Urologia Ospedale San Martino Genova
Recensioni dei pazienti
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Problemi vari e lasciato a sé
Se l'operazione alla prostata di mio padre fosse andata come dicevano oggi non sarei a portarlo a fare visite ed esami ogni mese.
Iniziamo col dire che non tutti sono impreparati.
Poi bello quando passano le redini a infermiere o specializzandi che chiaramente non sono all'altezza.
La riassumo così, ad oggi, dopo anni dall'operazione alla prostata, mio padre si sveglia dalle 3 alle 6 volte di notte.
Di giorno deve indossare dei piccoli pannoli perché spesso perde pipì, quando non capita che se non trova un bagno o un modo di urinare in fretta quando ha lo stimolo se la fa addosso.
Urina poco, frequente, poco flusso, deve prendere medicine varie per questi problemi e anche fare una puntura di enantone ogni tot mesi perché l'operazione alla prostata non ha risolto il problema.
Anzi in seguito all'operazione ha incominciato ad avere nuovi problemi.
Ad oggi seguito da alcuni medici del San Martino non ha ottenuto alcun miglioramento.
E alcuni dottori, come certi infermieri/e, quando lo vedono arrivare sorridono.
Un reparto del genere non merita 5 stelle su 5 anche se forse 1 o 2 sono all'altezza. Mediamente mediocri, insufficienti a gestire i problemi un po' più complessi, non portano soluzioni, ti lasciano a te stesso.
Rimozione stent ureterali
Non posso valutare il reparto di urologia, ma la mia esperienza con il dottor Bottino, il quale ha tolto due stent ureterali a mia madre senza nemmeno una ecografia di controllo, senza alcun tipo di cura antibiotica per evitare infezioni. Tramite terzi, siamo capitati nuovamente da lui per dover rimettere gli stent dopo dieci giorni di febbre; gli stent le sono stati rimessi senza anestesia e senza terapia post intervento... Morale della favola: grazie a questo, è un mese che mia madre ha la febbre con una infezione molto avanzata. Complimenti veramente.
urologia san martino
Centro di grande fama putativa, ma di poca sostanza pratica. Sono un 40enne ma ho visto pazienti anziani parcheggiati e messi in disuso non per la complessità della malattia in questione, ma per l'anagrafe..
Per quanto riguarda la competenza medica, ed in base all'esperienza vissuta personalmente in reparto, c'e poca organizzazione e poco gioco di team, tutto è confuso, i medici non sanno mai nulla e quindi spesso cadono in contraddizione tra loro, quindi è complesso capire di che cosa soffra il paziente. Gli inglesi direbbero: "the blind leading the blind"..
Il primario è purtroppo pressochè introvabile (sia per la forma sia per la disponibilità), ma si sa in Italia i medici di spessore non amano bazzicare troppo nel suolo pubblico.
Arduo è interloquire con un medico di guardia e nessuno sa mai nulla..
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