Ginecologia Arcispedale S.Anna

Sono stata mandata per un consulto nell’ambulatorio di Ginecologia di Cona in quanto, secondo alcuni parametri, potevo rientrare in gravidanza a rischio. Sono stata chiamata in ambulatorio dopo 1 ora e 30 di ritardo; 40 minuti prima era uscita una ragazza (presumo tirocinante) a chiedermi della documentazione sulla mia situazione senza ulteriori informazioni, dopodiché sono stata accolta da una delle tante dottoresse che SENZA TATTO, ma soprattutto senza nemmeno presentarsi, come prima cosa mi ha spiegato che ero lì per praticare una manovra invasiva con rischio di aborto, insinuando che non mi era stato spiegato in partenza da chi mi aveva mandato, in quanto per lei fosse “ovvio” e si fosse stupita del fatto che credessi di essere lì per un semplice consulto. Descrivendo “FANTASIE” le informazioni che avevo già ricevuto da altre persone competenti - e sicuramente più empatiche - mi ha letto velocemente una pagina della letteratura a favore di ciò che mi aveva “spiegato”, completamente senza empatia. In tutto ciò ha tralasciato gli altri fattori per cui realmente ero stata mandata a Cona.

Nonostante né io né mia figlia avessimo particolari problemi di salute, sono stata mandata a partorire in un altro ospedale lontano da casa, senza motivazione alcuna, e senza che il o la responsabile di tale decisione si degnasse di darmi una spiegazione.
Ho cercato di chiedere spiegazioni, ma non sono giunta a nessun chiarimento visto che ognuno dava una spiegazione diversa.