Dettagli Recensione

 
Ospedali e case di cura a Roma
Voto medio 
 
3.3
Competenza 
 
3.0
Assistenza 
 
3.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
3.0

Diritto di informazione

Vorrei portare la mia testimonianza di non intervento.

A febbraio 2018 abbiamo fatto una prima visita con il Dott. De Paulis per mia mamma di 75 anni, per un aneurisma dell'aorta ascendente. Lei è completamente invalida per pregresso ictus con parziale mobilità, praticamente non cammina più sola senza l'appoggio di una persona e una stampella. Inoltre impianto pacemaker con complicazioni varie, più altre patologie.

Per un ritardo in sala operatoria il dottore ha tardato di un'ora tutte le visite. Quando ha iniziato, ogni visita dei pazienti avanti a noi duravano mediamente 5-10 minuti. Abbiamo pensato fossero dei controlli. Durante la nostra visita ha preso le poche informazioni necessarie all'intervento: analisi al pc della Tac toracica, abbiamo detto che la paziente aveva avuto un ictus e un pacemaker problematici, ha visto che aveva difficoltà motorie. Ha fissato l'intervento per circa un mese e mezzo dopo. Allora, visto che lui non ci ha chiarito niente dell'intervento, abbiamo chiesto noi di che tipo di intervento si trattasse. Ci ha spiegato in 3 parole che andava aperto il torace e messa una protesi all'aorta. Fine della visita, durata 10 minuti.

Per nostra tranquillità abbiamo consultato un altro cardiochirurgo, tramite ambulatorio dell’Ospedale S. Camillo. Il medico di turno, quindi non lo abbiamo scelto, il dott. Angelica, ci ha ribadito la necessità dell’intervento ma ci ha spiegato nel dettaglio l'intervento ed elencato tutti i rischi ai quali mia madre andava incontro, tenendo conto di tutte le sue patologie attuali. Il medico non si è espresso esplicitamente, ma abbiamo capito che un intervento a cuore aperto con circolazione extracorporea avrebbe potuto compromettere la qualità della sua vita post operatoria, primo tra tutti la possibilità di non camminare più.

Dopo una lunga riflessione, mia madre ha deciso di non operarsi più e di continuare a vivere il tempo che ha ancora a disposizione con una qualità di vita ancora dignitosa. Questo è il diritto all’autodeterminazione del paziente.

I medici hanno l’obbligo di informare i pazienti. Sicuramente il dott. De Paulis avrebbe informato mia madre durante il ricovero. A quel punto come fa un paziente ad avere il tempo di valutare e anche il coraggio di tirarsi indietro? Il dott. De Paulis sarà sicuramente una eccellenza in Italia, altrimenti non ci saremmo rivolti a lui, ma avrebbe dovuto informarci subito dei rischi dell'intervento.

Questa mia testimonianza vuole essere solo uno spunto di riflessione sulla possibilità di decidere della propria vita.
Suggerisco di leggere la Sentenza della Corte di Cassazione, sez. III Civile, sentenza n. 12205/15 “Il dovere di informazione del medico e il diritto all’autodeterminazione del paziente” in cui dice: “…la tutela del diritto alla vita della persona non deve prevalere sulla libertà della stessa di concludere con dignità la propria esistenza, in quanto l’autodeterminazione del paziente deve risultare un diritto equivalente alla stessa salute…”.

Spero che questa nostra esperienza sia di aiuto a qualcuno.

Patologia trattata
Aneurisma aorta ascendente.

Commenti

1 risultati - visualizzati 1 - 1  
 
Per Ordine 
 
Inviato da marco
19 Dicembre, 2018
Il dottor De Paulis è un grande chirurgo dell'aorta. Per l'aorta ascendente è forse il più competente di tutti. Tuttavia capisco la difficile - mi permetto di dire la drammatica - scelta cui ci si trova di fronte in situazioni come la sua. Le consiglio di sentire un secondo parere, magari vi fosse la possibilità di un intervento meno invasivo, date le precarie condizioni della sua amata madre. Provi presso l'ospedale San Raffaele di Milano, oppure presso il Policlinico di Padova (prof. Gino Gerosa).
Un enorme in bocca al lupo di tutto cuore.
1 risultati - visualizzati 1 - 1