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Il giorno 17 gennaio, mia madre e mia zia, invalide, si recano con accompagnatore presso il Distretto sanitario di Zagarolo per effettuare una visita ortopedica. Per problemi tecnico-informatici l'operatore del distretto non può regolarizzare le prescrizioni ma, trattandosi di persone esenti, invita le pazienti ad avvicinarsi all'ambulatorio per poter effettuare prima la visita e poi adempiere alle pratiche burocratiche. Le ricette vengono consegnate all'infermiera addetta al ritiro, dopo mezz'ora di attesa e constatato l'ingresso in ambulatorio di pazienti con appuntamenti in orari successivi, le signore e l'accompagnatore hanno chiesto informazioni. A questo punto è intervenuto colui che avrebbe dovuto effettuare la visita medica, il Dott. Fantauzzi, che non guardando nemmeno le persone che gli si stavano rivolgendo, ha iniziato ad urlare in modo maleducato ed inopportuno al ruolo ricoperto e, per finire, ha liquidato l'accompagnatore facendolo uscire in malo modo dall'ambulatorio, sbattendogli la porta in faccia. La situazione ha determinato una reazione emotiva forte delle pazienti, una è scoppiata in lacrime e l'altra in preda ad una crisi di panico è rimasta paralizzata sulla sedia senza riuscire a camminare per la forte agitazione. Il dottore non ha ritenuto di scusarsi nonostante sia stato richiamato da altro personale e nonostante sia stato invitato a farlo dall'accompagnatore delle signore. La visita medica non ha avuto luogo, poichè è stato impossibile accordare fiducia ad una persona capace di assumere certi atteggiamenti con dei pazienti. Caro dottore, il lavoro che dovrebbe svolgere è uno tra i più belli e socialmente indispensabili. "Per diventare medici dobbiamo curare il paziente, non la malattia. Dobbiamo tuffarci nelle persone, navigare nel mare dell'umanità." diceva un Medico. Lei si è fermato alla ricetta, non ha avuto occhi ed orecchie per le persone.