Dettagli Recensione

 
Ospedali e case di cura a Bergamo
Voto medio 
 
3.0
Competenza 
 
3.0
Assistenza 
 
3.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
3.0

Amarissima esperienza

Dopo essere stato per ben tre volte in visita privata dal neurochirurgo dr. Tresoldi Fabio presso il "Centro Salute" di Bitonto (BA), affetto da "Spondilolistesi degenerativa e discopatia L5-S1 con perdita lordosi", sono stato sottoposto il 14/06/2017 ad intervento chirurgico con approccio per via anteriore (ALIF L5-S1) ad opera dello stesso neurochirurgo presso il Policlinico San Marco di Osio Sotto (Bergamo). Il risultato? Un "completo fallimento". Dell'intervento abortito mi è rimasto un segno indelebile: un'incisione sottombelicale trasversa di ben 13 cm. e non di "circa 5 cm." come riportato nella cartella clinica. Il neurochirurgo, uscito dalla sala operatoria, ha riferito a mia moglie che non è stato possibile procedere al posizionamento della cage ALIF a causa delle aderenze e della presenza di vene e arterie rigide, ed ha proposto di voler rifare l'intervento seguendo questa volta l'approccio posteriore con cage TLIF. Non si è mai fatto vedere, neppure nei giorni successivi, al capezzale del mio letto in ospedale. Pur continuando egli a venire a Bitonto presso il suddetto Centro Salute, non mi ha convocato per dirmi almeno a posteriori per quali motivi egli abbia voluto usare il metodo ALIF, visto che alle richieste da me avanzate, un mese prima dell'intervento, sui vari approcci possibili, sui rischi e sui benefici di ognuno di essi, ha risposto in modo secondo me evasivo e frettoloso. Sulle cause della "procedura abortita", egli non avrebbe dovuto sapere che alla mia età (78 anni) normali sono l'ispessimento, l'indurimento e la perdita di elasticità delle arterie e soprattutto delle vene, come dà per scontato la medicina ufficiale? Non avrebbe egli dovuto prendere in considerazione che le patologie e gli interventi chirurgici subìti da me nel passato (puntualmente indicati sia nella "scheda di accesso in ospedale" che nella mia "storia clinica" compilata nello stesso ospedale dal dr. Davide Molisani) sono, oltre all'età, la causa più frequente delle aderenze addominali? L'attenta valutazione di questi dati non avrebbe consigliato, invece, l'approccio della via posteriore, quella metodica cioè che lo stesso dr. Tresoldi ha proposto subito dopo l'intervento fallito e che è la tipologia più comune usata per la mia patologia e per la mia età?
Ogni professione ha una sua deontologia. La professione chirurgica esige, tra l'altro, il rispetto proprio e altrui, in una dimensione olistica nei confronti del paziente, il quale ha il diritto di essere informato in modo accurato, chiaro, completo e partecipativo sulle opportunità di eseguire un approccio invece di un altro, sulla procedura che si pensa di applicare durante l'intervento, sui rischi così come sui benefici delle varie metodiche. Non è consentita la "temerarietà professionale"! Chi si fa operare è spesso obbligato, e lo fa per una necessità di risolvere un problema che limita fortemente la qualità della vita.

Patologia trattata
Spondilolistesi degenerativa e discopatia L5-S1.

Commenti

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Inviato da Ginetta Modugno
26 Novembre, 2017
Hai fatto benissimo a raccontare la tua esperienza negativa, a raccontare il tuo intervento non riuscito su cui avevi riposto tante aspettative di miglioramento della tua patologia.
Mi auguro che anche gli altri che hanno SOPPORTATO le tue stesse vicissitudini, facciano sentire la loro voce... affinchè si possano prendere provvedimenti.
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