Dettagli Recensione

 
Ospedale San Giovanni Addolorata di Roma
Voto medio 
 
5.0
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
5.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
5.0

La nuova frontiera è qui

La mia professione - sono giornalista e redattore capo del quotidiano Il Mattino di Napoli - mi porta a cercare e conoscere le nuove frontiere della medicina e della chirurgia: innovazione tecnica, competenza e giovani operatori. Quando mi hanno diagnosticato, nel febbraio del 2011, un tumore alla prostata mi sono guardato in giro e ho cercato una soluzione che avesse quelle caratteristiche. Ho escluso subito l'intervento classico e ho puntato sull'ultima novità che già in America è consolidata da più di dieci anni al punto che ormai circa l'80 per cento dei pazienti con quella patologia vi ricorre con ottimi risultati nei migliori centri ospedalieri da New York alla California: il robot Da Vinci. In Italia non vi sono molte strutture che utilizzano una macchina da 1,5 milioni di euro. Avrei comunque potuto puntare su alcune realtà (anche private) diventate ormai mitiche a Milano e Roma e soprattutto su chirurghi di grido. Ma la scelta del medico a cui affidare la propria vita è molto soggettiva: tra paziente e chirurgo deve nascere sin dal primo incontro un feeling che trasmetta sicurezza e serenità. La mia ricerca è approdata, così, al reparto di Urologia 2 dell'ospedale pubblico San Giovanni Addolorata di Roma il cui direttore, dr. Gianluca D'Elia, è un brillante quarantenne ma con già alle spalle un curriculum professionale di tutto rispetto maturato in lunghi anni di esperienza in Germania. Insomma, un trasferitosi all'estero e poi rientrato in Italia per diventare profeta in patria. Nella prima visita urologica, avvenuta nel suo reparto alla fine di marzo del 2011, scoccò subito la scintilla: grande competenza, semplicità, tranquillità, esposizione chiara delle problematiche e delle soluzioni al mio caso. E, soprattutto, la sua struttura ospedaliera - ambiente e personale - rifletteva perfettamente la sua filosofia: pulizia, ordine (teutonico), umanità: il paziente non è un numero ma una persona. Fui operato con il robot Da Vinci per una prostatectomia radicale il 20 aprile. L'anestesista, fondamentale in fase di preparazione del paziente, fu il dr. Foschi: straordinario. Mi spiegò e rassicurò minuto per minuto fino a farmi scivolare con serenità nel sonno indotto. Le prime 24 ore post-operatorie furono gestite con assoluta mancanza di dolore mentre infermiere e infermieri si prodigarono per alleviare i fastidi legati alla presenza di un catetere. Il dr. D'Elia, che mi aveva operato personalmente con il robot, mi ha seguito passo-passo insieme con un altro validissimo collega, il dr. Emiliozzi. Il drenaggio durò meno di 48 ore. Lasciai l'ospedale quattro giorni dopo. Il tutto, si badi bene, totalmente a carico del Servizio sanitario nazionale.
Armando Borriello
Napoli, 26 Aprile 2011


Patologia trattata
Tumore alla prostata.

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