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A causa di positività al Covid-19, con il solo sintomo della improvvisa anosmia da cui avevo capito la probabile positività, certificata da tampone rapido ed in presenza di IRC cronica al 5° stadio in regime di dialisi presso una casa di cura romana, non potendo proseguire i trattamenti dialitici nella clinica, è stato per me indispensabile raggiungere in data 9 novembre 2020 il P.S. dell'Ospedale S. Eugenio per poter proseguire le dialisi; sono stato quindi inserito nella piattaforma dell'ospedale predisposta per i casi Covid, ricevendo una straordinaria assistenza sotto ogni profilo.
In quel momento era operativa solo una struttura provvisoria dove sono stato ospite per 3 giorni; poi giovedì 12 sono stato trasferito al V piano del fabbricato principale, ex geriatria, appositamente predisposto per i casi di degenza Covid per i trattamenti post intensivi; reparto appena aperto e di cui sono stato il primo ospite.
Si è trattato di una esperienza davvero importante sotto il profilo umano, sanitario ed assistenziale.
Era sostanzialmente la prima esperienza di lungodegenza nella mia non breve esistenza di 71 enne e, dopo tante esperienze professionali ed umane nell'industria privata, dove i rapporti tra le varie componenti interne ed esterne, dirette, dell'indotto e accessorie per i servizi di quel mondo sono sostanzialmente e oserei dire inevitabilmente funzionali al profitto in senso lato, ho scoperto un universo di valori finalizzati all'Umanesimo con la U maiuscola, dove l'amore per i pazienti, per la assistenza e la cura e la passione ed abnegazione per la propria missione, si è pienamente compiuto - e in una fase storica e sociale assolutamente terribile. Eroismo allo stato puro.
Con gratitudine e commozione rivolgo il mio grazie a tutte le figure professionali del reparto ed al personale di nefrologia, medici, infermiere ed infermieri, assistenti, personale di servizio.
Alberto Barsi