Reumatologia Policlinico Gemelli
Recensioni dei pazienti
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Sindrome di Sjogren, fibromialgia
Il mio percorso presso il Gemelli - Columbus è iniziato circa dieci anni fa. Fu la dottoressa Bosello a fare la diagnosi e inizialmente a seguirmi nella difficile fase iniziale della malattia. In seguito fu la dottoressa Peluso. Negli ultimi anni è la dottoressa Capacci a prendersi cura di me. Sono riuscita a mantenermi "salda", ho continuato la mia vita, nonostante Sjogren, la Fibromialgia, la profonda astenia che mi accompagna sempre. Ringrazio le dottoresse che mi hanno seguito con professionalità e ringrazio anche gli infermieri che ci hanno accolto nei momenti più impegnativi. Un ringraziamento particolare alla dottoressa Capacci perché la sua competenza, la sua umanità, la sua gentilezza hanno reso anche le visite in ospedale più serene. Il sorriso che appare anche nelle situazioni più impegnative, aiuta più di mille farmaci. Grazie. Gilda
Esperienza negativa artrite psoriasica
Sono stata visitata dal dott. Stefano Di Murro in occasione della mia visita di controllo per l'artrite psoriasica. Da circa un mese ho cominciato ad avvertire dolori diffusi ai muscoli delle gambe e delle braccia, che ho riferito durante l'appuntamento. Mi sono presentata alla visita con analisi già eseguite in autonomia (CPK, mioglobina, vitamina D, B12 e altri esami) per escludere una possibile miosite o patologie affini.
Tuttavia, il dott. Di Murro non ha ritenuto necessario visitarmi subito, limitandosi a ipotizzare una diagnosi di fibromialgia, prescrivendomi un miorilassante. Quando gli ho fatto notare che non esistono esami obiettivi per diagnosticare con certezza la fibromialgia (e che in genere si valutano almeno i "tender points", che non aveva neppure controllato), mi ha risposto che “in casi come il mio, le due malattie si sovrappongono spesso”.
Solo successivamente ha effettuato una visita molto rapida e approssimativa, toccando i punti sensibili con le scarpe ancora addosso, nonostante avessi chiesto di poterle togliere. Il tutto è avvenuto in modo sbrigativo e poco attento.
Oltre alla superficialità della visita, ho trovato inaccettabile il tono con cui mi ha fatto notare che i farmaci biologici che assumo hanno un costo per il Servizio Sanitario Nazionale, quasi come se ne fossi un peso. Trovo questa affermazione offensiva, considerando che soffro di una malattia cronica certificata e che, come ogni cittadino, contribuisco al SSN pagando regolarmente le tasse.
Sono uscita dalla visita delusa, scoraggiata e con la sensazione di non essere stata ascoltata né presa sul serio. Il medico, infine, non ha nemmeno avuto la cortesia di salutarmi.
Credo che un medico debba avere competenze, ma anche empatia e rispetto per i pazienti.
Prof. Angelo Zoli, specialista competente
Da circa nove anni sono curato dal prof. Angelo Zoli, e devo confidare che oltre alla sensibilità e gentilezza, la terapia e l'attenzione mi stanno aiutando nonostante le mie difficoltà a proposito dell'artrite reumatoide. Ho notato una certa competenza e per tal motivo, nonostante sono calabrese e faccio un lungo viaggio per essere visitato da lui, mi fido.
Esperienza sin qui pessima
Sono la figlia di una signora a cui è stata diagnosticata un'artite reumatoide. Dopo una ricerca su internet sui vari centri specializzati, abbiamo deciso di fissare un appuntamento privato con la dottoressa d’Agostino che le ha fatto eseguire le varie analisi e una biopsia. Quello stesso giorno le è stata prescritta una cura a base di cortisone e immunosoppressori e le è stata fissata la data di un controllo post cura dopo circa un mese e mezzo. Al controllo, dai risultati delle analisi eseguite un mese e mezzo prima, è emerso che mia mamma era affetta da epatite b, nel frattempo nessuno ha chiamato per chiedere di interrompere gli immunosoppressori! In quello stesso giorno le è stato rifatto un prelievo per accertarne effettivamente la positività all’epatite e le hanno prescritto nuovamente gli immunosopressori prima ancora di comunicare il risultato delle analisi e rimandando la risposta a un mese dopo. Nel frattempo abbiamo provato a contattarli per avere delucidazioni se sospendere o meno la cura, abbiamo mandato e mail alla dottoressa d’ Agostino alla dottoressa Lombardi ma ad oggi nessuno ci risponde! Io penso che abbandoneremo il centro e spero che questa esperienza sia di aiuto ad altri sventurati che si rivolgano, come faremo noi ad altre strutture più serie e professionali.
Esperienza negativa
Dopo un'accurata ricerca, ho trovato un Medico reumatologo abbastanza valido al Gemelli. Ci sono stata la prima volta e ho pagato 300 euro per una visita privata. Sono ritornata altre 2 volte negli ambulatori e la professoressa che mi aveva visitata la prima volta, era completamente sparita. Dopo aver speso tutti quei soldi che equivalgono alla metà del mio stipendio, lei non c'era e sono stata visitata da specializzandi inesperti che di fronte ai dolori della mia malattia, come soluzione mi hanno detto di prendere solo un miorilassante. Sono rimasta decisamente delusa, forse in altri ambiti può essere anche valido come ospedale, ma in ambito reumatologico decisamente no.
Visita reumatologica privata
Sono una ragazza di 25 anni di Lecce, con artrite reumatoide diagnosticata già da 2 anni da altri dottori. Sono arrivata al policlinico Gemelli di Roma con la speranza di trovare un bravo reumatologo che potesse seguirmi ed indirizzarmi.
Il giorno 24/10/2023 ho eseguito una visita a pagamento con il prof. Angelo Zoli. La mia recensione arriva in ritardo perchè sono stata davvero giù di morale... Entrata in ambulatorio, inizio a parlare raccontando della mia patologia, quando tutto ad un tratto gli suona il cellulare; lui risponde tranquillamente e resta al telefono circa 20 minuti (la telefonata era privata, non di lavoro). Anticipo che la mia visita alla fine è durata 30 minuti totali, quindi già ho detto tutto...
Chiusa la chiamata, abbiamo continuato a parlare della mia patologia e le sue parole sono state "è una malattia che anche se prendi i farmaci ti porta alla disabilita", poi mi ha messa nella lista dei ricoveri, ma a circa un mese di distanza non ho mai ricevuto chiamata alcuna. Ho solo 25 anni, credo di non meritarmi questo. Spero anche che quei 202 € di visita possano essere versati meglio, a qualche associazione che fa ricerca ad esempio.
Paziente affetto da vasculite
Sono un paziente in cura della dottoressa Anna Laura Fedele. Sono soggetto monorene e sottoposto a dieta aproteica.
Non ho parole per descrivere la competenza, la professionalità, l’attenzione e l’umanità della dottoressa, che ho avuto la fortuna di incontrare! Posso solo ringraziare, io e la mia famiglia, per tutto quello che ha fatto e continua a fare per me!
Opinione reumatologia
Prima del COVID-19 avrei dato un voto alto all'assistenza e alle competenze, ma ora posso affermare che le cose sono cambiate, sono diventati meno attenti e molto sbrigativi.
Arterite a cellule giganti
Sono seguita dalla Reumatologia del Gemelli fin dal gennaio 2020. All’epoca sono stata ricoverata al Columbus, nel reparto di Medicina del prof. Cardillo. Stavo molto male, ma era una diagnosi difficile da fare! Il prof, con la sua equipe è riuscito a capire, a fare gli accertamenti più mirati, arrivando alla diagnosi di arterite a cellule giganti con una complicazione importante: un aneurisma aortico da operare! Quindi il reparto di Reumatologia, nella persona della dottoressa Anna Laura Fedele, mi ha accompagnato fino all’intervento cardiaco. Sono stata curata con regolarità, con competenza, gentilezza e sono tuttora seguita dalla dr.ssa Fedele. Purtroppo perché non si guarisce dall’arterite! È recidivante, però se curata bene consente una vita quasi normale.
Grazie prof. Cardillo, grazie dott.ssa Fedele!!!
Cercherò altro luogo di cura
Comprendo la difficoltà nella diagnosi di malattie rare, ma non comprendo la mancata presa in carico. Non comprendo che le visite vengano svolte per email, soprattutto quando non si è inquadrato il paziente, non comprendo perché non si faccia prevenzione alla luce di eventuali eventi avversi che potrebbero accadere al paziente. Non comprendo perché non si indirizzi il paziente diversamente, quando è chiaro che dopo un anno e mezzo stia andando irrimediabilmente a picco.
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