Medicina d'Urgenza Ospedale Brotzu Cagliari

 
3.3 (7)

Recensioni dei pazienti

7 recensioni

 
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3 stelle
 
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Voto medio 
 
3.3
 
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Voto medio 
 
5.0
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
5.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
5.0

Adorabili

Sono arrivata a Cagliari per due giorni con mi figlia e amici, il secondo giorno mi sono fatta male in un bar: il gradino alto e la pioggia mi hanno fatto cadere. Sono arrivati i soccorsi (già lì gentilissimi e attenti); in ospedale il personale è stato molto accogliente, la dottoressa Francesca Pitzus attenta e gentilissima, ma anche il personale di Ortopedia.
La Sardegna è meravigliosa di Suo, ma se poi nella vita inciampi in qualche problema e vai in ospedale e trovi persone così, il risultato e che a Milano non ci vuoi più andare.
Grazie!

Patologia trattata
Frattura piede.
Voto medio 
 
5.0
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
5.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
5.0

Grazie

Voglio ringraziarVi tutti... per le cure prestate al mio caro Padre: ha 93 anni, un fisico minutino... ma è un Grande, un Grandissimo uomo.. Ma siete stati Grandissimi anche voi per il trattamento che gli avete riservato, dalle cure di primo intervento, alla cordialità con cui l'avete accolto e nutrito... Lui ne è rimasto piacevolmente colpito ed io vi dico ancora Grazie. Grazie di vero cuore...

Patologia trattata
Scompenso cardiaco.
Voto medio 
 
4.0
Competenza 
 
4.0
Assistenza 
 
4.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
4.0

Ricovero

Personale competente, gentile e abbastanza disponibile.
La nonna è stata curata e rimessa in sesto dopo un brutto mese caratterizzato da debolezza ed alcuni episodi di stato confusionale (poi peggiorati) e sangue nelle feci. Dopo il ricovero è tornata sè stessa e noi non possiamo che esserne grati.

Patologia trattata
Stato confusionale.
Voto medio 
 
4.8
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
5.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
5.0

Ringraziamento

Grazie di cuore alla dottoressa Rosalba Pillai del reparto Medicina 2 - 8° piano. Grande umanità e professionalità nei confronti di mia sorella Tiziana, disabile ricoverata in gravi condizioni.
Grazie di cuore.

Patologia trattata
Diverse.
Voto medio 
 
1.5
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
1.0

Esperienza negativa

Mia madre, purtroppo terminale, è stata portata in questo reparto per una carenza di potassio.
Poco dopo il ricovero un medico "gentilissimo", appena abbiamo chiesto notizie, ci ha gentilmente detto che se qualcosa non ci andava bene potevamo portare nostra madre a casa.
Questo il minimo se confrontato al fatto che la terapia viene dimenticata, addirittura è stata dimenticata una dose di antibiotico, i pazienti vengono cambiati solo durante il giro agli orari fissi e per questo mia madre è rimasta sporca dalle 17.00 alle 23.15, nonostante le nostre numerose richieste.
Una preparatissima infermiera nello sciogliere una pastiglia nell'acqua ha lasciato una parte della pastiglia stessa sul comodino (quasi metà direi).
Una notte un'infermiera ha misurato la glicemia con esito molto elevato e, nonostante questo, non ha fatto nulla e non si è rivolta al medico e, alle nostre insistenze, ci ha fatto capire che il medico non poteva essere disturbato... Il medico in questione, alle 8.00 del mattino, non era ancora disponibile ma ancora nella camera a lui assegnata! A qualsiasi lamentela (c'era una lunga fila di parenti di vari pazienti) veniva detto a tutti in maniera scorbutica di lamentarci all'Urp, che molti anziani non sanno nemmeno di cosa si tratti..

Patologia trattata
Carenza di potassio in paziente affetto da glioblastoma (recidiva).
Voto medio 
 
1.3
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
2.0
Servizi 
 
1.0

Dispnea in paziente oncologico

Quando le complicanze della malattia oncologica di mio padre sono iniziate, lasciato a sè stesso dall'ospedale oncologico, il cui unico compito abbiamo scoperto essere la cura chemioterapica, siamo finiti in questo reparto, passando prima dal pronto soccorso. Sono stati 3 i ricoveri vincolati dalle dimissioni protette in 1 mese. La causa del primo ricovero è stata una febbre alta e intermittente, che non lasciava mio padre da ormai 2 settimane, e dall'ultima chemioterapia. Sottoposto a numerose analisi, non si è riuscito ad isolare il batterio nel sangue ed è stato sottoposto a cicli di antibiotici a largo spettro. Dopo qualche giorno dalle dimissioni, la febbre è tornata, nuovo ricovero di 10 giorni circa. Mio padre è entrato in questo reparto sulle sue gambe e ne è uscito che non si reggeva in piedi, in uno stato di cachessia neoplastica avanzata che non è stata diagnosticata, anzi, nel referto delle dimissioni è stato scritto 'buone condizioni generali'. Su forte insistenza nostra siamo riusciti a fargli togliere il cvc, sospettato di poter essere causa della febbre, tolto per esclusione. Nel frattempo nuovo ciclo di antibiotici, probabilmente sovradosati dal momento che ci sono state delle correzioni in corso d'opera, alla fine del ricovero. Mio padre ha smesso di mangiare e non è stato alimentato per via parenterale o in altro modo, ha perso 10 kg. Nonostante abbiamo fatto presente questo problema, ci hanno risposto che aveva l'idratazione ed andava bene così. Per una settimana non è riuscito ad andare in bagno, e, visitato, per i medici non c'era nessun problema, fatto salvo che si stava intasando pericolosamente. Rientrato a casa la febbre è scomparsa, ma la situazione generale era peggiorata tantissimo, all'oncologico ci hanno detto di contattare l'ADI, attivata dopo 10 giorni, e mio padre non veniva più visto da un mese nè da un oncologo, nè da terapia antalgica, dove era tutto pieno di pazienti o tutto vuoto di medici a causa di un congresso che ha svuotato interamente il reparto per 3 giorni. Dopo 3 idratazioni effettuate dall'ADI, mio padre ha iniziato ad avere difficoltà respiratorie, e siamo stati costretti a ricoverarlo nuovamente, chiamando il 118, senza saltare la trafila del pronto soccorso (almeno otto ore), nonostante gli spettasse in quanto in dimissioni protette, siamo finiti nuovamente in medicina 2. Ho fatto molta resistenza a questo nuovo ricovero perchè ormai nè mio padre, nè nessuno di noi della famiglia, aveva più fiducia nei medici di questo reparto. Ma ci hanno obbligati. Papà è morto dopo 2 giorni, in condizioni poco dignitose. Innanzitutto è stato messo in una stanza con altre 4 persone, lui era il quinto, tutte con tosse (mio padre aveva versamento pleurico e infezione ai polmoni), non avevano un cuscino da dargli, ho dovuto chiedere io in un altro reparto. Anzichè considerare la sua situazione e aiutarlo a morire senza soffrire inutilmente, gli è stato fatto altro antibiotico e nutrimento parenterale. La notte della sua agonia c'era la dottoressa Pillai che, quando è entrata in stanza per visitarlo, ha detto "i malati terminali tutti quì li portano?", davanti a mio padre che, rimasto lucido fino all'ultimo minuto della sua vita, ha sentito perfettamente... non credo che quello che ha sentito gli abbia fatto piacere. Da quel momento è stato sempre peggio, gli è venuto il rantolo, e gli è stata somministrata la morfina in dosaggio minimo, 10 e poi 20, ma lui continuava a chiederci antidolorifici, nonostante sia trascorsa tutta la notte la dottoressa non si è più avvicinata (neanche su nostra richiesta) a vedere se il farmaco andasse bene o fosse insufficiente. Mio padre continuava a chiedere aiuto, ed è stato praticamente ignorato, non lo hanno nemmeno cambiato nonostante si fosse sporcato. E' stato lasciato lì a morire in una stanza con altre persone che dormivano, senza assistenza. Solo la mattina, con comodo, mentre letteralmente esalava gli ultimi respiri, sono venuti a cambiarlo: ho mandato via le infermiere, perchè morisse senza estranei. La dottoressa si è avvicinata solo allora a constatare il decesso, a noi familiari non ha fatto nemmeno le condoglianze. Mio padre aveva diritto ad un trattamento professionale ben diverso e umano, lo stipendio di queste persone arriva dalle tasse che anche lui ha pagato tutta la vita, lavorando onestamente. Tutto ciò verrà segnalato in tempi brevi a chi di competenza.

Patologia trattata
Dispnea in paziente oncologico.
Voto medio 
 
1.3
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
2.0
Servizi 
 
1.0

Esperienza da dimenticare

Era il 2002 e, a causa di forti coliche biliari, piuttosto che essere stata inserita nel reparto di gastrologia, dal pronto soccorso mi avevano mandato in questo reparto: ricordo che, sebbene l'ecografia che avevo fatto da un privato fosse altamente precisa, non era stata presa in considerazione. Mi avevano trattenuto nel reparto in preda a lancinanti coliche dove una notte, un'infermiera molto "preparata", si rifiutava di chiamare nella notte la dottoressa di turno!!! Fui costretta a minacciare di ricorrere alle forze dell'ordine se non mi avesse dato un calmante in flebo piuttosto che un misero Plasil! In condizioni di epatite mi facevano fare una dieta anche a base di pasta al forno! Non conclusero niente, tanto che mi dovettero trasferire in un altro ospedale per essere operata! Esperienza da rimuovere completamente, dove solo il Signore mi salvò dal peggio!

Patologia trattata
Calcoli biliari e ittero.
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