Istituto Tumori Regina Elena Roma

 
3.7 (54)

Recensioni dei pazienti

54 recensioni

 
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Voto medio 
 
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Per Ordine 
 
Voto medio 
 
1.8
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
1.0

Prenotazione PET

Presentata a mano e via email richiesta PET PSMA il 9/10/2019 al reparto di Medicina Nucleare. Allo stesso tempo, per fortuna, presentata la stessa domanda ad Aosta, Meldola, Bologna, Sant'Agata. Ho ricevuto da queste ultime nel giro di tre giorni un appuntamento mentre l'IFO, AD OGGI (16/11) NON SI E' FATTO ASSOLUTAMENTE SENTIRE . Abito a 5 km. dall'IFO, ma sono dovuto andare a Bologna Sant'Orsola per effettuare la PET. Al Sant'Orsola ho trovato grande professionalità e altri tre romani tutti con la mia stessa esperienza con l'IFO, e tutti decisamente delusi dalla struttura romana.

Patologia trattata
Prenotazione PET.
Voto medio 
 
1.8
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
2.0

Cancro alla prostata e metastasi ossee

Mio papà era stato operato per cancro alla prostata molto grave nel 2012 ed era andato poi tutto benchè, finchè all'IFO non hanno deciso di interrompergli le cure... Così gli sono venute metastasi ossee che sono andate sempre peggiorando e non sono stati in grado di fare NULLA! Nulla per lui... nessuna terapia proposta ha funzionato e nessuno c'ha capito mai niente.

Patologia trattata
Cancro prostata e metastasi ossee.
Voto medio 
 
2.3
Competenza 
 
3.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
2.0

Carcinoma polmonare

Nel Marzo del 2017 scopriamo che mia madre (53 anni) è affetta da un tumore polmonare. Iniziamo tutto l’iter (TAC, PET e biopsia) che ci porta a definire il tipo di tumore. Entriamo in contatto con la dottoressa Cecere la quale, forte della sua convinzione, ci dice chiaramente che mia madre non può essere operata iniziando così l’iter di preparazione alla chemioterapia e radioterapia. Veniamo "aggrediti" dal dottor Milella, perché in quei due mesi di completa angoscia non avevamo avuto il tempo di eliminare dei calcoli renali che fin dall’inizio erano stati segnalati al personale medico. Scegliamo quindi di chiedere un secondo parere al dottor Rendina, chirurgo toracico del Sant’Andrea, che invece ci dà parere positivo sull’operabilità. Veniamo convocati dal dottor Facciolo, chirurgo toracico dell’Ifo, che in uno scarico di colpe generale ci dà anche lui parere positivo sull’operazione. Rimaniamo quindi nella struttura dell’Ifo, seppure con qualche perplessità. Mia mamma affronta l’operazione, che dà esiti positivi (2 linfonodi negativi e margini di resezione puliti). Si sottopone quindi a 4 cicli di chemioterapia e comincia ad avere dolori forti a livello della spalla di destra. Questa sintomatologia è stata trascurata per ben 4 mesi da parte dei medici, che decidono in fine di ricoverarla, scoprendo una recidiva locoregionale costale e metastasi vertebrali che non ci vengono nemmeno segnalate. Vengono applicate 10 sedute di radioterapia e mia mamma viene dimessa comunicandoci che “i mezzi per contrastare il tumore ci sono tutti e non abbiamo una data di scadenza”. Tornata a casa la situazione peggiora visibilmente, tanto che mia madre non riesce più a camminare a causa di una sindrome compressiva del midollo dovuta alla radio. Tra la disperazione più totale, la dottoressa Cecere non ci risponde al telefono per 15 giorni e quando ci presentiamo al controllo ci fa accogliere dal dottor Milella, che comunica direttamente a mia madre che non c’è più nulla da fare e, rivolgendosi a noi famigliari, ci dà una scadenza di tre mesi. Un oncologo dovrebbe sapere in che condizioni psicologiche si trova chi affronta questa malattia maledetta, mia madre sentendo le parole del “dottore “si è lasciata completamente andare e dopo una settimana ci ha lasciato. Io studio medicina e spero proprio di non diventare mai una persona priva di sensibilità emotiva.

Patologia trattata
Carcinoma squamocellulare polmone.
Voto medio 
 
3.0
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
5.0

Visita dermatologica

Mia moglie martedì 5/07/2017 alle ore 17.00 e' entrata per farsi una visita dermatologica ed il dermatologo in questione neanche l'ha guardata in faccia praticamente - ed intanto quando siamo entrati ci ha salutato a malapena e quindi ci ha liquidati in meno di due minuti di orologio. Abbiamo pagato 30 euro di ticket per sentirci dire "tutto a posto". Io dico, un minimo di perdita di tempo anche per far vedere buona volontà da parte del medico, invece nulla di tutto ciò.. Io sono un infermiere del 118 di Roma che opera in area critica, affiancando anche medici, e l'esperienza all'IFO è una tra le più deludenti avute.

Patologia trattata
Nevi sul viso.
Voto medio 
 
1.5
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
1.0

Indignata

Mio padre è stato operato per un tumore al pancreas nel centro Pancreatico Europeo che si trova nell'Ospedale di S. Annunziata di Chieti dal Prof. Di Sebastiano: ospedale eccellente, infermieri e dottori di un umanità pazzesca che hanno trattato mio padre come fosse il loro. Vi consiglio di prenderne nota per chiunque soffra di questa patologia, considerate che noi siamo partiti da Roma.
Mio padre deve fare solo una chemioterapia preventiva e ci siamo rivolti qui all'ospedale del Regina Elena e abbiamo fatto una visita con il Dott. Milella, che ci invitava a prendere velocemente appuntamento per i cicli di chemioterapia al Reparto. (su di lui ho poco da dire, se non che non era a conoscenza di una struttura come quella di Chieti e che con ineducazione mi ha mandato a fare le fotocopie al posto della sua segretaria dopo aver pagato una visita 200 euro).
Ci dirigiamo al Reparto e, dopo aver aspettato 10 minuti perché era vuoto, si affaccia una infermiera che era alquanto scocciata di darci retta; questo era il giorno 21 marzo ore 17.00 (e mi piacerebbe tanto risalire al suo nome). Ci accompagna in una stanza sbuffando, dicendo che i medici non capiscono niente perché è quasi impossibile trovare un appuntamento a breve per iniziare la chemioterapia (il medico dove eravamo stato 10 minuti prima, ci aveva detto che dovevamo sbrigarci ad iniziare la chemio perché eravamo entro il tempo limite, due mesi dell'intervento, avvenuto il 26 gennaio). Aggredisce mia madre perché appoggiandosi sulla scrivania credeva leggesse i nominativi sul suo computer, poi dopo 5 minuti viene chiamata da qualcuno e lascia il suo pc aperto dove tutti avrebbero potuto farne accesso.
Tornando, faceva le smorfie e prendeva in giro una dottoressa che le stava chiedendo qualcosa.. Questa donna è una vera incapace anche a prendere appuntamenti, ora vi spiego il perché:
a modo suo ci spiega che ogni stanza è destinata ad un tumore diverso e che i pazienti non possono essere mischiati perché c'è il rischio che le terapie vengano sbagliate. Continuando a sbraitare ci indica un posto libero il 6 Aprile nella stanza della mammella (alchè mi fa capire che tutto quello che aveva appena detto erano cavolate); è incapace di usare il pc, non riesce a prendere appuntamento (apparentemente) e fa slittare tutto al 20 Aprile nella stanza giusta. Allora io le chiedo perché adesso non sia più possibile prendere appuntamento prima in una stanza diversa; la sua risposta, sempre con molta maleducazione, è stata che il terminale non lo prendeva e che non si poteva fare.
Usciti da lì ci rivolgiamo al Gemelli, dove sono stati molto tempestivi nella prenotazione, così oggi chiamiamo il centro IFO per disdire l'appuntamento del 20 Aprile e il tizio al telefono ci risponde che risultavano invece (a nostra insaputa) appuntamenti dal 6 Aprile al quale mio padre non si sarebbe mai presentato!! Ma vi rendete conto???
In ultimo vorrei spendere due parole per quell'infermiera: spero tanto per lei che non si trovi mai dall'altro lato della scrivania, ma in questo caso le servirebbe per capire come ci si SENTE.

Patologia trattata
Tumore al pancreas.
Voto medio 
 
2.8
Competenza 
 
2.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
3.0

Visita oncologica IFO Roma

Sono stata visitata dalla dott.ssa Fabi (oncologa) in intramoenia: oltre ad essere in ritardo di un'ora, si presenta senza quasi neanche salutare. Una volta seduta, mi ha detto l'indispensabile, senza incoraggiarmi per niente, anzi, l'ho trovata fredda e distante.

Patologia trattata
Mastectomia sx.
Punti di forza
Pulizia.
Voto medio 
 
2.0
Competenza 
 
3.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
1.0

Intervento riuscito ma paziente defunto

A mio nipote lo scorso anno è stato diagnosticato un tumore al pancreas. Per quasi un anno è stato trattato con chemioterapia e radioterapia e fin qui tutto bene. Nessun disturbo. Il 22/05 i medici decidono di asportare pancreas e milza, intervento riuscito perfettamente, fin tanto che si è deciso di non portarlo in terapia intensiva e che il paziente non necessitava di alcun familiare che restasse lì per vigilare la notte. La terapia da seguire per il post intervento era ossigenazione e alcuni medicinali, che lui non voleva assolutamente seguire, e la cosa eclatante è che nessun medico se ne è preoccupato. In sostanza mio nipote ha completamente saltato la terapia post chirurgica. Allucinante menefreghismo e disattenzione da parte dei medici. Dopo 3 giorni chiamano noi familiari dicendo di accorrere poiché mio nipote si era tolto i drenaggi in seguito ad una crisi di astinenza da nicotina e la stanza era insanguinata. Ormai però era successo qualcosa di irreparabile, l'intestino si era danneggiato, si era letteralmente lacerato con la conseguenza di una grave necrosi. Per giungere a questa informazione, la tac non è nemmeno stata fatta in modo repentino, ma addirittura dopo 10 giorni dall'intervento. A questo punto viene operato d'urgenza e finalmente si opta per la camera intensiva (se lo avessero fatto prima probabilmente mio nipote sarebbe ancora tra noi), una scena raccapricciante date le mani legate alle sponde del letto. Altra operazione all'intestino dopo 10 giorni circa, andata male perché l'infezione è giunta ai polmoni e quindi è stata effettuata una tracheotomia per aiutare la respirazione. Tutto ciò sempre nella modalità sopracitata riguardo il legare le mani al letto, e questa volta senza nemmeno potersi esprimere attraverso la parola, data la tracheotomia. La situazione è degenerata, l'infezione non si è arrestata ma si è propagata, causando l'arresto cardiaco del paziente e conseguente morte. Quello che ci chiediamo è per quale motivo non sia stato messo in terapia intensiva subito dopo il primo intervento a pancreas e milza, visto che è andato in crisi di astinenza da nicotina e si è staccato i drenaggi e nessuno era lì ad assisterlo, e per quale motivo non hanno voluto che lo assistessimo noi della famiglia, data la carenza di personale! Un consiglio che possiamo dare a chi deve tenere delle persone care in queste strutture, è quello di non lasciarle mai sole, le reazioni alle operazioni non si possono mai sapere, e dato che non garantiscono assistenza alcuna, state voi con loro anche se vi dicono di non farlo!
Grazie per l'attenzione.

Patologia trattata
.
Patologia trattata
Tumore pancreas e milza.
Punti deboli
Tanti. Scarsa assistenza ai pazienti e scarsa informazione ai familiari.
Voto medio 
 
1.8
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
1.0

Pessima esperienza

Ci siamo affidati al miglior medico, la cui fama è nota in tutta Italia.
Mio padre è morto, l'operazione non è riuscita.
Una serie di interminabili errori di valutazione.

Patologia trattata
Tumore alla vescica.
Voto medio 
 
2.3
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
4.0

Non lo consiglio

Siamo stati nel reparto di chirurgia- urologia, primario Prof.Gallucci.
Questa struttura ci ha lasciato solo rabbia, amarezza e tanta delusione. La situazione di mia madre non lasciava spazio a grandi speranze, però non è possibile trattare un malato terminale così e fargli sentire dolore in quella maniera... Questa non è umanità, questa non è professionalità.

Patologia trattata
Recidiva carcinosarcoma uterino.
Punti di forza
La struttura è nuova e abbastanza pulita; rispetto a tante strutture ospedaliere è moderna e confortevole.
Punti deboli
L'assistenza è completamente inesistente, ogni giorno io e mio padre dovevamo assistere mia madre perchè altrimenti non veniva somministrata la terapia (mia mamma era allettata e in 3 settimane di degenza non le è stato mai fatto neanche un bidè).
Per quanto concerne l'assistenza medica, peggio ancora. Non sono stati in grado di dirci la verità, non sono stati in grado di impostarle una terapia del dolore adeguata, quando in un malato terminale il dolore è l'unica cosa che veramente conta.
Ci avevano detto che avevano richiesto trasferimento in un hospice e quando ci siamo accorti che era solamente l'ennesima presa in giro, abbiamo dovuto provvedere da noi e, malgrado ciò, ce lo stavano negando: è stato l'hospice a dover forzare il trasferimento. Un trattamento così non lo auguro a nessuno.
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