Dettagli Recensione

 
Ospedale San Raffaele di Milano
Voto medio 
 
5.0
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
5.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
5.0

Una storia vera, una fiaba a lieto fine...

Ho scritto questa storia per spiegare ai miei nipotini il motivo del mio ricovero al San Raffaele.
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A Pietro e Margherita.
C’era una volta una nonna: era un tipo allegro, le piaceva stare con i suoi nipoti, inventare storie, cucinare torte, fare passeggiate e giocare, raccontare i segreti dell’orto.
Un brutto giorno scoprì che dentro di lei era venuto ad abitare uno gnomo maligno, perfido e silenzioso. Era un Colangio della famiglia dei Carcini, parassiti della peggior specie. Eh già, i Carcini erano tipi pericolosi: si nascondevano, stavano zitti zitti, ma spesso mettevano su famiglia andando ad abitare qua e là con il rischio di diventare così numerosi da rendere il compito di scovarli quasi impossibile.
Piano piano Colangio stava tessendo dentro di lei una tela per spegnere il suo sorriso.
La nonna divenne triste, ma per poco. Subito cercò e trovò un mago dalle mani d’oro che le promise che l’avrebbe aiutata a scacciare quell’intruso.
Il mago in realtà era un sapiente che tutti chiamavano il Professore.
Quando lui parlava, le persone ascoltavano con interesse e ammirazione le sue parole. Si capiva subito che era appassionato del suo lavoro: gli brillavano gli occhi e infondeva fiducia e speranza.
Il Professore era a capo di uno staff di altri sapienti, esperti dalle mani d’oro; tra loro vi erano due meravigliose ragazze, belle come fate, che non solo avevano le mani d’oro, ma dispensavano affetto e sorrisi.
Il Professore disse alla nonna che avrebbe dovuto affrontare una dura battaglia e che anche lei doveva fare bene la sua parte senza mostrare allo gnomo la sua paura.
La nonna ce la mise tutta: ricacciò le lacrime che le salivano agli occhi, continuò a sorridere, indossò abiti colorati (non il viola che era il colore preferito da Colangio!) e si affidò con fiducia all’équipe dei sapienti.
La portarono nella loro grande officina dove su una cupola si innalzava un angelo dalle ali bianche e dorate, dal nome importante: San Raffaele.
La esaminarono in lungo e in largo e alla fine decisero che l’ora era arrivata.
Tutto era pronto e il Professore si mise all’opera con i suoi assistenti: grazie alla sua abilità e all’aiuto di potenti pozioni magiche il Colangio fu sconfitto e tolto di mezzo. Durante la battaglia, la nonna dormiva e al suo risveglio con grande stupore non sentì alcun dolore. Aveva i segni della battaglia, ma tutto sommato stava bene.
Intorno al suo letto ogni giorno andavano e venivano tanti giovani, ragazzi e ragazze, gentili e premurosi, vestiti di bianco con il colletto verde e rosso che eseguivano le istruzioni dei sapienti e aiutavano la nonna a recuperare le forze. Le dicevano: “Cara, come stai oggi? “e la nonna si sentiva circondata da tanto affetto come se fosse stata a casa sua.
Era un brutto periodo: c’era un nemico invisibile nell’aria e tutti giravano con le mascherine. Per di più non ci si poteva abbracciare e il nonno non poteva venire a trovare la nonna. Loro due si parlavano con il cellulare e spesso la nonna doveva consolare e incoraggiare il nonno che senza di lei si sentiva solo.
Venne finalmente il giorno del rientro a casa. La nonna stava bene, ma doveva riposare ancora un po’.
C’era una persona speciale, anche lei era come una fata buona e bella, che la chiamava spesso per sentire se andava tutto bene: aveva un nome dolce e la voce che sapeva di miele. La incoraggiava, la rassicurava, le donava consigli per aiutarla a riprendere le forze e le sue abitudini.
Un giorno alla nonna tolsero i segni della battaglia e giorno dopo giorno riprese la vita di sempre.
Il momento più bello fu quando il Professore le comunicò che era andato tutto bene e che poteva tirare un sospiro di sollievo.
Alla fine, la storia ci dice che quando qualcosa non va come vorremmo, dobbiamo cercare dentro di noi la forza di reagire e riconoscere con gratitudine il bene che ci viene regalato da tante persone buone che amano il loro lavoro e si adoperano per migliorare la vita di chi non sta bene. Sono bravi dottori e infermieri che meritano tutto il nostro rispetto e riconoscenza. la nonna Maria
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Ringrazio tutti i medici del reparto di Chirurgia epatobiliare che mi hanno assistito, in particolare il Prof. Aldrighetti al quale soprattutto va la mia riconoscenza per avermi dettagliato con chiarezza le fasi dell’intervento e per averlo eseguito con la perizia che tutti, pazienti e colleghi, gli riconoscono; le dott.sse Ratti e Cipriani, per l’atteggiamento cordiale, accogliente, affettuoso; il dott. Angeriz, il dott. Delpini e il dott. Lee che sempre presenti in reparto hanno riposto con pazienza alle mie domande; il dott. Paganelli, presenza rassicurante; il dott. Catena che ha informato con tatto e chiarezza mio marito sulla mia condizione; la navigator nurse sig.ra Pergi che si prende cura dei pazienti dimessi con amorevole attenzione e naturalmente il personale infermieristico dei reparti dove sono stata ricoverata. Un ringraziamento particolare alla dott.ssa Ronzoni che ho conosciuto al primo appuntamento in ospedale: mi ha accolta con gentilezza, ha compreso la mia preoccupazione, predisponendo l’iter degli accertamenti diagnostici in breve tempo.

Patologia trattata
Colangiocarcinoma intra-epatico.

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