Dettagli Recensione

 
Ospedali e case di cura a Torino
Voto medio 
 
1.8
Competenza 
 
3.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
2.0
Servizi 
 
1.0

Fisioterapia femore

Mia madre, di anni 88 con gravi problemi neurologici, il 4 marzo è caduta rompendosi il femore destro. Operata al San Giovanni Bosco, è stata successivamente portata nella struttura Villa Ida il 15 marzo per un percorso di fisioterapia ed è uscita ieri mattina.
Sono convinta che questa struttura NON sia assolutamente adatta alle persone anziane non autosufficienti. Tanto fumo e niente arrosto. Nei 26 giorni di ricovero di mia madre, ho avuto modo di fare lunghe telefonate con il personale medico, la caposala ed il fisioterapista e tutti erano al corrente dei gravi problemi neurologici di mia madre e della mia angoscia nel saperla ricoverata senza la possibilità di esprimere il suo dolore. E tutti erano sempre molto accondiscendenti e comprensivi. Ma poi, nel pratico, mia madre non ha avuto l'assistenza e l'attenzione che necessitava.
Non so dire chi fosse l'anello debole (e maleducato) della catena - so per certo che mia madre mi ha telefonato in lacrime alcune volte chiedendomi di riportarla a casa perchè nessuno le dava ascolto (questo è riuscita a farmelo capire).
Durante le mie visite presso la struttura (3 in 26 giorni) ho potuto notare che i degenti autosufficienti avevano un rapporto cordiale e rilassato con il personale. E' per questo che affermo che la struttura sia carente con gli anziani non autosufficienti.
Alcuni esempi; 1) mia madre ha una piaga da decubito abbastanza grande; 2) ha mangiato per tutta la permanenza solo pappe (ed è da ieri a pranzo che io le cucino minestrine e formaggi molli che lei gradisce e guarda come se fossero cibi prelibati; 3) un giorno ho dovuto telefonare dalle 11.00 alle 16.00 per richiedere che qualcuno andasse a controllare il cellulare di mia madre, che risultava staccato; 4) nonostante io abbia parlato con la caposala avvisando che avrei portato l'abbigliamento pulito a mia madre, ieri mattina mia madre è stata fatta uscire dalla struttura praticamente in pigiama; 5) sempre ieri mattina la segreteria non mi ha fornito tutta la documentazione sanitaria che avevo richiesto espressamente da giorni al medico ed alla caposala e siamo dovuti ritornare oggi da Torino a Lanzo per recuperare il tutto.
In questo contesto non proprio positivo, esprimo un grazie al fisioterapista Florin, che si è dimostrato gentile e premuroso verso mia madre fin da subito (è l'unico di cui mia madre mi abbia detto ... bravo) ed ha permesso a mia madre di riprendere a camminare con il girello.
Chiudo.

Patologia trattata
Esiti frattura femore dx.

Commenti

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Inviato da Rachele
15 Ottobre, 2022
Mio padre, non autosufficiente, cardiopatico e immobilizzato a lett,o è stato portato in questa clinica ad inizio settembre dopo un ricovero di un mese all’ospedale di Ciriè, dove erano riusciti a ristabilirne i valori vitali, per un ricovero breve di sollievo e poi sarebbe dovuto tornare a casa. In ospedale, seppur io non vaccinata, potevo andare a trovarlo tutti i giorni esibendo tampone negativo, invece qui potevo andare solo una volta a settimana con green pass per 30 minuti. Mio padre si lamentava spesso che non era seguito a sufficienza; pur avendo anche problemi a spostarsi e girarsi nel letto, era stato coricato su un letto senza telecomando per l’alzata. E già questo... Voleva tornare a casa ed era molto insofferente. Io ho avuto una brutta impressione fin da subito e concordo con chi ha scritto che i pazienti allettati non vengono aiutati e sembrano abbandonati a loro stessi. Mi ha riferito di risposte molto sgarbate da parte di alcuni operatori, a cui inizialmente non ho voluto dare peso, ma leggendo altri commenti inizio a credere che mio padre non sia stato trattato con la stessa cura avuta in ospedale. Per parlare con un dottore bisogna prendere un appuntamento, che avviene solo per via telefonica, e quando mia sorella, pochi giorni prima che mio padre fosse riportato in pronto soccorso con la situazione clinica peggiorata, lo ha sentito molto provato, si è preoccupata, ha chiamato la clinica e le hanno risposto che io non avevo dato autorizzazione a dare informazioni ad altri (cosa che invece non mi era mai stata chiesta in accettazione). Mio padre è morto pochi giorni dopo in ospedale con una piaga da decubito che fino ad allora avevamo evitato, un principio di polmonite e reni bloccati. Ora non voglio esprimere giudizi, ma potendo entrare così poco in questa struttura e visto cosa è successo,, non so cosa pensare. Il personale all’accettazione con cui ho avuto contatti non è sempre molto cordiale, quando ho chiamato per parlare con la dottoressa hanno sminuito le mie preoccupazioni anche se il giorno prima avevo trovato mio padre davvero peggiorato. Era mercoledì e il lunedì successivo lui è mancato. Quello che mi devasta è che ho paura lui si sia sentito abbandonato, io sarei andata anche ogni giorno, ma mi è stato impedito. Volevo ribadire che i miei tamponi erano sempre risultati negativi, quindi non capisco il perché di tutte queste restrizioni assurde, quando una persona in ospedale avrebbe bisogno di avere il conforto di persone familiari.
Inviato da Pasquina
18 Dicembre, 2022
Per le persone con problemi neurologici, la struttura villa Ida secondo me non va bene. Ho avuto un pessima esperienza personale. Mia mamma vi è stata portata come un gioiellino e me la sono ripresa dopo 12 giorni quasi allo stato vegetativo.
Le persone con problemi neurologici vengono lasciate a sé stesse senza assistenza (nè il pranzo, il pranzo non glielo portano proprio, lo saltano).
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