Ginecologia Ospedale Miulli

Sono una donna con endometriosi. Ho fatto la visita al consultorio del Miur dato che mi avevano detto che era ottimo. Successivamente la visita, ho perso la e-mail che la dottoressa mi aveva dato. Dopo diverse telefonate al centralino del Miur senza esito, chiedo tramite messanger alla dottoressa di rimandarmi la e-mail per poter inviare il riscontro degli esami. Lei mi dà il numero di telefono, così iniziamo a parlare, ma nel momento che capisce che non sono una paziente privata ma una paziente del Miur, non mi fa capire.. mi dice proprio: Pensavo fosse una paziente mia signora, non sapevo fosse passata in ambulatorio. Invii il risultati all'e-mail che le ho dato.
Io: le ho detto che purtroppo non ho più l'e-mail.
Lei: la procedura è quella.

Sono stata ricoverata per TC programmato dopo pregresso TC fatto all'estero con un'assistenza ricevuta meravigliosa... Purtroppo non posso dire la stessa cosa per l'assistenza ricevuta al Miulli. Non mi è stata data la possibilità di avere qualcuno in stanza con me, anche con tampone negativo, per aiutarmi almeno il primo giorno del cesareo. Io e la compagna di stanza abbiamo avuto il TC lo stesso giorno, la mattina, e siamo state abbandonate a noi stesse. Chiamavamo il nido che non veniva e le infermiere si presentavano dopo ore dalla chiamata lasciandoci in balia di noi stesse a dover cambiare i bimbi sul letto, con ancora anestesia spinale e dopo coi dolori fortissimi. Le ostetriche, alla mia richiesta di un antidolorifico nel pomeriggio, mi rispondevano che avevo già l'antidolorifico con me, ossia la pompa antalgica, ma chiedendo qualcos'altro dato che già mi avevano mobilizzato e per urinare avevo dolori fortissimi, ripetevano più volte che avevo l'antidolorifico. Mi sono dovuta arrabbiare e lamentare dei miei diritti di almeno ricevere una tachipirina endovena prima di avere qualcosa, e questo è successo per tutta la degenza. Sono un'infermiera, non l'ho ribadito e l'ho tenuto per me, ma so cosa significhi dare una buona assistenza ed io è ciò che non ho ricevuto qui al Miulli. Poi ci accorgevamo che altre persone, invece, hanno avuto per il cesareo l'accompagnatore di notte e non è giusto che ci siano due pesi e due misure. È stata davvero una brutta e triste esperienza in quelli che dovrebbero essere i più bei momenti per una donna e non posso che dare un feedback negativo. Dopo 2 settimane al pensiero mi viene ancora da piangere per come sono andate le cose.

Terribile esperienza la mia. A causa della mancanza dei posti letto e delle forniture di farmaci, sono stata dimessa con un sacco rotto e senza alcuna terapia di mantenimento per la gravidanza, causando così un parto prematuro (seguito purtroppo dalla morte dei miei bambini). Lasciata partorire sola in una stanza fredda, mi è stato detto "quando hai finito chiamaci". Tanto è solo un aborto..? Un ente ecclesiastico dove non ho trovato conforto, anzi: cinismo e assenza totale di tatto.

Sono arrivata al Miulli dopo una attenta ricerca di ospedali che praticavano parti non medicalizzati. Ho scelto appositamente un ginecologo residente per essere megli seguita, ho frequentato con mio marito il corso pre-parto in loco, per conoscere il personale e sentirmi più a casa. Avevano prospettato un rispetto raro per la nascita non medicalizzata, ci hanno impastato ben bene con uno scenario pieno di nuvolette rosa e farfalline, ma la realtà che poi ho riscontrato è stata ben diversa. Sono arrivata in ospedale alle 5.30 di mattina dopo una notte di travaglio a casa, con due cm. di dilatazione circa. Dopo aver fatto il tracciato, secondo loro non ero in travaglio e volevano rimandarmi a casa. Dopo mia insistenza hanno fatto un altro tracciato. Mentre mi recavo nella medicheria per ulteriore visita, rompo le membrane. A quel punto il ricovero è obbligatorio. Una ostetrica quasi scocciata pulisce le mie perdite. Intanto mi cambio con notevole difficoltà perché in preda alle contrazioni. Nessuno accenna ad aiutarmi. Mi portano in sala travaglio-parto e mi attaccano una flebo con antibiotico perché positiva a streptococco e, per lo stesso motivo, ostetrica e ginecologa mi somministrano ossitocina per indurre un parto più veloce. Da lì è andato tutto malissimo. Dolori insopportabili, senza pausa, io ero ormai persa nel mio dolore, in preda al terrore, l'ostetrica che mi guardava scocciata e passiva. Dopo qualche ora di agonia, i battiti del bambino perdevano colpi, perciò hanno deciso per il cesareo. La spinale in sala operatoria non riuscivano a farla perché i dolori fortissimi e continui m'impedivano di stare ferma il tempo necessario. Mi hanno tenuta bloccata due persone. Durante il cesareo uno dei due chirurghi mi rimprovera per aver preso troppi chili. Insomma alla paura, al dolore e alla vergogna di stare davanti a tanti sconosciuti nuda e con un catetere infilato in vescica, anche l'umiliazione di sentirmi dire queste cose. Le mie braccia legate tremavano come foglie al vento, tant'è che dopo c'è voluto un calmante per farle smettere. Il bambino non l'ho visto appena nato, me lo hanno portato svariati minuti dopo già lavato per 30 secondi e poi dopo 5 ore di incubatrice. Mi hanno messa in piedi alle 24 ore dal cesareo. Negandomi persino gli antidolorifici. Dalla seconda notte neanche volevano che restasse mia madre ad assistermi. Secondi loro dovevo essere in grado di fare tutto da sola, andare in bagno, alzarmi e rimettermi a letto, accudire mio figlio... Puericultrici scorbutiche e poco pazienti, che pretendevano andassi a cambiare mio figlio di persona a poche ore da un intervento. Solo poche persone sono disponibili ed umane, e solo la neonatologia potrebbe farmi decidere di tornarci.

Esperienza assolutamente negativa se dovessi valutarla sul comportamento poco umano e approssimativo del primario. Sono stata "salvata" dalla straordinaria disponibilità e umanità del Dott. Milella, dalla capacità organizzativa della Caposala e dall'impegno di tutto il personale di Sala Operatoria e Neonatologia.

Esperienza in sala parto negativa: scarsa informazione durante il travaglio, sebbene richiesta circa le procedure e l'andamento del travaglio stesso. Ostinazione oltremodo disumana per perseguire il parto naturale nonostante le difficolta'. Adozione di pratiche per "agevolare" il travaglio che sono vietate in altri ospedali/ Stati.... Parto umanizzato? Una grande bufala. Viceversa il reparto e' efficientissimo, con personale molto disponibile. Le ostetriche dovrebbero essere piu' umili e soffrire di meno protagonismo, ricordando il diritto fondamentale di informare le pazienti tenendo in conto le eventuali patologie documentate in cartella, che non viene nemmeno consultata...