Pronto Soccorso Ospedale Mirano

 
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Una sofferenza inutile

In queste poche righe voglio raccontarvi un increscioso episodio avvenuto a mio marito presso il PRONTO SOCCORSO di Mirano (Provincia di Venezia) alcuni giorni fa.
In data 21 gennaio 2019 alle ore 10.30 circa mio marito si è sentito male, accusava forti dolori al petto e all’addome; temperatura 34 gradi, brividi di freddo, pressione bassissima e pallore al viso.
E’ stato soccorso immediatamente da nostro figlio Riccardo, che ha prontamente chiamato il 118. Trascorsi 15 minuti dalla chiamata, nostro figlio richiama il 118 e l’operatore fa presente che doveva aspettare poiché non c’erano mezzi a disposizione; a quel punto nostro figlio lo accompagna con il proprio mezzo al Pronto Soccorso.
All’accettazione del PS gli è stato assegnato il codice Giallo e dopo circa 2 ore è stato visitato dal medico, che gli ha riscontrato una indigestione (n. 3 frittelle) dovuta al pranzo domenicale. Dopo varie flebo, antidolorifici e prelievo del sangue, i dolori non accennavano a diminuire, anzi, si lamentava che li aveva molto più acuti.
A questo punto l’infermiera consegnava a mio marito 2 perette con le quali gli consigliava di andare in bagno per utilizzarle (mio marito avrebbe dovuto farsele da solo), anche se lui non era in grado di reggersi neppure in piedi per gli atroci dolori, tant’è che ho dovuto fargliele io.
Nel frattempo, essendo trascorso un po’ di tempo, è giunto l’orario del cambio turno per il personale addetto.
Alle 22.30 circa, poiché non potevano fare più nulla (così ci viene detto) mi invitano a riportarlo a casa; a questo punto io e i miei figli ci rifiutiamo poiché mio marito ha ancora dolori lancinanti ed è sempre più pallido, con brividi di freddo.
Per ben 24 ore egli è rimasto in attesa di una diagnosi chiara, nonostante i sintomi precisi da lui descritti (nonché evidenti!!!) facessero presupporre la necessità di un intervento più mirato.
L’aspetto sconvolgente di tutta la vicenda è che solo dopo aver insistito per un intervento più specifico, considerate le condizioni sempre più disperate di mio marito, l’hanno trasferito nel reparto di Chirurgia, dove la diagnosi è addirittura peggiorata!!!
Si trattava infatti di infarto dell’intestino (necrosi - asportazione di 50 cm. di intestino).
Mio marito poteva morire.
La fortuna è diventata nostra alleata dal momento in cui, salendo al reparto di chirurgia, siamo stati accolti da medici molto gentili, professionali ed empatici, che hanno compreso l’estrema gravità della situazione e sono intervenuti operando mio marito!!!
Vi chiedo cortesemente di fare luce sulla vicenda che ci è accaduta, poiché la stessa cosa non si ripeta a qualche altro utente e nella speranza che possiamo tornare ad affidarci con fiducia a del personale competente professionalmente ed educato di un Pronto Soccorso di zona.

Patologia trattata
ADDOME ACUTO DA NECROSI DI CIRCA 50 CM. DI INTESTINO.
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