Dettagli Recensione

 
Ospedale San Raffaele di Milano
Voto medio 
 
3.8
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
4.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
2.0

Eccellenza, ma con carenze nella riabilitazione

Dunque, ho appena finito il mio quarto ricovero presso questo centro. Sono di Napoli e come tante persone del sud ho preferito un centro d'eccellenza, e convenzionato, alle tante strutture degradate della mia zona.
Sono stata seguita nei primi 2 ricoveri dalla dott.ssa Sforzini, negli ultimi 2 dalla dott.ssa Politi. Purtroppo la prima era sempre molto occupata e aveva veramente poco tempo per capire approfonditamente i miei problemi. Ad ogni modo sono assolutamente convinta, dal punto di vista medico, che siano entrambe persone di grandissima competenza ed esperienza.
In psichiatria generale dove sono stata sempre io, e posso parlare per esperienza diretta, la terapia farmacologica che con un attento monitoraggio decidono per te, è come un vestito che si deve adattare perfettamente alla tua specifica persona. Quindi dimenticatevi bombe di farmaci ad esempio, qui non si carica il paziente se non delle giuste medicine, cercando di dargli la possibilità di essere aiutato dai farmaci, ma al tempo stesso di rimanere il più possibile lucido ed attivo.
Anche il personale infermieristico è di grande competenza, ma soprattutto formato nel rispettare con grande gentilezza ed educazione il paziente.
La mia esperienza è stata quasi sempre completamente positiva, pur avendo recidive negli anni. Il ricovero per molti prevede una fase acuta di circa 15 giorni, tutta incentrata sulla farmacologia e, per chi ritengono necessario, un periodo di circa 3 settimane di riabilitazione. Tale periodo è volto a stabilizzare la terapia e fare percorsi di gruppo e personalizzati, per imparare strategie utili alla tua problematica e, per 2 ore al giorno, fare attività sostanzialmente ludiche per la concentrazione, la memoria, ma anche per il corpo. Gli operatori sono delle persone disponibilissime, che la maggior parte delle volte mettono grande impegno e umanità nel sostenerti.
Purtroppo credo si potrebbe in quest'ultimo campo della riabilitazione, fare molto di più, e non per negligenza del personale. I tempi sono molto vuoti ed è un peccato che non si riempano con attività più stimolanti, maggiori attività fisiche e di rilassamento, pet therapy, gruppi di lettura, ascolto di gruppo di musica, cineforum ecc. Sono veramente tantissime le cose che si potrebbero fare anche per rendere il ricovero meno duro.
Altra scelta assolutamente infelice a mio parere è che il supporto psicologico è contemplato solo dopo le dimissioni. Il che vuol dire che un paziente sta lì a soffrire di astinenza, di ossessioni, di autolesionismo, di depressione e, tranne una chiacchierata con gli operatori, non ha il sostegno di colloqui psicologici che si occupino pure della mente del paziente nel suo percorso, non solo del suo corpo.
Ci tengo a precisare che nonostante tutti gli aspetti positivi che ho elencato, e non sono i soli, può essere un'esperienza veramente molto dura e sofferta, si tratta pur sempre di un ospedale psichiatrico, ci sono molte regole da rispettare, che molti non sopportano, e che in effetti a volte possono essere molto spiacevoli. Ci si sente in parte alienati, con poca libertà e tanto tempo vuoto che molti di noi passiamo a fumare. C'è gente che non resiste, devi essere assolutamente motivato e prevedere comunque una sofferenza che può essere anche abbastanza forte.
Chi è forse più svantaggiato è forse chi come me viene da lontano, non ha praticamente visite di parenti e amici e si trova in una città sconosciuta.
Nel mio caso per esempio la riabilitazione prevedeva che io uscissi spesso, ma nonostante ci abbia provato, a me, tra l'astinenza e una forte sofferenza psicologica, riusciva quasi impossibile farmi delle passeggiate per Milano, da sola. Così come mi sono sentita poco capita quando stravolta dalla disperazione, gli operatori mi proponevano in buona fede di distrarmi facendo le parole crociate, o ascoltando musica, o leggendo mentre avrei avuto assolutamente bisogno di parlare con uno psicoterapeuta.
Il mio giudizio resta altamente positivo ma, ripeto, passibile di miglioramenti che forse aiuterebbero la strada per la guarigione. Ma ripeto, non è una passeggiata, è un percorso che per alcuni può essere quasi insopportabile, sei completamente dipendente dal tuo psichiatra, che a volte può scegliere per te una linea dura, personalmente nell'ultimo ricovero ho sofferto così intensamente da perdere quasi l'autocontrollo, ho cercato di collaborare con le indicazioni del medico, ma spesso non c'è l'ho fatta. Forse era fatto per il mio bene, ma mi sono sentita impazzire ad essere lasciata sola con un dolore interno straziante, senza, ripeto, un supporto psicologico che non sta agli psichiatri fare. Sono uscita lucida, con un'ottima terapia, ma disperata, stravolta dal dolore e dall'angoscia, e forse in parte questo calvario si sarebbe potuto lenire.

Patologia trattata
Attacchi di panico con agorafobia.
Disturbo della personalità narcisista.
Disturbo della personalità istrionico.
Abuso di benzodiazepine.

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