Ospedale San Camillo Roma
Recensioni dei pazienti
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Elogio al personale del Pronto Soccorso
Mi sono recata nel pomeriggio del 30/04 al Pronto Soccorso del S. Camillo a seguito di una ferita all'avambraccio per incidente domestico. L'attesa, prima di essere chiamata dal medico (peraltro gentilissimo ed efficiente), è stata lunga, ma mi ha dato modo di osservare "in diretta" la mole di lavoro STRAORDINARIA e professionale a cui il tutto il personale, certamente sottodimensionato rispetto alle esigenze della struttura, fa fronte. Non ho visto nè sentito mai nessun medico o infermiere/a perdere la pazienza, rispondere sgarbatamente anche a chi si introduceva, arbitrariamente e inopportunamente, dentro il reparto, reclamando la lunga attesa o ponendo per dieci volte consecutive la stessa richiesta; non ho visto mai fermo un solo istante nessun operatore sanitario, a partire da quelli preposti al triage fino ai medici di turno, nè perdere di lucidità anche di fronte all'arrivo improvviso di ben tre codici rossi nel giro poche ore, circostanza questa che ha, ovviamente, allungato i tempi d'attesa dei pazienti con patologie o infortuni meno gravi, quali il mio. Ritengo che non si riconosca o, quantomeno, non in modo pubblico e non quanto si dovrebbe fare, l'eccezionale lavoro, fisico e mentale, a cui tale personale è impegnato quotidianamente, lavoro che sicuramente non è retribuito a sufficienza rispetto alle condizioni e al carico di lavoro in cui si trova ad operare. Un grazie sentito e ammirato da parte mia e un elogio davvero sentito a tutto il Personale del Pronto Soccorso del S. Camillo.
Neurochirurgia d'urgenza San Camillo
Sono giunta presso questa struttura dopo essere stata investita da un'auto. Non ricordo nulla, so solo che mi hanno salvato la vita mediante craniectomia decompressiva.
Struttura che non consiglio
Non consiglierei mai e poi mai questo ospedale. Chi ci lavora è al 90% molto scortese con i pazienti, che di certo non si vanno a cercare ciò che gli succede! Non ho nulla da ridire sui dottori, anzi, sono molto bravi, ma l'organizzazione di questo ospedale la trovo veramente penosa!
Non idoneità al trapianto fegato- rene
Nel giugno 2021 ero in lista trapianti (da due anni) presso l'ospedale Umberto I di Roma, per doppio trapianto fegato e rene.
Mi rivolsi anche al San Camillo per chiedere di essere inserito in lista, per lo stesso trattamento, visto che all'Umberto I non riuscivano a sottopormi al trapianto. Fui chiamato ad un colloquio col dott. De Paolis, in cui presentai tutta una documentazione clinica dichiarando la mia posizione attiva in lista trapianti. Venni chiamato dallo stesso per effettuare le analisi del sangue, una Tac addome e altre visite. Dopo tutto ciò, mi comunicarono la non idoneità all'inserimento in lista trapianti per precedente PBS (peritonite batterica spontanea). Mi consigliarono di andare a Torino dove, secondo loro, avrei avuto qualche possibilità in più. Io non capii perché a Torino sì e da loro no! Il dott. Iaria, che per primo mise in dubbio l'idoneità, molto gentilmente mi aiutò a capire meglio, spiegandomi che la scelta di Torino era suggerita più che altro per uscire dall'entourage laziale! Continuai a non capire se il problema fossero le PBS pregresse o l'entourage laziale! Non mi persi d'animo e mi rivolsi al policlinico di Tor Vergata dove, dopo aver effettuato i soliti esami di routine, i responsabili del reparto trapianti mi comunicarono il loro assenso all'inserimento in lista trapianto presso di loro. Il problema delle PBS per loro non costituiva motivo di esclusione e di inidoneità. Non occorse quindi recarmi a Torino e neanche uscire dall'entourage laziale!
Dopo due mesi dall'inserimento in lista presso Tor Vergata, venni chiamato per il trapianto.
Se non ci fosse stato un altro ospedale, sarei stato spacciato!
Da questo, ho iniziato un periodo di riflessione che mi porterà a chiarire, da più vicino ed in maniera più capillare, questa via crucis partita dall'Umberto I nel 2019 e conclusasi, grazie a Dio, al policlinico di Tor Vergata nell'ottobre 2021 (3 ottobre).
Inoltre, anche se per molti non conterà molto, Dio onnipotente c'è ed è al di sopra di ogni virtù!
A presto!
Enrico Leo
Reparto Flajani - Chirurgia e Urologia pediatrica
Aldilà della professionalità del Dott. Alberto Ceccherini e la Dott.ssa Maria Luisa Perrotta, lamento la mancanza di sensibilità e umanità dello staff infermieristico nei confronti di un bambino e della sua mamma, che per giorni non ha ricevuto neanche una tazza di the! Come la mancata messa a disposizione di una coperta dopo 10 giorni su una poltrona! Una vergogna!
Per non parlare del vitto, impresentabile e immangiabile.
Scleroembolizzazione varicocele
Purtroppo questa tecnica comporta recidive e vuol dire che dopo qualche mese è facile vi ritroviate con lo stesso problema. All'ospedale San Camillo il dottore, consapevole della recidiva, non ha avuto il coraggio di dirmelo ma mi ha fatto perdere tempo (e denaro) inviandomi dai suoi colleghi in cliniche private, alludendo che il problema non fosse una recidiva ma sintomi di altre patologie... Così ho perso anni della mia vita, dove avrei potuto avere un altro figlio risolvendo il problema in tempo con altre tecniche, come per esempio la microchirurgia.
Pronto soccorso
Una sala rossa con un infermiere lontanissimo da mia madre gravissima. Il reparto, nel quale operano delle vere eccellenze, funziona solo di giorno... di notte infermiere sonnolenti e un po' scocciate...
Le ultime tre ore di vita di mia madre le abbiamo passate in una stanza singola con infermiera a disposizione competente e dolcissima. Non hanno accettato la donazione delle cornee perchè troppo anziana. Camera mortuaria, nel nosocomio accanto, con persone, almeno loro, meravigliose.
Calcolo renale
Mi sono rivolto al San Camillo per un calcolo di 3 cm. al rene destro.
Dopo aver compilato tutti i moduli per la lista d'attesa, mi hanno invitato a ritornare per fare la visita con il primario, mi hanno sconsigliato di operarmi lì e mi hanno invitato da andare all'ospedale Dei Castelli.
Pronto Soccorso
Sono stato ricoverato al pronto soccorso in sala d'emergenza e posso dire che i pazienti vengono trattati malissimo. Dopo 7 ore di ricovero mi hanno mandato via senza nessuna spiegazione, solo con la diagnosi, senza nessuna terapia o su cosa fare. I pazienti vengono trattati come se fossero degli appestati con cui è meglio non avere nulla a che fare. E non è vero che dipende dal carico di lavoro, quello è un alibi per nascondere che è un problema delle persone che ci lavorano. Ho avuto esperienza in altri ospedali pubblici e non ho trovato una tale mal disposizione verso il paziente.
Delusa
Ho avuto a che fare con questo ospedale per tanti anni: prima l'intervento di sostituzione di aorta di mia madre, poi ho partorito i miei due figli, restando sempre molto soddisfatta dei medici, del personale, dell'assistenza. Ora il declino totale. Mio padre ricoverato al padiglione Puddu per 15 giorni per applicazione di pacemaker, entrato con le sue gambe, è poi uscito in barella pieno di piaghe da decubito e senza copertura antibiotica, pur avendo tolto il catetere poche ore prima della dimissione per cui, dopo 4 giorni, ricoverato per infezione alle vie urinarie al padiglione Maronecelli al 3° piano. Pessimo. Nessuna assistenza, nessuno che lo aiutasse a mangiare. Anzi, un giorno sono arrivata poco prima dei pasti e ho scoperto che non gli avevano portato da mangiare perchè, a dire dell'infermiera di turno, lui rifiutava il cibo. Insomma, dopo 20 giorni di ricovero tra Puddu e Maroncelli, mio padre era devastato fisicamente e psichicamente.
Peccato, era un buon ospedale.
VIISITA BARIATRICA
Il 3/12/2021 in regime privato presso l'ospedale ho sostenuto una visita bariatrica. Il chirurgo mi ha spiegato sia la tecnica dell'operazione, sia l'inserimento del palloncino. Ho espresso il parere che per la mia patologia pregressa era meglio il palloncino. Mi ha chiesto i recapiti e mi ha comunicato che sarei stata contattata dal suo staff entro dicembre. Al 3 gennaio ho chiamato io, in quanto nessuno mi aveva contattato. Mi è stato detto che il messaggio sarebbe stato riferito al chirurgo e che dovevo parlare con lui. Al 14/1/2022 altra chiamata al reparto, stessa risposta. Oggi 20/1/2022 mi chiama il chirurgo informandomi che sono 2 anni che l'ospedale non ha palloncini, che c'è una lista di attesa di 800 persone, che inseriscono il palloncino solo ai casi gravi e che eventualmente sarei stata chiamata dal servizio di diabetologia. La cosa assurda è che tutte queste informazioni in visita non mi sono state fornite, nè delle liste di attesa lunghissime, nè della mancanza di palloncini per Covid.
Reputo la consulenza del medico per nulla professionale, mi ha fatto perdere tempo, mi ha dato l'illusione di poter dimagrire e mi è costato 100 euro.
Riposizionamento catetere pacemaker
Ho dovuto sottopormi a riposizionamento di un catetere del PaceMaker, che è riuscito bene. Equipe medica attenta e molto competente.
Purtroppo il resto l'ho trovato assurdo. Assistenza infermieristica da non commentare.. forse sono pochi in reparto, ma quei pochi sono sempre scocciati e rispondono, se rispondono, spesso male.
Pulizie? Mai visti pulire, bensì affacciarsi in stanza... Ci sarebbe molto da migliorare.
La morte di mia madre
Ho passato 5 mesi nell’ospedale San Camillo perché mia madre aveva un tumore alla cervice uterina. Mia madre è morta il 27/03/2020, con una dottoressa che, con l'emoglobina a 7, l’ha dimessa dall’ospedale dandole una cura antibiotica per un principio pleurico scambiato per una bronchite e ansia.
Dopo un ricovero urgente in pronto soccorso, siamo passati al reparto pneumologico, dove il dottore ha deciso di non fare l’esame istologico al linfonodo polmonare, trattandoci oltretutto con presunzione.
Arriva il finale, il reparto oncologico, dove mia madre muore sola.
La nostra esperienza riguardo questo ospedale è pessima.
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