Dettagli Recensione

 
Ospedali e case di cura a Roma
Voto medio 
 
1.3
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
2.0
Servizi 
 
1.0

Riabilitazione

Premettendo che lavoro da anni nell'ambito della sanità, l'esperienza vissuta presso il quarto piano dell'IRCSS Santa Lucia la definirei "un incubo ad occhi aperti": mio padre è stato ricoverato per riabilitazione post trauma cerebrale. Le sue condizioni erano sicuramente gravissime, ma sin dal primo giorno in cui è stato ricoverato presso questa struttura, ho potuto riscontrare una allucinante mancanza di personale, il reparto era praticamente costantemente semi deserto, al massimo 2 operatori sanitari per un intero enorme reparto. Degenti pertanto praticamente abbandonati nelle loro camere, urla disperate di anziani bisognosi di assistenza, pazienti non autosufficienti posti in posizioni assurde e con pericolo di cadere dai loro letti perché nessuno si degnava di riposizionarli decentemente; liquidi biologici e medicamentosi che formavano vere e proprie pozze sotto i letti dei pazienti. Il medico che assisteva mio padre, per le sole 2 volte che ci ha degnato di riceverci durante la lunga degenza di mio padre, ci ha parlato di un uomo tetraplegico grave e con gravi decubiti causati dal prolungato stato comatoso e non curanza già dal precedente ricovero al policlinico Umberto I di Roma; lo ha fatto in tono sprezzante e superbo, nonostante fosse persino geriatra (quindi presumibilmente avvezzo a trattare pazienti anziani). Mio padre è stato lasciato in uno stato si profondo abbandono, privo di qualsiasi cura assimilabile a terapia riabilitativa, nella stanza erano sempre rinvenibili liquidi biologici a terra e cartacce e dispositivi monouso buttati a terra, lenzuola sporche, liquidi biologici sul corpo di mio padre che evidenziavano una assenza totale di lavaggio del povero paziente. Ci tengo a far notare che le norme restrittive per il COVID sono state utilizzate dalla struttura a loro favore, in quanto le visite dei parenti erano limitate a non più di mezz'ora al giorno, e i parenti tutti con cui ho avuto modo di confrontarmi, non avevano modo, tempo e maniere di interagire con il personale sanitario per evidenziare la grave condizione di malasanità. Tutti provavano a telefonare per interi giorni a reparto e direzione sanitaria senza nessuna risposta.
Infine mio padre, per un errore di gestione di una terapia medicamentosa per gestire una patologica condizione cardiaca, è stato trasferito di notte dalla clinica in una struttura ospedaliera nelle vicinanze dove, dopo pochi giorni, è deceduto, tale era il livello di deperimento raggiunto.
Mi sento di affermare, con totale presa di responsabilità, che il trasferimento di mio padre nell'ultima struttura ospedaliera è stato probabilmente forzato dalla suddetta clinica per liberare un posto letto e che lo stato di forte deperimento delle condizioni cliniche è stato causato dal totale abbandono da parte degli operatori sanitari della suddetta clinica. Esperienza del Febbraio 2022.

Patologia trattata
Tetraplegia e disfagia post trauma cerebrale da evento traumatico.

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