Casa di Cura San Pio X Milano

MIA SUOCERA DI 88 ANNI NON RIESCE A CAMMINARE, MANGIA POCHISSIMO, OGNI MOVIMENTO LE COSTA UNA IMMENSA FATICA. E' STATA RICOVERATA PRESSO LA CASA DI CURA PIO X IN CONDIZIONI PESSIME PER ACCERTAMENTI APPROFONDITI, IN QUANTO CON UNA ECOGRAFIA ADDOMINALE E CON UNA VISITA DALL'ONCOLOGO LE E' STATO DIAGNOSTICATO UN TUMORE AVANZATO E DIFFUSO AL PERITONEO. LE HANNO FATTO UNA TAC, UNA MAMMOGRAFIA, UNA ECOGRAFIA AL SENO, ED UNA ASPIRAZIONE DEL LIQUIDO CHE LE SI E' FORMATO NELL'ADDOME, FACENDOLA ATTENDERE ORE E MUOVENDOLA E TRATTANDOLA COME SE NON AVESSE ALCUN PROBLEMA; IN PIU', NONOSTANTE FOSSE ESTREMAMENTE DEBILITATA, NON AIUTANDOLA IN ALCUN MODO A RIPRENDERSI UN MINIMO FISICAMENTE. FATTI GLI ACCERTAMENTI E PAGATA LA PARCELLA, E' STATA DIMESSA IN CONDIZIONI PEGGIORI DI QUANDO E' ENTRATA... ORA (IL GIORNO DOPO LA DIMISSIONE DALLA PIO X) E' STATA RICOVERATA D'URGENZA PRESSO UN ALTRO OSPEDALE AUGURANDOCI CHE SIA MIGLIORE DELLA CASA DI CURA.

Dopo 9 mesi dalla prima visita privata, in cui mi è stata confermata la necessità di un intervento di TOT e dopo 3 date programmate e poi annullate, a 24 ore dall'intervento sono stata contatta per annullarlo nuovamente..

Forte delusione nel risultato di una risonanza magnetica con mezzo di contrasto. A causa di una disfunzione della macchina GE, non sono stati in grado di portare a termine l'esame dopo essere stato sottoposto ad oltre 40 minuti di esame.

Pre ricovero pianificato da tempo: presentarsi ore 10.00 (a digiuno).
All'ingresso vengo indirizzata agli sportelli sbagliati e per raggiungere l'accettazione è una mezza epopea (con personale che alle richieste di indicazioni risponde "non so; sono qui da 20 giorni; ehh devo chiedere"). La coda per gli sportelli è scandita da numeri e lettere, ma quando arriva il mio numero lo saltano e a domanda rispondono "capita, passi pure avanti, a volte il numero salta".
Prelievo: due buchi perché non trovavano la vena (e poi è caduto il vassoio...).
Tampone Covid: neanche da raccontare. Ne avevo fatti altri, ma questo li ha battuti tutti, credo che non si possa fare nulla di più fastidioso e tanto lentamente.
La visita con l'anestesista: in ritardo di più di un'ora, quasi due
Finalmente liberi verso le 17.00!
...e tutto ciò in regime di solvenza!!!

Ho partorito in piena emergenza Covid-19 la mia secondogenita, la prima è nata al Niguarda. Ho voluto essere seguita da un ginecologo che opera in questa struttura, che poi non si è trovato al mio parto. Esperienza deludente, pessima se messa a confronto con la mia prima esperienza al Niguarda. La mattina mi sveglio alle 5.00, vado in bagno e noto le mutandine bagnate (avrò perso il tappo mucoso, penso); mi reco presso la struttura, eseguono tracciato e tampone per escludere la rottura acque (cosa della quale io ero più certa delle ostetriche). Dal tracciato contrazioni periodiche, non dolorose e via a casa con l'augurio di fare buona Pasqua e Pasquetta. Tempo due ore ed ero di nuovo lì con contrazioni dolorosissime. Dritta in sala parto, mi cambio e vengo invitata a mettermi sul lettino. Non vi dico i lividi a seguito di prelievo e ago cannula - e a me è facilissimo prendere le vene. Da lì in poi vengo lasciata praticamente sola per tutto il travaglio, con porta aperta a mostrare le mie nudità a chiunque passasse. Con me, in altre sale parto, altre donne alle loro prime esperienze. Eh sì, la donna che e' al suo secondo figlio è già esperta e può tranquillamente fare il parto da sola. E invece no, i dolori sono gli stessi, le paure identiche e il senso di sconforto, in periodo Covid-19, per la solitudine nel dover affrontare tutto da sola, idem. Nessuna comprensione, ostetriche scocciate perché non riuscivo a girarmi tra una contrazione e l'altra, credo mi abbiano fatto un clistere (non comunicatomi e dal risultato sgradevolissimo), incisione per facilitare l'uscita della bimba e siringa di ossitocina, senza preavviso, nella coscia, per espellere la placenta. L'indomani mattina mi alzo, avevo in braccio mia figlia nella stanza e sento fuoriuscire dalla vagina qualcosa di grosso: era un pezzo di placenta della grandezza di un pugno, lasciata lì, ma poi grazie al cielo venuta giù.
Cibo non pessimo, orribile! Il cibo al Niguarda è da ristorante stellato, a confronto. Sono stata dimessa dopo due giorni, non ho ricevuto una visita che sia stata solo una, di un dottore. La domanda era" signora come si sente?". Io rispondevo bene, nonostante tutto, ma cavolo avevo un sacco di punti e le emorroidi, si può limitare a chiedere questo alla paziente???
Lo scandalo assoluto alle dimissioni: anche lì nessuna visita. Io ho partorito col SSN, ma a leggere altre esperienze, non credo fosse lì il problema. Consiglio vivamente il Niguarda, mi sono trovata benissimo e tutte le mie amiche si sono trovate benissimo, anche al loro terzo figlio, e nessuna ha mai raccontato esperienze simili.

Grazie infinite al dott. Lenisa, è un grande professionista.
Dopo il suo intervento sono tornata a sorridere.

Esperienza presso il reparto ostetricia ginecologia. Bravi e competenti i medici. Infermiere con livello educativo pari a ZERO, arroganti, maleducate. Sollecitate da un'umile ma disponibile e seria operatrice addetta alle pulizie, giacchè interrotte dalla lunga ed inspiegabile pausa caffè quasi pranzo, si sono arrogate il diritto con MALEDUCAZIONE di "sbatterci" letteralmente fuori dal reparto adducendo al fatto che non fosse orario di visita, quando mia figlia dopo aver partorito ed accompagnata al reparto si è trovata in piedi fuori dalla camera ancora non pulita e preparata (camera a pagamento). Sono stata brava a non scendere al loro livello ma, Direzione Sanitaria intervenite per obbligare un corso di educazione e responsabilità. Grazie.

Mio marito è stato operato il giorno 1 settembre 2015 di prostata. Volevo ringraziare il dott. Nava ed il dottor Canclini e tutto il personale infermieristico per il lavoro fatto.

Sono stata operata a novembre 2014 di prolasso rettale dal dr. Leonardo Lenisa, medico di non troppe parole ma cortese e molto competente. Sono rimasta molto soddisfatta dal risultato dell'intervento, vista anche la situazione piuttosto pesante della mia patologia.
Grazie al dr. Lenisa, che consiglio caldamente.

Vista la mia vicinanza, utilizzo la Pio X soprattutto per gli esami del sangue come privato. Ogni volta è una via crucis, perché questa clinica penalizza i privati, trattandoli molto peggio dei pazienti ASL. Anche stamattina la solita storia. Chiuso lo sportello privato per ferie, debbo passare attraverso lo sportello unico, privato e ASL, ho dovuto effettuare una coda di oltre un'ora. Arrivato il mio turno, che era saltato. la infermiere aveva dimenticato una analisi, per cui ha dovuto estrarmi il sangue due volte in due punti diversi.
Ma questo non è tutto: effettuato il prelievo oggi, 29 di agosto, malgrado la mia insistente richiesta di urgenza, per cui avrei pagato anche un extra, la consegna delle analisi avverrà il 9 di settembre, cioè tra 12 giorni. Vi sembra un laboratorio affidabile?
Nemmeno in Africa. La prossima volta tornerò al mio Centro Diagnostico Italiano (ahimé, non proprio accanto casa come la Pio X) che, oltre alla gentilezza e professionalità e un costo inferiore, mi garantiscono la consegna entro tre giorni lavorativi.
Giancarlo Politi

Mi sottopongo oggi all'ennesima visita dermatologica della mia vita, nella speranza di risolvere un problema che mi affligge da anni quale una psoriasi diventata ormai acuta.
A seguito di diverse terapie effettuate, venendo a conoscenza della cura biologica mi reco presso la per me stimatissima struttura Humanitas.
Sono molto d'accordo sulla spiegazione datami, mi rendo conto che la cura biologica può essere molto pesante anche se risolutiva.
Ciò che non mi è piaciuta è stata la terapia prescritta da dottor Cugnasca, consistente in una cura cortisonica, nonostante abbia ribadito più volte di averla tentata in varie forme e avendo avuto solo riscontri devastanti, con un effetto rebound che oggi mi vede ricoperta più di quanto lo fossi prima dell'assunzione.
Mi è stato chiesto se l'avessi tentata però nell'anno corrente, perché l'averla fatta un anno o due anni prima non ha valenza (facendo un esempio che sinceramente non ho compreso riguardo all'influenza stagionale).
Mi congeda dicendo di fare la cura e di rifare la visita dopo un mese.
Se peggiorerò come già successo e sottolineato, chi si prende la responsabilità del mio stato di salute?
Sarebbe stato più umano persuadere eventualmente una paziente ritenuta non idonea alla cura spingendola ad accettare la propria patologia a questo punto. Ma magari quest'anno sarà più fortunato? Chissà.

Desidero ringraziare l'equipe di chirurgia generale e, in particolare, il dott. Massimo Amboldi per avermi permesso d'accedere alla struttura quando ancora altre non aprivano per l'emergenza Covid-19, e il dott. Leonardo Lenisa per l'alta professionalità.
Durante l'intervento di colecistectomia, l'èquipe chirurgica è dovuta passare dalla tecnica laparoscopica a quella tradizionale per affrontare una grave complicazione, non evidenziata dalla diagnostica per immagini. L'operazione è durata ben 2,5 ore invece dei 30-40 minuti normali, ed è perfettamente riuscita (duplice raffia di fistola colecisto-colica e fistola colecisto-duodenale con omentopessi).

Medicalmente ineccepibili e molto competenti, sia ginecologo che pediatri.
OSS, inservienti e infermieri pessimi, disattenti e scorbutici; totale mancanza di coordinamento reciproco e assistenza.
Ho partorito nel mezzo dell’emergenza covid-19 in regime privato. Il personale non ha mostrato alcun tipo di umanità nei confronti di una madre obbligata a stare sola per 3 giorni; non hanno fatto vedere il bambino al padre; un’infermiera in sala operatoria ha detto “ basta che il padre si leva dalle palle”- testuali parole. Poi quando ho chiesto come fare il bagnetto al bimbo, mi sono sentita dire “per quello ci sono i video”. Dovevo chiedere le cose 10 volte a persone diverse, sembrava un problema anche alzare le tapparelle, pur essendo io immobilizzata a letto.

Mia moglie ha subìto un intervento alla spalla per lesione del sovraspinoso. Ottima l'assistenza in sala operatoria da parte del dr. Ivaldo e dell'ottimo anestesista. Il lato negativo lo abbiamo riscontrato nel reparto di degenza, dove l'assistenza infermieristica ha lasciato molto a desiderare; in caso di bisogno dal suono del campanello alla presenza di un infermiere trascorrono dai 15 ai 35 minuti -e spesso la cosa non viene risolta. La pulizia lascia a desiderare e l'arredamento non è consono ad un ospedale: comodini in legno deteriorato sicuramente "ricchi" di batteri. Forse occorrerebbe una visita dei NAS.