Ginecologia Ospedale Avellino
Recensioni dei pazienti
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Ecografia prenotata
Dopo aver PRENOTATO una semplicissima ecografia e spiegato tutto alla gentilissima reception, ci presentiamo con un po' in anticipo all'appuntamento. Arriviamo alle 15.00, aspettiamo tutte le donne che dovevo fare i tracciati; e fin qui... pazienza. Si fanno le 17.35, finalmente esce un infermiere (o dottore?) -qui ho sbagliato io a non chiederglielo- che mi dice "ma lei chi é?", questo davanti ad altri pazienti e mi chiede cosa dovevo fare, quando mi era finito il ciclo e per finire se ne ero sicura! Per concludere che la mia ricetta non era corretta e che dovevo aspettare... Allora aspettiamo, aspettiamo.. poi lo vedo uscire, ma noi ancora aspettiamo.. aspettiamo.. Preferiamo a questo punto andare via. E dove lo trovo poi questo signore? A mangiare un cucciolone nel bar all'ultimo piano.
Laparoscopia fallita
Leggo gli altri commenti entusiasti e non voglio far cadere la fiducia nel reparto. Il prof. Ardovino tiene molto all'igiene ed al confort delle pazienti.
Gli altri commenti parlano con entusiasmo della competenza, professionalità e comprensione di altri componenti del team.
Non entro nei dettagli perchè sarebbe troppo lungo. Vengo operata dal prof. Ardovino in laparoscopia per sospetta sactosalpinge. Esito dell'intervento: nulla a carico dell'utero ed annessi. Metto una pietra sopra l'accaduto mandando maledizioni mentali ai ginecologi e medici radiologi che avevano rilevato una formazione di ca 9x3 cm., in parte vascolarizzata, che avevano imputato alla salpinge di sinistra. Un anno più tardi un esame eseguito per un altro motivo rileva la presenza di una formazione in corrispondenza del'utero. Mi reco nello studio privato del prof. Ardovino. Mi dice: "Queste sono ombre, io ho visto". Mi visita e dice che non c'è niente. Pochi giorni dopo un altro ginecologo ed un altro medico radiologo, che non informo dapprima dei precedenti, rilevano una formazione di ca 10x4 cm. in parte vascolarizzata che segue il decorso della salpinge di sinistra. Mi viene consigliata la laparoscopia. Dato che non sento nuovi fastidi rispetto ai problemi di stitichezza che oramai avevo da poco prima dell'intervento precedente, decido di soprassedere e tenere la formazione sotto controllo. Un anno più tardi comincio a sentire dei fastidi e delle tensioni in addome sulla sinistra e decido di controllare la situazione. La formazione da "salsiccia" è diventata quasi un palloncino. L'esito della laparoscopia precedente forse influenza i medici ginecologi e radiologi, che non sanno indicare con certezza un punto d'inizio della lesione che sposta l'ovaio sinistro verso l'alto, poggia sul colon e sulla vescica. Dopo essere stata spaventata ben bene (può degenerare, crescere e divenire inoperabile) accetto la proposta di intervento in laparotomia in altro ospedale. Risultato: sono operata in laparotomia longitudinale per un "banale" mioma uterino peduncolato sul davanti dell'utero. Dimensioni: cm. 12x8. Come è potuto sfuggire alla laparoscopia del prof. Ardovino, che si vanta di averne levati anche più grossi del mio? Se non poteva essere operato in quel momento, poteva almeno essere diagnosticato? In fondo mi avevano fatto firmare per laparoscopia diagnostica!
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