiantata che lotta per la sua sopravvivenza, e quello dell'organo.
Grazie a tutto il reparto di Nefrologia.
Ai due infermieri, “angeli custodi”, Francesco e Concetta che mi hanno tenuto compagnia nelle notti insonni e doloranti e nelle mattinate indaffarate tra prelievi ed esami. Svegliarmi e trovare il vostro sorriso ogni mattina con quello del dottore Vaccarisi è stato molto appagante, quasi come il primo raggio di sole che mi ha riscaldato appena uscito fuori dopo il periodo di isolamento in Reparto.
Grazie a tutti i professionisti dell’equipe della sala operatoria che hanno lavorato a questa donazione, e a tutte le donazioni.
Grazie ai professionisti che ancora mi seguono e mi monitorano: ho un sogno lungo due vite da compiere. Ma non per egoismo o paura della morte che non temo, piuttosto per onorare il grande impegno di coloro che hanno reso possibile tutto questo.

Patologia trattata
Insufficienza renale cronica.

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