Dettagli Recensione

 
Ospedali e case di cura a Milano
Voto medio 
 
2.5
Competenza 
 
4.0
Assistenza 
 
3.0
Pulizia 
 
1.0
Servizi 
 
2.0

Il San Raffaele NON è più ospedale d'eccellenza

Il San Raffaele è sempre stato per me un punto di riferimento. Sono paziente da tanti anni ed ho sempre considerato il S.Raffaele il mio ospedale ideale, un esempio di efficienza, competenza, professionalità di alto livello, ordine, pulizia, organizzazione, umanità e dedizione per il paziente e la sua salute.
Oggi purtroppo mi è caduto un mito. Già ultimamente avevo notato disordine fin fuori. Macchine da tempo parcheggiate ovunque e lungo tutte le strade, segnaletica stradale in cattive condizioni, o abbattuta e non ripristinata, ed incuria del verde. Non si respira più quel clima di ordine cura e rigore di un tempo. All'interno l'ospedale è sporco (pavimenti sporchi, pareti e zoccolletti dei muri macchiati a vario titolo, schizzi, rovesciamento di liquidi o caffè non rimossi da chissà quanto tempo), rotture di vario genere mai ripristinate (muri interni ai corridoi con buchi, viti e chiodi uscenti da lavori incompiuti), bocchette d'areazione rotte e con parti cadenti, cavi elettrici a vista o penzolanti. Riparazioni improvvisate con rattoppi eseguiti con scotch o nastro da pacco ecc ecc.
Porte e maniglie dei bagni rotte o penzoloni, sporcizia e mancanza di sapone, igienizzante o carta per l'asciugatura delle mani. Apparecchi soffianti aria per l'asciugatura automatica delle mani guasti.
L'accettazione al comparto B lenta come non mai. Le operatrici lente in quanto impreparate o assistite da tutor, distratte a correre in aiuto alle colleghe a fianco per fornire improbabili suggerimenti pur essendo impegnate nell'accettazione in corso di un paziente. Incapaci di indirizzare in modo esaustivo e preciso il paziente al luogo della visita.
Mancanza di riguardo e privacy. Andirivieni ovunque di studenti senza camice e con indosso calzature sporche e personali utilizzate sia all'esterno che all'interno della struttura. Personale e studenti a zonzo nei corridoi come fossero al mercato, tra i pazienti con sacchetti personali contenenti cibo proveniente dai bar ed altro.

Dopo aver eseguito l'accettazione per un esame in regime di di solvenza, ho atteso per un'ora di poter eseguirlo (elettromiografia). Avevo appuntamento alle 10.30 e non sono stata interpellata fino alle 11.30; nel mentre nessuno si è preoccupato o scusato per l'attesa. Purtroppo, rispetto agli standard a cui sono sempre stata abituata, ho trovato poca attenzione ed interesse per il problema del paziente. Molta attenzione invece verso chi stava svolgendo l'esame e che stava apprendendo e facendo esperienza (la prima?) sulla pelle del paziente. Poca attenzione agli effetti dell'esame prodotti sul paziente. Poco "savoir faire" e reticenza ad avvisare il paziente su quanto, come e per quale ragione si sarebbe proceduto e con quali disturbi o conseguenze. Nello specifico, l'esame eseguito ha riattivato ed acuito i miei disturbi (peraltro casualmente assenti la mattina al mio arrivo in ospedale). Nell'attesa del referto e dopo aver segnalato il sopraggiungere del solito dolore, mi è stato risposto:" per questo io non la posso aiutare".

Patologia trattata
Dolore e gonfiore emivolto sinistro.
Occhio sporgente ed infiammazione del trigemino.
Dolore diffuso da infiammazione ai nervi su tutto il lato sx del corpo.
Debolezza agli arti superiori ed inferiori sx.

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