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Riabilitazione
Premettendo che lavoro da anni nell'ambito della sanità, l'esperienza vissuta presso il quarto piano dell'IRCSS Santa Lucia la definirei "un incubo ad occhi aperti": mio padre è stato ricoverato per riabilitazione post trauma cerebrale. Le sue condizioni erano sicuramente gravissime, ma sin dal primo giorno in cui è stato ricoverato presso questa struttura, ho potuto riscontrare una allucinante mancanza di personale, il reparto era praticamente costantemente semi deserto, al massimo 2 operatori sanitari per un intero enorme reparto. Degenti pertanto praticamente abbandonati nelle loro camere, urla disperate di anziani bisognosi di assistenza, pazienti non autosufficienti posti in posizioni assurde e con pericolo di cadere dai loro letti perché nessuno si degnava di riposizionarli decentemente; liquidi biologici e medicamentosi che formavano vere e proprie pozze sotto i letti dei pazienti. Il medico che assisteva mio padre, per le sole 2 volte che ci ha degnato di riceverci durante la lunga degenza di mio padre, ci ha parlato di un uomo tetraplegico grave e con gravi decubiti causati dal prolungato stato comatoso e non curanza già dal precedente ricovero al policlinico Umberto I di Roma; lo ha fatto in tono sprezzante e superbo, nonostante fosse persino geriatra (quindi presumibilmente avvezzo a trattare pazienti anziani). Mio padre è stato lasciato in uno stato si profondo abbandono, privo di qualsiasi cura assimilabile a terapia riabilitativa, nella stanza erano sempre rinvenibili liquidi biologici a terra e cartacce e dispositivi monouso buttati a terra, lenzuola sporche, liquidi biologici sul corpo di mio padre che evidenziavano una assenza totale di lavaggio del povero paziente. Ci tengo a far notare che le norme restrittive per il COVID sono state utilizzate dalla struttura a loro favore, in quanto le visite dei parenti erano limitate a non più di mezz'ora al giorno, e i parenti tutti con cui ho avuto modo di confrontarmi, non avevano modo, tempo e maniere di interagire con il personale sanitario per evidenziare la grave condizione di malasanità. Tutti provavano a telefonare per interi giorni a reparto e direzione sanitaria senza nessuna risposta.
Infine mio padre, per un errore di gestione di una terapia medicamentosa per gestire una patologica condizione cardiaca, è stato trasferito di notte dalla clinica in una struttura ospedaliera nelle vicinanze dove, dopo pochi giorni, è deceduto, tale era il livello di deperimento raggiunto.
Mi sento di affermare, con totale presa di responsabilità, che il trasferimento di mio padre nell'ultima struttura ospedaliera è stato probabilmente forzato dalla suddetta clinica per liberare un posto letto e che lo stato di forte deperimento delle condizioni cliniche è stato causato dal totale abbandono da parte degli operatori sanitari della suddetta clinica. Esperienza del Febbraio 2022.
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