Neurochirurgia Ospedale Pescara

 
4.9 (52)

Recensioni dei pazienti

2 recensioni con 3 stelle

52 recensioni

 
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2 stelle
 
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Voto medio 
 
4.9
 
5.0  (52)
 
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Voto medio 
 
3.0
Competenza 
 
2.0
Assistenza 
 
2.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
4.0

Operazione per recidiva di glioblastoma

Sono stato operato la prima volta al cervello (lobo temporale destro) per una crisi epilettica. L'intervento è andato bene, mi hanno levato circa il 95% del tumore. Dopo 7 mesi però la massa è ricrescita ancora più grande, quindi seconda operazione. Il neurochirurgo mi disse che lo aveva eradicato tutto, ma così non è stato: dopo risonanza magnetica a circa un mese, si vedeva che il tumore aveva ricominciato a crescere.. Il neurochirurgo allora (dopo avermi fatto aspettare per la visura 4 ore...) vede la risonanza e mi dice subito che non si può fare più niente. Freddissimo. Immaginate come mi sono sentito.
Avevo poi preso un appuntamento al Gemelli di Roma con un luminare e lui mi ha detto che non porterebbe mai un suo caro al Gemelli. Ok, ma a me non ha consigliato niente..
Inoltre dopo l'operazione nessuno oncologo mi ha chiamato, sono rimasto tre mesi senza terapie, solo cortisone.. Pensavano che sarei morto prima??! Ad oggi è circa un anno che vivo ancora, alla faccia del neurochirurgo! Sono stato a Bologna al Bellaria per una sperimentazione clinica americana con un farmaco speciale che solo lì possono dare (anche se lo hanno anche a Pescara, ma non te lo danno perché costa troppo).

Patologia trattata
Glioblastoma multiforme.
Voto medio 
 
2.5
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
1.0

Emorragia intracerebrale

Al contrario delle recensioni riportate qui sopra, ci tengo a raccontare la mia esperienza, o meglio quella di mio padre: rimbalzato da un reparto all'altro, caduto dal letto appena risvegliato dall'anestesia, per poi essere sedato nuovamente. Promettendo di eseguire una Tac appena dopo, ma fatta solo sotto minacce di controllo della cartella clinica. Il mio senso di impotenza nell'era del covid, impossibilitata a fargli visita. Costretta a lasciarlo in mano agli infermieri che non avevano neanche la voglia di bagnargli con un po' d'acqua la bocca asciutta e amara lasciata dalle flebo. Adattato in un letto troppo piccolo per lui e costretto a poggiare i piedi sulla sbarra dello stesso, o a dover stare con le gambe perennemente piegate per rendersi comodo. Voglio che questo sia un grido, una voce in mezzo a tutte queste, di ribellione da parte nostra ma anche da parte di tutti i pazienti tutt'ora ricoverati lì, insieme a mio padre, e nella speranza che la sanità possa migliorare, che le persone che scelgono di fare questo lavoro d'assistenza, molto pesante certo, siano spinte da una vera passione e dedizione. E che l'ospedale di Popoli in cui sarà trasferito domani per fare riabilitazione, sia più premuroso.
L'unica persona a cui devo il mio riconoscimento è il dott. Nigro, che l'ha operato tempestivamente e per il quale è ancora vivo. Il resto è per me un'enorme stretta al cuore.

Patologia trattata
Emorragia intracerebrale.
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