Ginecologia Ospedale Orvieto

 
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Partorirai con dolore

Ho partorito in questo ospedale dopo essere stata ricoverata per rottura delle acque.
Dopo circa dodici ore dal ricovero, mi hanno applicato la cd. fettuccia per indurre il parto e le contrazioni sono partite quasi subito.
I dolori sono stati devastanti, ho supplicato per avere una epidurale ma non mi è stata fatta.
Ho quindi dovuto soffrire come un cane fino a quando è nata la mia bambina. Ero talmente provata che quasi non ho voluto vederla.
Durante l'applicazione dei punti per le lacerazioni, ho chiesto anestesia e mi è stata fatta localmente. Ho sentito che il medico che stava procedendo con i punti aveva fatto chiamare l'anestesista che quindi, deduco, fosse allora presente nella struttura.
Finito il tutto, mi è stato chiesto se volessi la carrozzina per tornare nella mia stanza, come se fosse normale che una persona che ha appena partorito e con i punti appena messi, fosse in grado di camminare sulle sue gambe.

Detto ciò, non voglio (e non ne avrei le competenze) discutere sull'aspetto della professionalità dei ginecologi e delle ostetriche del reparto. Immagino che, tecnicamente, abbiano fatto tutto quello che dovevano e potevano fare.
Quello che è mancato non è stata la competenza, ma l'empatia.
Di fronte ai dolori insopportabili mi è stato detto semplicemente di calmarmi.
Certo che il parto è doloroso, ma viviamo nel 2020 e non nel 1800.
Ogni donna - in quanto paziente- dovrebbe avere diritto a non soffrire, se lo vuole. E' mostruoso che non possa essere così.
Purtroppo, ho scoperto solo successivamente che la garanzia dell’analgesia epidurale rientra nei Livelli essenziali di assistenza (LEA) soltanto nelle strutture che garantiscono un numero di parti all’anno uguale o superiore a mille. Ed Orvieto non rientra tra queste. Per cui, la possibilità di avere l'epidurale non è garantita.
Ma quel che è peggio è che, parlando con alcune ostetriche del reparto, la possibilità di avere sollievo dal dolore del parto non era ritenuta così importante. "I dolori del parto sono gli unici che non sono legati ad una malattia", mi è stato detto. E quindi (conseguenza logica?) DEVI soffrire. Che poi questo potrebbe FORSE essere accettato se fossimo davanti ad un vero e proprio parto naturale.
Ma un parto indotto non è un parto naturale. E quindi il dolore delle contrazioni è diverso, non c'era spazio per riprendersi tra una contrazione e l'altra.
Non è in programma avere altri figli, ma se mai ciò dovesse accadere andrò in un ospedale che garantisce i livelli essenziali di assistenza e che non considera i dolori devastanti di un parto (peraltro indotto e non naturale) conseguenze da sopportare e basta.

Patologia trattata
Parto indotto.
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