Centro Cardinal Ferrari di Parma

 
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Recensioni dei pazienti

2 recensioni con 4 stelle

20 recensioni

 
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Grazie

G R A Z I E

Dopo 254 giorni di degenza trascorsi in questa struttura, ora con questa recensione desidero salutarvi.
Torno a casa mia, dalla mia amata famiglia, ma qui lascio un pezzo del mio cuore. Sono arrivato il 10 marzo al terzo piano e la dottoressa Bertolino e il suo staff si sono amorevolmente occupati di me sin dal primo giorno della mia rinascita, insegnandomi a deglutire, a respirare, a tranquillizzarmi quando il mio cervello era in un caos totale, ad aver fiducia e a trovare la voglia di tornare a sperare in un futuro.
Mi hanno successivamente spostato in altrettante ottime mani perché dovevo iniziare il mio percorso di riabilitazione fisica e così ho conosciuto la dottoressa Recanatesi e la sua collega dottoressa Cavatorta. Da quando sono passato al secondo piano, la nebbia della mia mente ha iniziato lentamente a dissolversi e posso dire in tutta onestà, di ricordarmi le vostre attenzioni, la vostra gentilezza, le battute della "mia pazza Doc" con tutti noi pazienti per farci sentire unici e speciali, sin dai primi giorni nel nuovo reparto.
Qui mi hanno aiutato nel mio percorso di recupero altri ottimi professionisti come le neuropsicologhe Deborah e Ilaria, le psicomotriciste Daniela, Paola e Greta, Sabrina e Matteo i terapisti occupazionali, le mie ortottiste tutte, Vanessa l’educatrice ma un grazie speciale vanno ai miei fisioterapisti Monica, Simone e Paolo del terzo piano che sono riusciti a plasmare “abbastanza” un tronco di pino famoso per essere un legno piuttosto duro. Ecco così era il mio corpo, devastato dalla spasticità e dal coma. A loro vanno particolari ringraziamenti per avermi sempre trattato con professionalità e umanità, senza farmi mancare una battuta scherzosa e tanto affetto quando le difficoltà mi mettevano a dura prova. Con il loro infaticabile lavoro oggi posso tornare a casa e accarezzare i miei cani ma anche abbracciare mia moglie in piedi accennando un lento anche se ben saldo ad un appoggio.
Desidero ringraziare anche tutti i professionisti che nei momenti bui del lockdown ci intrattenevano con attività ricreative interessanti e stimolanti.
Per ultimo, ma non per questo meno importanti, un grazie sincero a tutte le infermiere e agli oss che si sono occupati di me con professionalità e tanta cordialità nonostante la loro gravosa mole di lavoro causata dalla mancanza di personale. La convivenza è sempre difficile figuriamoci in una struttura con tante persone; ci sono stati momenti di tensione e di screzio ma ricorderò anche quelle persone con grande affetto.
A voi tutti grazie di cuore


Tutto quello che ho dettato a mia moglie e vissuto emotivamente non è però solo positivo. Qui sono ad elencare alcune difficoltà che ho subito e che hanno reso anche difficile e dolorosa la degenza al fine di portare una riflessione a chi dirige questa struttura per eventualmente prendere nuovi accorgimenti per i pazienti che verranno in seguito.
1) E’ DISUMANO comunicare in videochiamata con il proprio famigliare solo una volta a settimana per 6 minuti. Questo è ciò che ho dovuto subire nel periodo di lockdown a causa delle mie disabilità acquisite che non mi permettevano il contatto in autonomia. Questo non deve ripetersi perché devasta famiglie già fortemente provate da un trauma improvviso che li lascia con pochi strumenti per superare tutti questi eventi negativi.
2) La carenza di personale, usata come spiegazione per giustificare lo straziante problema sopra citato, si è ripercossa negativamente su altri vari aspetti della mia riabilitazione e di tutte quelle persone, come me non autosufficienti, che non potevano godere di un pasto caldo perché per essere imboccati ci si metteva in fila o nel difficile processo di rieducazione delle vie urinarie dove era impensabile attendere anche 30 minuti un pappagallo.
3) Il Centro è circondato da un bellissimo giardino e con l’arrivo della bella stagione i parenti possono far visita al proprio famigliare anche per due ore peccato che non ci sia una panchina dove sedersi. Così si incrociavano persone che in spalla avevano uno sgabello portato da casa o famigliari che per stare con il proprio caro si sedevano sui cordoli del prato.
4) Effettuare lavori di manutenzione straordinaria in una sezione del reparto separando la zona con cellophane o pareti di cartongesso compromette l’igiene delle superfici e la qualità dell’aria oltre all’assistenza efficace ai degenti. Si sono infatti generati polvere, sporcizia, rumore eccessivo ma anche il passaggio di operai senza dispositivi anti covid tra i pazienti. Inoltre la collocazione nelle camere dei degenti, anche se solo per poche settimane, non era adeguata agli spostamenti e tanto meno all’accesso in carrozzina. Tutti elementi che non dovrebbero essere presenti in una struttura efficiente di riabilitazione.
5) Il continuo spostamento di reparto di infermieri ed oss è stato la causa di alcuni spiacevoli disguidi. In un reparto dove i progressi dei pazienti si susseguono non è auspicabile far effettuare rotazioni eccessivamente lunghe al personale che non ha il tempo di leggersi le singole consegne e che si rapporta al degente come 3 o 4 settimane precedenti. Così io sono stato costretto a defecare nel pannolone anche dopo aver imparato ad utilizzare il water.
Detto questo, ritengo il Centro Cardinal Ferrari uno dei luoghi di cura migliori della Regione in quanto i professionisti sono giovani, preparati e desiderosi di applicare ogni ricerca anche recente alla cure di tutte le persone che vi accedono.

Patologia trattata
ANOSSIA SECONDARIA - cura dello spasticismo post-anossico, riabilitazione psicofisica e ortottica.
Voto medio 
 
4.3
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
3.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
5.0

Più che soddisfatto

Ottimo centro professionisti di alto livello, ottimo coinvolgimento paziente- famiglia. In 3 mesi sono rinato grazie a tutti i dottori e riabilitatori, molto professionali e disponibilissimi. La bacchetta magica non esiste, bisogna lavorare in sinergia con i riabilitatori ed avere fiducia nella loro professionalità; bisogna lavorare e impegnarsi, non come certi pazienti, che pensavano solo ad inveire contro i terapisti. Io dopo dopo 8 mesi dal ricovero, corro la mia prima mezza maratona. Grazie ancora.

Patologia trattata
Riabilitazione.
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