Ginecologia ostetricia Galliera

 
4.5 (31)

Recensioni dei pazienti

5 recensioni con 3 stelle

31 recensioni

 
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2 stelle
 
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Voto medio 
 
2.5
Competenza 
 
4.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
2.0
Servizi 
 
3.0

Umanità inesistente

Io questo reparto l’ho frequentato per 2 parti e, purtroppo, un aborto spontaneo.
Tutte e tre le volte ho trovato freddezza, poca cura e zero umanità da parte di quasi tutto il personale.
Il primo parto è stato traumatico. Dopo 16 ore di travaglio dove sono stata rimproverata più volte dal medico di turno (una donna che mi ha detto “le donne partoriscono con dolore da millenni”) perché volevo l'epidurale (avevo tutta la documentazione in regola); mi hanno fatto la manovra schiacciandomi il ventre senza neanche avvertirmi. Quando finalmente il bambino è nato alle 6:15, mi hanno dato i punti con pochissima anestesia, mi lamentavo e per questo sono stata nuovamente rimproverata. Alle 8.00 mi hanno riportata in camera e alle 8.15 è arrivata l’ostetrica con l’infermiera e mi hanno fatta alzare per tenermi il bambino già da subito in camera. Quando ho fatto notare che ero distrutta, mi hanno risposto che mi sarei dovuta abituare. Per i 3 giorni del ricovero con l’allattamento che non partiva, hanno saputo solo dirmi che non ero capace io ed ero svogliata.
Storia simile quando ho partorito la seconda.
Per l’aborto spontaneo ho trovato la stessa mancanza di umanità, infermiere che sbuffavano, medici sbrigativi che fornivano scarse informazioni. Totale abbandono. Non ci metterò mai più piede.

Patologia trattata
- 2 parti.
- aborto spontaneo.
Voto medio 
 
3.0
Competenza 
 
3.0
Assistenza 
 
3.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
3.0

Scarsa assistenza parto e post parto

Parto avvenuto a luglio 2022 con ancora alcune regole Covid.
Arrivata con dilatazione 3 cm. e contrazioni presenti da più di 8 ore, l’ostetrica voleva rimandarmi a casa; per fortuna per insistenza della ginecologa sono rimasta perché ho partorito solamente tre ore dopo.
In sala parto sono rimasta in un primo tempo da sola, con l’ostetrica che veniva a controllare di tanto in tanto. Purtroppo non ho potuto nemmeno considerare l’epidurale perché al controllo successivo ero dilatata 7 cm. (forse il controllo è avvenuto con troppo ritardo?). Mio marito ha potuto assistere solo l’ultima mezz’ora, fortunatamente però è potuto rimanere per le due ore di skin to skin.
L’assistenza post parto è stata poco empatica, nessuno mi ha aiutata ad occuparmi della bimba nemmeno nelle ore immediatamente successive al parto, quando non riuscivo ad alzarmi dal letto per il dolore. Poco aiuto anche riguardo all’allattamento, nonostante tutte le parole spese precedentemente in ambulatorio e durante il corso pre-parto.
In conclusione direi che in un momento così gioioso, ma anche così delicato, purtroppo sono mancate soprattutto l’empatia e la vicinanza da parte del personale.

Patologia trattata
Parto.
Voto medio 
 
2.8
Competenza 
 
2.0
Assistenza 
 
2.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
3.0

Pessima esperienza di parto

Ho partorito nella Primavera del 2017 e ancora ho il ricordo di una bravissima ostetrica (Caterina), che poi purtroppo è dovuta andare via per cambio turno.
Il mio travaglio è durato 24 ore, era il primo parto per me.
Purtroppo l’ostetrica subentrata non è stata al livello della prima, se non per visitarmi era praticamente assente, dal punto di vista morale per sostenermi intendo, o per suggerirmi posizioni più favorevoli a migliorare il mio dolore. Per fortuna avevo seguito un corso di yoga pre parto ed ero “preparata” di mio. Anche se niente in realtà può prepararti al parto.
Quello che non dimenticherò mai è la scortesia della dottoressa Rosselli, ginecologa presente durante parto e travaglio. Purtroppo mi sono sentita dire delle frasi spiacevoli come “se non fosse per lei suo figlio sarebbe già nato” e altre risposte secche e antipatiche che noi donne in questa fase delicata della nostra vita non dovremmo sentirci dire.
Oltretutto mio figlio è nato con associazione d’arto e nessuno, giuro nessuno, me lo ha mai detto o spiegato. Come faccio allora a saperlo? L’ho letto sul foglio di uscita che mi hanno rilasciato. Non sapevo nemmeno cosa fosse l’associazione d’arto e mi sono cercata informazioni da sola su internet e ho capito perché la fatica e’ stata tanta, troppa. Poi in seguito ho scoperto anche che esiste la “violenza ostetrica”, che credo di aver subito.
Successivamente parlando con la referente delle Ostetriche con la quale avevo seguito il corso pre parto, lei mi disse che ero stata un po’ sfortunata perché probabilmente il fatto che ci fosse un’ostetrica molto giovane e una ginecologa al contrario “vecchio stampo,” aveva fatto sì che fosse più presente quest’ultima che non l’ostetrica nelle fasi del travaglio.
Inoltre tante parole sull’allattamento al Galliera e poi non mi hanno nemmeno spiegato come attaccare mio figlio la prima volta (avendo io il capezzolo piatto) e mi hanno liquidata dicendo di usare i paracapezzoli. Un giorno andai alla Asl dove avevo seguito il Percorso Nascita, e una bravissima infermiera pediatrica in 5 minuti mi insegnò ad attaccare mio figlio senza utilizzare i paracapezzoli, spiegandomi anche che lui aveva un pochino il frenulo corto.
Ora aspetto il secondo figlio e, pur avendo la mia ginecologa privata che lavora al Galliera, so già di non voler partorire lì.
Peccato avere un così brutto ricordo del mio travaglio, perché il dolore fisico poi passa, ma le ferite morali no.

Patologia trattata
Parto con associazione di arto.
Voto medio 
 
3.0
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
5.0

La mia esperienza

Sono una donna di 49 anni che si è affidata alle cure (private in intramoenia) del dott. Parisi due anni or sono per i consueti controlli che le donne della mia età devono fare in prossimità della menopausa. I controlli ginecologici e i pap tests sono sempre risultati negativi (anche se, affidandosi, chissà perché, ad un laboratorio fuori regione, i referti arrivavano sempre dopo mesi). Qui i tempi sono importanti per capire la scarsa professionalità e imperizia dello specialista in oggetto: a gennaio visita ginecologica, pap test ed ecografia negativi. A giugno comincio ad avere emorragie profuse per le quali, dopo visita e ecografia privata effettuate dal Dott. Parisi, mi viene detto che si tratta di un semplice fibroma che è fisiologico per la mia età e che devo trattare l’emorragia con un antiemorragico in dosi massicce. L’emorragia continua e, dopo averlo ricontattato, mi dice di stare tranquilla e di partire pure per le vacanze già prenotate, continuando ad assumere l'antiemorragico. Fidandomi del dottore, prenoto un viaggio di svago per l’inizio di agosto all’estero. Alla fine di luglio, nonostante 4 Tranex, mi sveglio in un lago di sangue e avverto il dott. Parisi il quale decide di farmi fare dal suo collega presso l’ospedale Galliera un’isteroscopia. Al 30 luglio il collega, con una semplice ispezione, mi diagnostica in 10 secondi un carcinoma al collo dell’utero di 6 cm.; una lingua carnosa e rilevata che io continuavo a sentire e segnalare al dott. Parisi senza riscontro alcuno.
Morale: è iniziato il calvario con esami, chemioterapia devastante per tre mesi, intervento di isterectomia e annessiectomia allo I.E.O. di Milano, che fortunatamente ha impedito al cancro di propagarsi. Certo è che sono stata presa per un pelo in quanto il cancro stava invadendo i legamenti del collo dell’utero e bastava un mese che diventasse una situazione grave. La chemioterapia prima dell’intervento, come mi è stato detto a Milano, è stata necessaria per ridurre il tumore in quanto, se fosse stato almeno mezzo centimetro più piccolo, sarei stata operata subito e la successiva chemioterapia sarebbe stata meno invasiva. In tutto questo l’egregio dott. Parisi si è elegantemente defilato e, a parte l’aver presenziato alla prima Risonanza a fine luglio, non si è più fatto sentire né vedere.
Per carità, in medicina si può sbagliare; ma quello che giudico più oltraggioso è il suo essere sparito. Avrei accettato un: “guardi ho sbagliato, sono costernato e farò tesoro dell’esperienza per evitare errori simili con altre persone…” NULLA.
Colgo l’occasione per ringraziare il reparto di Oncologia del Galliera ed il dirigente medico De Censi per la scrupolosità con la quale hanno applicato il protocollo chemioterapico, consentendo al cancro di passare dai 6 cm. ai 2 mm. in fase preoperatoria, rendendo meno invasivo l’intervento e le complicanze post operatorie. Non voglio aggiungere altro per non coinvolgere altri professionisti che mi hanno fornito spiegazioni tecniche accurate sugli errori tecnici e superficialità diagnostica del dott. Parisi.

Patologia trattata
Carcinoma utero.
Voto medio 
 
2.5
Competenza 
 
4.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
1.0

GINECOLOGIA: NON HO VISTO UN MEDICO

Non ha molto senso depositare un apprezzamento positivo solo per la personale esperienza, ma bisognerebbe (ad esempio) osservare come hanno trattato la persona anziana (magari non vedente e con pochi parenti in visita) che era al fianco del nostro letto. Perché al posto di quella donna, potremmo esserci noi un giorno.. Se io sono una bella donna, appetibile, autosufficiente è facile che i Medici mi dedichino qualche attenzione in più; se io sono la moglie dell'amico del primario, è facile che la mia degenza sarà più scorrevole. Ma se io sono quella donna di cui parlavo sopra, magari molto anziana con OVVIE problematiche, portatrice di un handicap come la cecità, ed ho necessità di un super ausilio come qualcuno che m'imbocchi, potrebbe profilarsi una degenza difficile. Questo ho notato e questo è... Mi sono recata al reparto di ginecologia del Galliera per una pre-visita, ed in quella sono stata visitata (bene, devo dire, nella significazione cioè "con molta assennatezza") dal Dott. Artuso, che però avrà detto 12 parole in tutto, e questo si traduce in un problema per una donna giovane che si dovrà, forse, sottoporre ad un intervento di isterectomia. Se devo porre 18 domande per avere una risposta, magari non uscirò contentissima. Per contro, il Tecnico del reparto che si occupa degli appuntamenti, una ragazza, Sig.ra Elisa, è stata molto cordiale e gentile, dedicandomi molte attenzioni. Come prima tappa, diciamo, valutazione abbastanza neutrale. L'asportazione dell'utero può essere totale, subtotale o radicale e le tecniche variano da quella addominale, tramite laparotomia ecc. Bene, avere informazioni in seno proprio alla tipologia d'intervento e sapere cosa in effetti ti asportino, penso che sia uno dei princìpi cardine del rapporto con lo Staff medico che interverrà sul tuo corpo. Sembra una barzelletta, ma io ho saputo che è stata un'operazione di isterectomia totale quando, 50 giorni dopo le dimissioni, mi sono recata all'ufficio deputato per l'acquisto dei referti. Durante la degenza non ho visto un solo Medico, se non una mattina (durante la processione rituale di visite) il Primario che, giungendo in prossimità del mio letto, si è voltato verso un'infermiera sussurrandole qualcosa che non saprò mai. Al mio chiedere, lesta, qualche informazione al suddetto prima che se n'andasse, Primario Prof. Gorlero, si è defilato lasciando la mia frase alla prima sillaba. Campione europeo di maleducazione. Speriamo sia un buon medico. Ma anche questo non lo saprò mai. Insomma, non sono riuscita a parlare con un medico, e, qualora avessi effettuato un tentativo di avvicinamento, le risposte concetizzate sempre tiepide, velocissime e non congrue; al mio chiedere se avessi dovuto tenere un catetere per possibili perdite di urina, mi è stata consigliata una urinocoltura. Consegnata all'infermiera la boccetta con il prodotto, non saprò mai gli esiti di questo esame microbiologico, mai acquisiti. Mi sono recata 30 giorni dopo per togliermi le graffette di sutura (che, a casa, avevo dovuto riparare autonomamente.. ma mi hanno detto che è caso frequente) ed il Medico, il sopraccitato Dr. Artuso, è dovuto intervenire frettolosamente, perché quel giorno il reparto stava traslocando.. Ma allora sono proprio sfortunata!! Ed anche in quella, non sono riuscita a strappare una sola parola soddisfacente, che non fosse alla mia domanda.

Patologia trattata
Isterectomia.
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