Ospedale Sant'Andrea Roma

 
4.2 (102)

Recensioni dei pazienti

10 recensioni con 4 stelle

102 recensioni

 
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4.3
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
5.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
2.0

Ricovero al pronto soccorso

Mia sorella è stata ricoverata per una sospetta emorragia gastrica qualche giorno fa e ieri è stata dimessa. È stata per un giorno e mezzo nel girone infernale del pronto soccorso e poi in astanteria. Si tratta di un girone infernale dove però operano infermieri e personale sanitario eccellente, premuroso, ricco di umanità, di generosità, oltre che di professionalità. A tutti loro va un grazie di cuore perché mi hanno ridato la speranza e la gioia di scoprire che esiste ancora un'umanità di cui ci si può fidare e affidare, malgrado una classe politica infima che non ha a cuore la salute dei cittadini e che costringe il personale sanitario a lavorare in condizioni disumane.

Patologia trattata
Emorragia gastrica.
Voto medio 
 
3.5
Competenza 
 
4.0
Assistenza 
 
3.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
3.0

Ricovero per polmonite da Covid

Sono stato ricoverato il 10 agosto con polmonite da Covid in terapia subintensiva.
La notte del 13, alle cinque del mattino, ho chiesto aiuto ad un infermiere per potere cambiarmi la maglietta zuppa di sudore; come risposta alla mia richiesta mi punta il dito dicendomi "zitto, devi stare zitto e non devi chiamare" . Sono rimasto sconvolto dalla sua aggressività. Lo invito, se è un uomo ad incontrarmi.
Invece mando un ringraziamento di cuore a tutti gli altri infermieri, che sono stati formidabili, oltre che ai medici ovviamente.

Patologia trattata
Polmonite da Covid.
Voto medio 
 
4.3
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
4.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
4.0

Eccellenza la Neurochirurgia

Sono stata operata il 29 luglio dal Prof. Massimo Miscusi, neurochirurgo di eccellenza, di stabilizzazione vertebrale con cage. Alzata in piedi già il primo giorno post operatorio, in uscita ho fatto addirittura le flessioni. Nella equipe del Prof. spicca per professionalità, competenza e grande umanità il Dott. Venditti, sempre presente e disponibile.

Patologia trattata
Stabilizzazione vertebrale.
Voto medio 
 
4.3
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
4.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
4.0

Ricovero per Covid-19

Inquilino No 9.
Il mio dramma Covid-19.
NO. NON TE L'ASPETTI. DAVVERO NO.

Venerdì 23 ottobre dolore intestinale e dissenteria. Il 24 ottobre, dopo cena con mia moglie, brividi di febbre.
Rimango a casa con la febbre variabile, ma piuttosto alta fino a toccare 39,9 gradi. Mi sentivo resistente e con mia moglie ho provato con qualche antibiotico, ignari in parte che potesse trattarsi della bestia del secolo.
Il 28 ottobre, dopo troppissimi sbalzi di febbre, mi avvio in pronto soccorso la mattina al San Giovanni Adolorata di Roma a fare una fila infinita. Quel giorno erano scattate le prenotazioni obbligatorie per il test covid-19, ma io ero ormai sotto scacco. Andava fatta la verifica.
Inizia l'attesa, ma grazie all'intuito di mia moglie chiediamo di non fare la fila ma di poter passare a piedi in pronto soccorso urgentemente. Anche perché sentivo di continuare ad indebolirmi e pensare a quella fila d'attesa era psicologicamente pesante.
L'operatore del pronto soccorso mi ha fatto fare la fila e quindi, d'improvviso, sono rimasto isolato. Messo su un lettino di corsia, com'è ovvio, senza neanche un effetto personale poiché appreso non portavo nulla. Forse il portafoglio vuoto, dopo mesi di lavoro fermo e cassa integrazione fantasma.

Alla sera, dal tampone molecolare e Tac emerge la mia positività, dopo un'attesa in letto stretto e scomodo di corsia: "sei positivo e hai la polmonite da covid-19", dice l'infermiera responsabile. Ed il dramma prende corpo. Corpo da mostro. Sensazioni contrastanti.
Mi hanno iniettato anti coagulanti in pancia e antibiotici intramuscolari al gluteo destro - Rocefin.
Monitorati i segni vitali ogni 10 ore: livello di saturazione troppo instabile. Padiglioni affollati e infermieri nervosi. Capisco.
Siccome non arrivava la tosse, il 28 ottobre il medico decide di rimettermi presso una casa in isolamento anti-covid a Villa Primavera al nord est di Roma, dopo avermi fatto fare qualche passo all'interno dell'ospedale per vedere la mia situazione respiratoria e motoria, suppongo.
Errore. Realmente non si avverava nessun miglioramento. Il giorno 3 novembre notte io personalmente ho chiesto nella suddetta casa di recupero Villa Primavera dell'ossigeno al personale, che evidentemente non aveva però a riguardo competenze professionali (e lo dico umilmente per quel che mi riguarda) per gestire la mia reale situazione: non era nelle loro mani intraprendere una terapia adatta alla mia polmonite. La mattina seguente e dopo una notte di tosse secca e reale mancanza di respiro, hanno chiamato l'ambulanza e mi hanno portato in pronto soccorso all'ospedale Sant'Andrea. I padiglioni erano affollati . Gli infermieri erano a tutta e, nonostante l'emergenza, si battevano su ogni paziente, anche per un bicchiere d'acqua. Devo dire esemplari, per mia fortuna anche. Nonostante ciò, c'erano delle persone che stavano meno male che erano incivili con gli operatori sanitari e persino lanciavano ingiustissimamente delle cattive imprecazioni (ma il ladro giudica per la sua condizione, si dice dalle mie parti). Io dentro di me non volevo disturbare nè disperdere il minimo di energia, anche perché la tosse mi aveva ormai scottato dentro e levato tra i giorni precedenti tanta energia e ogni attimo di ossigeno era la mia stessa vita. Dovevo gestire le particole.
La stessa mattina del 4 novembre sempre lì sui padiglioni, all'ospedale Sant'Andrea, mi hanno portato in radiologia per una ulteriore Tac: signore, la sua polmonite è raddoppiata rispetto alla Tac del San Giovanni, mi dice un'infermiera. Colpo dietro colpo, i miei polmoni non sapevano più reagire in mezzo a tale "incandescenza". Pensieri strani, moglie lontana dalla mia vista, famiglia lontanissima in Colombia, mente dispersa e straziata, tosse che mi faceva saltare di dolore e le mie tempie calde.
Gli operatori sanitari del Sant'Andrea entrano in azione la mattina del giorno 4 novembre 2020. Questa stessa mattina vengo connesso fisso all'ossigeno ed inizia la mia terapia farmacologica. Monitoraggi ben precisi, per quel che ne so, pasticche e antibiotici endovenosi al bisogno. L'ossigeno mi aveva iniziato come per magia a bloccare la tosse cruda e secca.
Quei giorni persi dal 28 ottobre al 4 novembre 2020 erano stati il vero errore. Nella mia ignoranza, penso che il dottore, avendo diagnosticato una polmonite da covid-19, non avrebbe dovuto mandarmi in una casa di cura anti-covid, bensì in un posto con un minimo di assistenza professionale dove poter eseguire, nella maniera più adeguata alle circostanze di questo dramma pandemico, una terapia polmonare. Capisco che manchino delle certezze a riguardo, poiché è un nuovo fenomeno macrobiotico nella nostra evoluzione, però in quei giorni penso (unico loro ma grande errore) hanno appeso il mio respiro ancora di più ad un filo... Chi? Il destino, la vita, oppure le infinite circostanze. Perché credo che con una piccola osservazione professionale io non avrei sofferto tanto e forse la mia guarigione potrebbe essere ormai avvenuta. Ma no. Oggi 15 novembre ancora non respiro da me e dipendo dell'ossigeno, perché la bestia è ancora qui, dentro.
Non so come ho contratto il covid-19, ma suppongo che per la linea temporale io abbia contagiato anche a mia moglie. Ho però la coscienza pulita, perché so di essere sempre stato responsabile durante ormai un anno di pandemia.
A chi ha preso le redini di questo mostro che è entrato in me, cioè all'ospedale Sant'Andrea di Roma ed ogni suo singolo operatore fino a chi prende le decisioni pratiche, tecniche e scientifiche, ormai devo un siderale grazie, sperando di farlo anche a pieni polmoni. Ma comunque almeno già un grazie meritato.

Qui dove mi trovo in questo momento, al quinto piano est del Sant'Andrea, dopo 2 giorni in un letto duro e stretto di corsia nel padiglione Urgenze, l'istinto ha predisposto una struttura che sarebbe prevista per la Chirurgia... e l'ha adattata alla sistemazione di emergenza covid-19 in cui io sono stato l'inquilino numero 9, e fino questo momento fra i primi ad usufruire di questo bene e ora inizio piano piano a respirare.

Buona guarigione a tutti quelli che fanno questa battaglia. Io sono ancora qui all'ospedale Sant'Andrea.
PS. Ho scritto guarigione parziale poiché la terapia è in atto ancora ma gli effetti molto positivi e chiari.
Alfredo R. Montana.
Roma 11- 16 -2020 .
Ore 23:58.

Patologia trattata
POLMONITE DA COVID-19.
Voto medio 
 
4.3
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
3.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
4.0

Poteva andare meglio...

Dopo una decade trascorsa a combattere le ricorrenti allergie stagionali a suon di farmaci consigliati online e/o da amici e parenti, ho deciso di prenotare una visita allergologica e capire una volta e per tutte la fonte del mio problema. Al Sant'Andrea, grazie al più che cordiale Dott. T. G., dopo avermi prescritto degli esami del sangue con test allergologici, sono risultato sensibile alla Parietaria. Nonostante la spesa si attestasse già sui 90 euro, tra ticket per la prima visita e test allergologici, ciò che più mi ha lasciato perplesso è stata l'unica alternativa a me proposta. E cioè di procedere con la richiesta di un vaccino a pagamento (Lais per circa 150 euro) ad azienda privata. Ora, a mie domande, mi è stato puntualmente risposto che avrei risolto definitivamente il problema, che avrei dovuto stare tranquillo, etc. Ma dopo mie ricerche online in merito a recensioni sul trattamento, ho scoperto che il vaccino sarebbe stato da ripetere di anno in anno e che alla lunga comunque avrebbe solo attenuato il problema, ma non completamente risolto. Cosa purtroppo omessa al Sant'Andrea di Roma. Motivo per cui non sono rimasto soddisfatto del trattamento consigliato e, anzi, mi sono detto stupito per il fatto di non avere ricevuto non meno di un paio di proposte per affrontare il mio problema. Una tramite azienda privata a pagamento - d'accordo - ma almeno un'altra con farmaci acquistabili in farmacia e magari a prezzi più umani. Insomma, un'esperienza di cui purtroppo non mi sono ritenuto soddisfatto, e che per questo mi ha portato a non seguire la soluzione dettata al Sant'Andrea di Roma.

Patologia trattata
Allergia a Parietaria.
Voto medio 
 
3.5
Competenza 
 
3.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
5.0

Visita ginecologica

A seguito di una diagnosi di asportazione dell'utero e delle ovaie rilasciata da un altro ospedale, decido di effettuare una seconda visita presso l'ambulatorio di ginecologia del Sant'Andrea, e l'appuntamento mi viene fissato per il 4 gennaio.
Giunta lì, spiego ad una prima dottoressa il motivo della mia presenza, consegno tutta la documentazione clinica già in mio possesso e chiedo la consulenza. Nel frattempo entrano un dottore e un'altra dottoressa e dal quel momento iniziano i problemi: mentre la prima e il dottore si mostrano gentilissimi e disponibilissimi, la seconda sembra molto contrariata e inizia ad infierire con frasi del tipo "se ha già tutto, cosa è venuta a fare qui?"; dopo aver spiegato le mie ragioni, continua dicendo "crede che noi andiamo a screditare un altro collega?".
I primi due visualizzano quanto avevo con me e mi invitano a prepararmi per la visita, appena dietro il paravento la sento di nuovo borbottare con i colleghi: "cosa crede, che il collega fosse impazzito?".
Finita la visita, mentre il dottore mi illustra la situazione, lei esordisce con un "vado a fumare una sigaretta".
Ecco, questa è la descrizione di una mia prima visita e spero anche ultima in questo ospedale, perché, se da un lato mi ha dato la possibilità di incontrare 2 persone degne di essere chiamate "dottore", dall'altra mi ha dato modo di capire che c'è ancora gente che dovrebbe scendere dal piedistallo e che dovrebbe quantomeno provare ad immaginare lo stato d'animo del paziente.

Patologia trattata
Fibromi uterini.
Voto medio 
 
4.0
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
3.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
4.0

Ernia del disco

Sono stata operata di ernia del disco L4-L5 nel mese di settembre.
Voglio ringraziare il dott. Nicola Serio che mi ha operato ed assistito assiduamente, chiarendo ogni mio dubbio con il sorriso e la pazienza che lo contraddistinguono, facendomi uscire da una situazione di dolore costante nonostante fossi da due mesi sotto effetto di cortisone. Ora, a un mese dall'intervento, sono in via di guarigione e vedo finalmente vicino il momento di un ritorno alla normalità. Grazie ancora.

Patologia trattata
Ernia del disco, con rottura dello stesso.
Voto medio 
 
3.5
Competenza 
 
2.0
Assistenza 
 
3.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
4.0

Attese troppo lunghe

Nonostante avessi un appuntamento alle 9:00 dato dal reparto, per gli ambulatori, la scarsa gestione e gli amichetti fanno sì che siano ora le 11:00 ed io sia ancora in attesa con il numero in mano. Decisamente non sono per niente soddisfatto.

Patologia trattata
Vie respiratorie.
Voto medio 
 
4.0
Competenza 
 
4.0
Assistenza 
 
4.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
4.0

Intervento pectus excavatum

Sono un ragazzo di 22 anni e sono stato sottoposto, circa due settimane, fa ad un intervento chirurgico secondo il metodo NUSS, a cura del Dott. Andreetti e il suo staff.
Sin dalla prima visita ho potuto constatare l'elevata competenza e disponibilità del dott. Andreetti, e con l'avvenuta operazione non ho avuto altro che un'ulteriore conferma, anche del suo staff.
Nei giorni di ricovero sono stato seguito attentamente in reparto( chirurgia toracica) dove anche gli infermieri di turno sono stati sempre di ottimo aiuto.
Ora sto continuando la terapia di antidolorifici perchè non vi nascondo che non è affatto una passeggiata; però consiglio vivamente a chi vuole eliminare questo problema, di intraprendere questo percorso perchè la soddisfazione ripaga altamente tutti gli sforzi.In base alla mia positiva esperienza, consiglio di provare in quest'ottima struttura ospedaliera.
Ringrazio il Dott. Andreetti e il suo staff per aver risolto questa mia patologia che sin da piccolo non sopportavo.

Patologia trattata
Pectus excavatum.
Voto medio 
 
3.5
Competenza 
 
4.0
Assistenza 
 
3.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
4.0

Non male ma...

Ho avuto mio padre ricoverato per tumore cerebrale nel 2005, i medici del reparto di neurochirurgia sono stati eccezionali, professionali, disponibili a ogni nostra richiesta di chiarimento e, soprattutto, hanno affrontato un intervento chirurgico che aveva un margine di successo del 5% in modo eccezionale. Un ringraziamento speciale al dott. Aqui.
Successivamente, fino al 2007, è stato in cura presso il reparto di Ematologia, dove ciclicamente effettuava chemioterapia. Diciamo che non sempre ci siamo trovati bene... e purtroppo ci son stati anche episodi in cui la dignità del malato non è stata proprio minimamente considerata.
Spero nel frattempo siano migliorate le cose.

Patologia trattata
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Patologia trattata
Linfoma cerebrale non hodgkin.
Punti di forza
professionalità di alcuni medici.
Punti deboli
mancanza di sensibilità di alcuni operatori sanitari.
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