Dettagli Recensione

 
Ospedali e case di cura a Roma
Voto medio 
 
2.3
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
3.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
1.0

Reparto medicina generale

Hanno ricoverato il mio papa’ prima al dipartimento di cardiologia per una infezione al cuore. I dottori e gli infermieri sono stati eccellenti con papa’ e con tutti noi della famiglia, sapendo che papa’ stava morendo per un cancro al polmone. Poi la decisione dopo 5-6 giorni da parte del primario di portarlo nel reparto di ‘Medicina Generale’ per le altre complicanze dovute al cancro. Pensavamo che questa fosse una giusta decisione, e che in quel reparto lo avrebbero seguito per bene senza alcuna sofferenza fino alla fine, ma non e’ stato cosi’.
Prima di spiegare e andare oltre, premetto che prima di questo ospedale ne abbiamo visti tanti a Roma, ma questo e’ il peggiore per quanto riguarda il reparto di ‘Medicina generale’.

Struttura in generale: il reparto di ‘Medicina Generale’ dell’ospedale Vannini e’ una struttura vecchia. I letti, la luce, i bagni, l’arredamento e ogni apparecchio elettrico ecc. sembra essere uscito da un film in bianco e nero. La stanza in cui hanno messo papa’ era piccolissima con tre letti. A malapena riuscivamo a visitare mio padre assieme ad altri visitatori degli altri due pazienti... dovevamo fare a turno per muoverci tra i letti! Tra l’altro, il letto di mio padre era attaccato ad un lato al muro, per cui potevamo abbracciarlo e stargli vicino solo da un lato del letto, solo quando si faceva a turno con i visitatori del paziente vicino. Cosa che non vorresti che succedesse a nessuno che ha poche ore di vita. Non c’e luce nel bagno e neanche la carta igienica o un minimo di sapone. Dovevamo provvedere noi del sapone, carta clinex e disinfettante per la pulizia di mio padre.

Dottori: se ricordo bene ci sono 3-4 dottori che curano i pazienti del reparto. Ma il problema e’che loro sono presenti solo nei turni di visita della mattina e all’orario di visita (spesso non seguito). Per cui in casi di emergenza non ci sono dottori presenti e gli infermieri devono chiamarli – e a volte ci mettono un po’ ad arrivare e non e’ detto che siano gli stessi dottori della mattina. Solo un dottore del reparto e’ stato ‘umano’ con noi, sapevamo la situazione di papa’, e lui ci diceva esattamente i risultati delle analisi. Gli altri invece non ci dicevano le risposte delle analisi e avevano tutti la stessa risposta “ormai e’ inutile fare di piu’’. Eravamo coscienti che stava morendo. Ma questa risposta veniva da domande fatte da noi su come farlo muorire per bene, senza alcuna sofferenza, o senza farlo morire di fame. Ho chiesto varie volte insistendo di dargli qualche sostegno nutritivo, perche’ ormai non riusciva piu’ a mangiare..solo dopo 4-5 giorni di astinenza dal cibo gli hanno dato una flebo di sostanze nutritive. Stessa storia per l’antidolororifico. Papa’ soffriva e non riusciva a dormire da giorni, ed era in totale agonia – una cosa assurda- solo dopo tre giorni di insistenza da parte nostra gli e’ stata somministata la morfina. Perche’ cosi tanto tempo per queste cure? Perche’ dovevamo insistere noi? Non ci devono pensare i dottori a questo? Una totale assurdita’, e sinceramnte mi sono sembrati totalmente estranei nel sostenere questo tipo di situazione.

Infermieri: eccellenti. Ci sono stati vicino tutto il tempo. Hanno fatto di tutto per farlo stare meglio, nei limiti che potevano.

Orari di visita: sono molto ridotti, pochissime ore al giorno. Ogni giorno all’ora del pranzo e della cena la caposala suora obbliga a far entrare solo una persona per essere presente con il paziente. Mio padre aveva poche ore di vita e soffriva come nessuno di noi immagina. Ho combattuto varie volte per rimanere di piu’ con lui assieme a mia madre, anche fuori dall’orario visite. D’altra parte non facevamo altro che sederci accanto a lui e tenergli la mano per quando aveva i dolori piu’ forti.

Benedizione: l’ospedale vannini e’ un opedale cattolico ma e’ anche pubblico, e come tale dovrebbe rispettare le religioni o scelte altrui. Una delle ultime sere io e mia madre stavamo accanto a papa’ che stava malissimo ed eravamo completamente esauste. Il prete assieme alla caposala sono entrati e hanno fatto a papa’ una benedizione. Ora papa’ non era cattolico, io e mia madre eravamo estremamente vulnerabili quella sera, per cui non avevamo piu’ le forze di fare o dire nulla per fermarli. Per molti questo fare del prete e della suora puo’ essere considerata come una violenza ai propri diritti. E penso che in molti – di qualsiasi religione o no- sono d’accordo con me.

Pulizia: la pulizia e’ molto frequente – raggiungendo anche 5 volte al giorno. Dovevamo ovviamente uscire ed aspettare 20 minuti che si asciugasse il pavimento e nel frattempo tutte le finestre delle stanze erano spalancate con una corrente d’aria assicurata. Peccato che in giardino, sui balconi e scale esterne ci sia un deposito infinito di sterco di piccione.

Altro: una cosa che ci ha sconvolto e’ l’uso di legare le mani dei pazienti alle briglie del letto per evitare che si alzino o si muovano troppo.

A questo punto sarebbe bello se il reparto di “medicina generale” ci fosse piu umanita’ e rispetto da parte di dottori e caposala per i malati terminali e per una loro morte piu’ serena e piu’ comprensione e sostegno verso i parenti.

Patologia trattata
Cancro fase terminale.

Commenti

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Inviato da maria giuseppina
30 Dicembre, 2014
Confermo quanto descritto dall'utente Sandra (6 febb. 2012)
Mia madre, ricoverata fine aprile 2004, è morta il 4 maggio.
Le infermiere non erano tutte gentili, alcune erano aride e isteriche.
Mia mamma, cardiopatica, è stata anche umiliata per via dell'incontinenza.
Essendo un ospedale gestito da religiosi, dovrebbe essere piu' misericordioso, invece c'è rigidità e mancanza di umanità..
La frequenza della pulizia era maniacale e toglieva spazio al rapporto umano.
Mia madre è deceduta dopo sofferenze terribili.
I dottori di turno non davano risposte valide, addirittura sono stata offesa dalla dottoressa responsabile del reparto.
Essendo un ospedale abbastanza piccolo, rispetto agli ospedali di Roma, potrebbe essere gestito molto meglio.

Patologia: scompenso cardiaco.
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