Dettagli Recensione

 
Ospedale di Novara
Voto medio 
 
2.3
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
3.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
1.0

Disorganizzazione interna - diagnosi

Il paziente era mio papa’ di 79 anni.
Diagnosi di adenocarcinoma polmonare con metastasi.
Ottime condizioni generali iniziali al 29 gennaio 2019, data della prima chemio.
In concomitanza con inserimento PORT in sede sottoclaveare sinistra, l’8 febbraio perde progressivamente l'uso del braccio sinistro fino a completa impotenza a fine marzo, sopportando dolori descritti come atroci. A fine marzo, al 4° ciclo di chemio, il referto TAC riporta lieve regressione della malattia. I medici dicono di brindare con lo champagne e indicano che i gravi problemi al braccio non sono di natura oncologica ma probabilmente ortopedica. Passiamo il mese di aprile tra ortopedici, fisiatri, neurologi, pronto soccorso, mentre un edema inizia a far gonfiare il braccio già impotente, provocando dolori ingestibili. Nonostante le diverse email e telefonate ad oncologia, viene esclusa continuamente la correlazione tra tumore e dolore al braccio e concomitanza tra inserimento Port e impotenza - di conseguenza non riusciamo ad ottenere una Tac di controllo fino al 3 maggio, visto che RX e RMN hanno dato esito negativo. Papà viene ricoverato il 2 maggio con edema al braccio sinistro dovuto a trombosi, le condizioni generali sono buone ad eccezione del problema braccio. Il 3 maggio per una serie di pasticci interni tra oncologia e radiologia, la Tac non viene eseguita. Solo il 7 maggio la Tac viene eseguita e il 10 maggio ci è comunicato che il tumore era progredito velocemente, probabilmente infiltrandosi nella spalla e creando compressioni che hanno portato impotenza, dolore ed edema. Probabilmente le stesse già presenti a fine marzo che potevano essere trattate diversamente al tempo se almeno presunte -ipotizzate. A causa del dolore e dell'edema , il papà non riesce ad essere trattato più con la radioterapia. Dopo un paio di tentativi mi dicono che non si può fare più nulla. Morfina a go go. Muore il 2 giugno.... di dolore.
Nonostante l'epilogo, che non poteva essere diverso, ho riscontrato approcci diagnostici superficiali con indicazioni errate da parte dei medici e problemi evidenziati dagli stessi di difficile interazione e comunicazione tra i reparti di oncologia e radioterapia.

Patologia trattata
Adenocarcinoma polmonare.

Commenti

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Inviato da elisabetta
30 Agosto, 2019
Dio mio! Mi spiace molto... Noi volevamo chiedere un riscontro in più in questo ospedale proprio per lo stesso tipo di tumore che ha colpito mio padre e, seppur ogni caso sia a sè, l'organizzazione è fondamentale... Leggere questo triste epilogo mi fa male, ma ringrazio di averlo letto per tempo.
Mi spiace. Le mie condoglianze.
Inviato da Annie
07 Aprile, 2024
Mi dispiace leggere tutto ciò ma, purtroppo, devo dire che la cosa non mi stupisce. Personalmente ho conosciuto persone che hanno detto di aver avuto esperienze negative nel reparto di oncologia dell'Ospedale Maggiore di Novara, a vari livelli, sia in quanto ad abilità diagnostiche o terapeutiche che di incapacità relazionale, anche da parte di alcune infermiere. Ritengo che tutto ciò accada in Italia in quanto queste persone hanno sempre le spalle coperte. Io la ringrazio per questa recensione che mette in guardia il lettore però, mi consenta, certe aberrazioni andrebbero segnalate agli organi competenti. Al personale sanitario non importa nulla che la gente faccia un passaparola negativo tra conoscenti, tanto lo stipendio lo portano a casa lo stesso. Ogni utente dovrebbe avere il dovere civico di segnalare presso chi di dovere errori clinici gravi, eventuali decessi dovuti a terapie non mirate, aggressioni fisiche o verbali a danno di pazienti inermi, insulti e prese in giro di malati oncologici, senza fare l'errore che alcuni fanno di esplodere alzando la voce. In Italia, il mio discorso è ovviamente generico su tutta la sanità, gli operatori del settore si parano le spalle a vicenda, facendo poi passare il familiare o il malato esasperato, che si difende alzando la voce, per un pazzo. È indispensabile che ogni paziente si abitui a segnalare in questura certi disservizi che, a volte, assumono la configurazione di veri e propri reati.
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