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Setticemia
Circa due mesi fa è iniziato il nostro incubo. Mio figlio, dodicenne, entra in ospedale con febbre altissima e un dolore lancinante al ginocchio. All’inizio non avevo compreso la gravità della situazione, ma i super medici hanno capito subito che non c’era tempo da perdere. Hanno lavorato senza sosta per individuare la causa e, in poche ore, è arrivata la terribile verità: mio figlio era entrato in setticemia, conseguenza di un’infezione alla gamba provocata da una caduta avvenuta circa venti giorni prima.
La situazione peggiorava di ora in ora. Mio figlio delirava, respirava a fatica… e io lo vedevo scivolare via. Ma i medici hanno agito con prontezza, somministrando antibiotici e terapie salvavita. Dopo tre giorni di lotta disperata, finalmente mio figlio tornava vigile: gli avevano salvato la vita.
Eppure la battaglia non era finita. La gamba era gonfia, arrossata, dolorante. La svolta arrivò grazie al Dottor Pompili che, dopo un turno di pomeriggio al pronto soccorso, decise di portare mio figlio in sala operatoria all’una di notte. Quelle ore furono interminabili, cariche di paura e preghiera. Quando il Dottore uscì dalla sala, ci diede una notizia che non dimenticherò mai: l’infezione non aveva ancora intaccato ossa e muscoli. Era questione di pochissimo, ma grazie a quell’intervento tempestivo riuscì a fermarla. Mio figlio era vivo e con la gamba.
Da quel momento è iniziata una collaborazione straordinaria tra Pediatria (con medicinali e super attenzioni) e Chirurgia (con 7 interventi di pulizia alla gamba).
Abbiamo pregato tanto, in tanti... e oggi tutto questo rimane solo un bruttissimo ricordo. Non smetteremo mai di ringraziare l’intero reparto di Pediatria: il primario, i dottori, gli infermieri e gli ausiliari, per l’impegno, le attenzioni, i sorrisi e la forza che ci hanno donato. In quei due mesi erano diventati la nostra famiglia. Grazie di cuore per ciò che hanno fatto per noi e che continuano a fare ogni giorno per tutti. Il loro è un lavoro pieno di responsabilità, ma lo svolgono con infinito amore.
Un grazie infinito al dottor Pompili, che ha creduto in mio figlio e con impegno e amore gli ha salvato la gamba.
E un grazie a Dio, per avermi lasciato ancora mio figlio tra le braccia.
Famiglia Catalano
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