Dettagli Recensione

 
Ospedali e case di cura a Roma
Voto medio 
 
2.5
Competenza 
 
2.0
Assistenza 
 
2.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
3.0

Visita ginecologica, screening MST

Il Campus appare formalmente una struttura rassicurante, all'avanguardia, modernissima, convenzionata con il SSN e le principali assicurazioni mediche, ma.. non è tutto oro ciò che luccica.
La mia avventura comincia con la prenotazione della visita specialistica ginecologica con il primario del reparto.
Provo tutto il giorno poi, data l'impossibilità di prendere la linea, compilo il form on line per essere contattata.
In effetti al termine delle 72 ore previste, ricevo la telefonata attesa.
Ripeto più volte di voler prenotare solo la visita ginecologica prescritta dal medico di base senza alcun esame, perché sarà il dottore, in sede di visita come confermato anche dagli operatori del centro prenotazioni, ad indicarmi gli esami da svolgere in una sede successiva, se lo riterrà necessario.
Arrivo al Campus, passo all'ufficio assicurazione per l'accettazione della visita, così come risultante dalla pre autorizzazione dell'assicurazione e dalla ricetta medica.
Mi viene rilasciato un foglio che consegno al reparto di ginecologia dove faccio un colloquio preliminare con la giovanissima ma gentilissima assistente del professore.
Arriva il professore, ascolta la mia storia che riassumo in 5 minuti nei punti essenziali.
Mi ascolta in maniera molto cordiale e mi visita in 15 minuti e, nonostante sia arrivata l'autorizzazione dalla mia assicurazione soltanto per la visita specialistica, esegue in tempo record gli esami che ritiene opportuni. Non mi chiede però alcuna informazione aggiuntiva rispetto a quanto da me riportato e nemmeno quelle fondamentali per l 'esecuzione degli esami prima di eseguirli, non pone alcuna domanda nemmeno per accertarsi che vi siano i presupposti per avere degli esame attendibili (rispetto del protocollo pre esami).
In maniera fulminea sparisce senza salutare.
La collega giovanissima finalmente si rende conto del fatto che il prof. ha eseguito esami non richiesti e non autorizzati dall'assicurazione in quella sede.
Mi dicono di non preoccuparmi e di scendere all'ufficio rapporti con assicurazioni per integrare la visita specialistica con le prestazioni eseguite di loro iniziativa, ma l'impiegato mi dice che non è possibile.
Risalgo e decidono di prescrivermi gli esami già eseguiti con la ricetta del sistema sanitario nazionale.
A quel punto devo insistere affinché, anche in quelle prescrizioni, al pari di quella del medico di famiglia comunicata all'assicurazione per la sola visita specialistica, venga indicata la sospetta patologia, richiesta dall'assicurazione al fine di valutarla richiesta di rimborso.
Scendo, arriva il mio turno e consegno le ricette rosse del SSN al reparto accettazione per il pagamento degli esami e per il ritiro delle relative etichette da riportare al centro ambulatorio ginecologo, per la spedizione degli stessi al centro analisi.
Trovo una persona inesperta che deve ricorrere al supporto di una collega per individuare i giusti esami prescritti mostrandosi, tra l'altro e oltretutto, maleducato, arrogante e scocciato.
Nonostante l'ambulatorio mi avesse indicato l'interno per essere contatto per eventuali problematiche al riguardo, il collega dell'accettazione si rifiuta semplicemente di farlo.
Soprassiedo, mentre sono in attesa delle etichette vengo sollecitata al cellulare dall'ambulatorio che necessita urgentemente delle etichette per essere nei tempi.
Pago gli esami con il SSN sperando che l'assicurazione poi li rimborsi (120 euro contro 10 euro se mi avessero permesso di eseguirli, a posteriori, con la mia assicurazione in forma diretta).
Mi dico "va bene", non importa a questo punto dei costi, la salute non ha prezzo, soprattutto in questi casi e per come si sono messe le cose.
Salgo di nuovo le scali mobili (2 piani) di corsa.
L'assistente del prof. a quel punto si accorge di aver dimenticato di prescrivermi un esame fondamentale, mi dice di correre nuovamente giù e pagare anche quello, senza però fare la fila questa volta, perché siamo strettissimi con i tempi di spedizione al laboratorio analisi.
Vado dallo stesso impiegato riportando quello che mi è stato detto, ma si scoccia del fatto che io non abbia fatto la fila.
Mantengo la calma, prendo l'etichetta mancante, salgo nuovamente su, trafelata e stanchissima considerando le mie condizioni di salute a dir poco non ottimali.
L'assistente non c'è più, ma è presente solo l'infermiera, molto cordiale, che al volo prende l'etichetta dell'esame mancante.
Le chiedo se posso integrare anche altre ulteriori analisi prescritte dal primario non coperte dal SSN da eseguire successivamente, con la sospetta patologia (l'assistente non lo aveva fatto), ma mi dice che l'ambulatorio ormai è chiuso e mi indirizza ad un altro ambulatorio al piano superiore.
Inizio a sentirmi parte di un incubo.
Trovo l'altro ambulatorio tra infiniti corridoi, mi faccio integrare la prescrizione degli altri esami con una sospetta patologia per beneficiare del rimborso dell'assicurazione almeno per quelli, e scendo in accettazione per verificare che nella disorganizzazione, dimenticanze, corsa sfrenata non vi sia stato alcun errore, considerando l'estrema importanza degli esami e i tempi per disporre dei risultati (40 giorni).
Vengo finalmente rassicurata in merito alla coincidenza di quanto prescritto rispetto alle etichette emesse.
Alla fine riesco a fare tutto (sono le 18.30, la visita è iniziata alle 14.30, durata 20 minuti, il resto errori, costi supplementari, burocrazia, inefficienza e disorganizzazione a mio carico).
Ma non fa nulla, sono contenta comunque che sia riuscita alla fine a fare le cose più importanti.
Fin quando non torno a casa e scopro che gli esami eseguiti non sono attendibili perché appunto il primario non si è accertato che avessi seguito alcune accortezze essenziali per il buon esito degli accertamenti prima che li facessi; ma non potevo esserne di certo io a conoscenza, tutt'al più che non ho avuto nemmeno la possibilità di informarmi da sola perché semplicemente non sapevo che li avrei fatti.
Alla fine cedo e subentra un profondo sconforto: un calvario che non e' servito a nulla, un giorno di ferie richiesto in ufficio, dove le assenze nelle mie condizioni fisiche pesano molto.
Sono distrutta fisicamente e psicologicamente.
Questa è una struttura che si basa sulla quantità, una macchina inefficiente alla rincorsa sfrenata del profitto, del risparmio del personale e dell'organizzazione:
questa la mia impressione, questa la mia esperienza che spero possa servire a qualcuno e migliorare il servizio offerto.
È la prima volta che lascio un commento, una storia volutamente ricca di dettagli importanti per iniziare a ribellarsi e denunciare tali tipi di episodi.
È doveroso uscire dal proprio silenzio e deontologicamente necessario che vengano ripetuti gratuitamente e correttamente gli esami, che tali errori non debbano essere pagati più da persone che, nonostante tutto, giorno dopo giorno, combattono per la loro salute intrappolati in una condizione fisica a dir poco fragile.

Patologia trattata
Screening Malattie Sessualmente Trasmissibili (MST).

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