Ospedale Annunziata di Cosenza
Recensioni dei pazienti
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Medicina Valentini: esperienza pessima
Mi rivolgo a tutti quelli che leggeranno: non mettete piede mai nei reparti di Medicina Valentini.
I medici del precedente reparto in cui si trovava ricoverato mio padre avevano pianificato di eseguire una TAC per monitorare la condizione del paziente e valutare così la possibilità di drenaggio biliare appena i valori lo avessero consentito.
I medici del nuovo reparto in cui si trova ora (Medicina Valentini, degenza) non sono stati affatto propensi a eseguire un'altra TAC, convinti dal caro radiologo interventista Guidi che non ci voleva mettere mano... preferendo però procedere con l'ECPR, una procedura molto più invasiva per un paziente fragile.
Noi familiari dopo diversi consulti anche con altri medici di diversi istituti italiani abbiamo appurato come una TAC aggiornata fosse necessaria per avere una visione chiara e aggiornata della condizione del paziente e prendere decisioni informate sulla sua cura. E non è possibile fare diagnosi o prendere decisioni basandosi su referti vecchi.
Il suo destino sarebbe stato infausto lo stesso, ma si sarebbero potuti gestire meglio i tempi e le aspettative di vita.
A cosa serve un medico? Quale dovrebbe essere il suo obiettivo?
A medicina Valenti se sei malato non servi più alla società e quel reparto diventa l'anticamera dell'obitorio, si dimenticano presto di te OSS e infermieri, chiedere una informazione ai medici diventa una causa persa... abbassano lo sguardo per paura di essere fermati.
Non si può e non deve esistere la paura di tentare. Non aver fatto più nessun altro tentativo nel tempo vuol dire aver abbandonato il paziente alla sua sorte.
Mio padre si è aggravato nei giorni ed è deceduto anche a causa della vostra noncuranza e tempi di attesa disumani.
Ringrazio solo l'infermiere Fortunato e la Dottoressa Ruvio che in quel posto da incubo non ci dovrebbero proprio stare.
Rimandato a casa senza essere visitato
Mio padre aveva dolori atroci ai piedi a causa di una necrosi; dopo 10 ore di attesa su una sedia lo rimandano a casa senza alcun esame o controllo, dicendo che doveva curarsi a casa.
Dopo un mese e mezzo mio padre è morto dopo atroci sofferenze in un ospedale di Milano, dove hanno fatto il possibile ma ormai era troppo tardi.
Pronto Soccorso
In serata ho portato il mio ragazzo al PS per corpo estraneo in un occhio (con dolore e completamente privo di vista dopo l’accaduto). La vigilanza mi ha urlato contro e spinto fuori perché io accompagnavo e non dovevo venire (come faceva a venire uno che non vedeva?); l’infermiera del triage, senza registrare il paziente e quindi senza fargli poi un foglio di dimissioni, ha esordito dicendo che mica poteva chiamare l’oculista reperibile così (praticamente per chiamare l’oculista doveva portargli l’occhio, in mano da come ci ha fatto capire.) e che dovevamo andare via che “c’era il Covid”. Dopo ci siamo recati in un ospedale in Basilicata distante quasi 2 ore, dove fortunatamente hanno rimosso la scheggia dall’occhio. Fatto sta però che forse, per le mancanze di cure a Cosenza, c’è stato un danno all’occhio. Pessimi davvero!
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