Ortopedia Ospedale Perugia

Frattura del femore di mia madre 83enne.
Dopo aver sopportato l'igiene precaria, il cibo sgradevole, la maleducazione di vari addetti (compresa la dottoressa che mentre parlavo con un infermiere mi ha interrotto per questioni sui suoi turni), alle dimissioni si è vista tutta l'inefficienza del reparto. Il problema dimissioni che doveva svolgersi in un modo, il giorno dopo tutto cambiato e la referente con la quale avevo parlato, in ferie.
A parte la sig.ra Monia (caposala) e pochi altri addetti, un vero disastro.
Con tante tasse che si pagano, fa davvero rabbia.

1- un'ora ad aspettare l`ambulanza (11.00 di mattina)
2- un'ora al pronto soccorso
3- una diagnosi sbagliata
4- poi ricucito il dito perchè intervento complicato e nessun medico disponibile.
5- aspetto, poi a mezzanotte l`intervento chirurgico.
6- mi danno un po' di Tachipirina per il male, solo dopo mia richiesta, mi danno un antidolorifico.
7- prossimo giorno dovevo essere dimessa, ma mi tengono tutto il giorno nel reparto, perchè nessuno riesce a lasciare la lettera di dimissione.
8- la fisioterapia, che in questo caso è importantissima per recuperare la funzione del dito, praticamente non c`è, sono stata abbandonata a me stessa, con la raccomandazione dell'infermiere che mi ha tolto la fasciatura (fino al polso?) di muovere il dito, un po' così e cosà.
Mai più.

Esperienza traumatizzante con mio padre ricoverato per una frattura al femore. Dimesso in pessime condizioni, è morto dopo una settimana a casa. Nessuna comunicazione con i medici in corsia, molto giovani e poco esperti. La mattina prima della dimissione mio padre aveva la febbre. Uno dei medici ha detto che gli era stato dato il paracetamolo (infatti la febbre era scesa), l’altro ha negato tassativamente dicendomi che ha visto la cartella e che mio padre non aveva assolutamente la febbre e che poteva essere dimesso (ho fatto domanda della cartella clinica, il paracetamolo gli era stato dato). Per quanto riguarda la riabilitazione, nessun aiuto, ti mettono in lista di attesa per qualche centro convenzionato. Hanno chiamato esattamente due settimane dopo la morte di mio padre, si era finalmente liberato un posto!!! Evvai!!! Il medico che ha operato mio padre? Non sono mai riuscita ad incontrarlo... Un grazie di cuore solo ad alcuni infermieri e alla caposala! Non rimetterò mai più piede in questo reparto. Peccato, ci sono altri reparti in questo ospedale che posso solo elogiare, come la Pneumologia e la Chirurgia Toracica.

Ho accompagnato mia figlia ieri pomeriggio alle 15.30 presso l'Ospedale della Misericordia di Perugia per una visita pediatrica di controllo ortopedico. Siamo stati ricevuti dal Dott. Mauro Chionchio, che mi era stato caldamente raccomandato dal pediatra di base. Al di là della competenza professionale (che purtroppo non ho la possibilità di valutare, visto che nella vita mi occupo d'altro), vorrei sottolineare la scortesia e la maleducazione sua e della sua assistente. Per poter avere questa visita ho dovuto attendere circa tre mesi, ho pagato un regolare ticket e ho atteso pazientemente il mio turno. Dall'altra parte non ho avuto spiegazione di nulla e le poche parole che ho ricevuto come risposta sono state bofonchiate dall'esimio medico senza guardare in faccia nè me, nè mia figlia, nè mio marito.

Sono stato operato dal professor Caraffa nel marzo 2014 e dopo l'operazione il mio ginocchio era affetto da sinovite reattiva e condropatia rotulea. Nelle visite successive sono stato visitato solo da dottori tirocinanti, Caraffa introvabile. Dopo varie richieste mi visita il Caraffa, dicendomi "tutto a posto intervento riuscito".
Ma il paziente zoppica tuttora vistosamente: mi ritrovo 10 volte peggio di prima e la mia vita è devastata dal dolore.

Sono stata operata in urgenza dal Dr. Panti a seguito di caduta che mi ha provocato la frattura dell'omero.
Risultato: 3 mesi di riabilitazioni (profumatamente pagate) e ricovero in altra clinica privata per protesi inversa all'omero, in quanto la mobilità lasciata dopo l'intervento era risultata al 30%. Ho da aggiungere che il personale è sgarbato e presuntuoso, per non parlare poi della comunicazione con il paziente, che risulta praticamente assente.