Oncologia Vito Fazzi

 
3.9 (35)

Recensioni dei pazienti

10 recensioni con 3 stelle

35 recensioni

 
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1 stella
 
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2.5
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4.0
Assistenza 
 
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Servizi 
 
1.0

Esperienza pessima

Nessuno dei medici con cui ho avuto a che fare si è rapportato umanamente col paziente oncologico e la sua famiglia. Da medico anche io, non discuto la conoscenza professionale, non essendo il mio settore, ma è l'umanità che è totalmente assente. Oltre che la disorganizzazione e l'assenza di comunicazioni inerenti all'iter clinico. Mi chiedo davvero come ci si possa comportare in questo modo.

Patologia trattata
Eteroplasia pancreas.
Voto medio 
 
2.5
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
2.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
2.0

Esperienza negativa

Dopo una odissea passata in chirurgia toracica a Lecce, dove hanno scoperto il tumore di mio padre dopo ben 4 mesi, ne abbiamo iniziata un'altra in oncologia. Il dottore Romano ci ha fatto iniziare una chemio senza mandarci da un chirurgo toracico e senza dirci che si poteva operare (lui ci ha detto inoperabile). Finiti i 4 cicli di chemio, dalla TAC risulta progressione, quindi andiamo allo IEO di Milano e, sorpresa, ci dicono che si poteva operare. Adesso, dopo tutti i controlli fatti a Milano, sembra che le cose siano peggiorate. Tra l'altro, mentre qui per avere l'esito della TAC abbiamo aspettato 16 giorni, a Milano te li danno in giornata. Se potete andate a Milano, qui da Quarta Colosso vengono ogni mese chirurghi IEO, affidatevi a loro.

Patologia trattata
Carcinoma squamoso polmone.
Voto medio 
 
2.5
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
2.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
3.0

Esperienza negativa

Qualche settimana fa mi sono sposata, all'altare mi ha accompagnata mio padre in perfetta salute nonostante il suo problema polmonare. Il personale di questo reparto, 6 mesi fa ha fatto crollare tutti i miei sogni dicendomi che per mio padre, 58enne, non ci fosse più nulla da fare e che gli sarebbero rimasti pochi mesi di vita. Papà è stato ricoverato presso il reparto una settimana a causa di febbre antibiotico resistente dovuta ad un batterio, che è stato scoperto dai dottori solo dopo 7 giorni, quando ormai i polmoni erano pieni di liquido che stava schiacciando anche il cuore. Era ormai gonfissimo e irriconoscibile, non gli permettevano di alzarsi dal letto e continuavano a ripetermi che non ci fosse niente da fare e che per le suo condizioni non poteva nemmeno iniziare la cura oncologica. Ho deciso di trasferirlo d'urgenza a Milano, dove sono riusciti a curarlo in pochissimo tempo (hanno eseguito dei drenaggi ai polmoni). Il giorno dopo il suo trasferimento era già sgonfio e seduto alla sedia! Arrivato a Milano, mio padre aveva solo qualche ora altra di vita secondo lo staff di Lecce: in primis l'oncologo che lo aveva in cura A PAGAMENTO, che non si è degnato nemmeno di passare dal reparto a vedere come stesse papà. In seguito non ho ricevuto nessuna telefonata dove mi venissero chieste notizie sul mio papà. Se in caso ve lo steste chiedendo (ma ho molti dubbi a riguardo) papà ora sta bene, sta ricevendo le sue cure oncologiche e qualche settimana fa mi ha guidata verso l'altare, e questo di certo non grazie a voi.

Un riconoscimento va comunque a tutto il personale infermieristico del reparto, avete dato uno spiraglio di luce al mio papà, vi siamo grati per il vostro lavoro! A te che hai dato l'in bocca al lupo a papà, appena salito sull'ambulanza per il trasferimento a Milano, grazie di cuore!

Patologia trattata
Pleurite.
Voto medio 
 
3.0
Competenza 
 
3.0
Assistenza 
 
2.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
2.0

Una difficile esperienza terapeutica

A conclusione di una drammatica esperienza vissuta accanto a mio marito, affetto da tumore cerebrale, segnalo alcune criticità riscontrate nel percorso terapeutico presso l'Oncologia di Lecce. Non entro nel merito delle degenze, non avendo mio marito mai avuto ricoveri, ma nel merito delle visite di controllo periodiche, affidate ad oncologi sempre differenti e con indicazioni terapeutiche spesso discordanti, con conseguente disorientamento del paziente e dei familiari. La discontinuità nelle visite costringe oltretutto il paziente a ripercorrere la storia della sua patologia ad ogni appuntamento, con disagio emotivo e inutile dilatazione dei tempi di visita.
Impossibile poi la comunicazione telefonica con infermieri o oncologi in caso di necessità. Solo un'oncologa ha cortesemente fornito un suo recapito telefonico.
Spero che si prenda atto di quanto sopra, migliorando l'organizzazione e soprattutto agevolando un percorso che già mette a dura prova il paziente oncologico.

Patologia trattata
Tumore cerebrale.
Voto medio 
 
2.5
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
1.0

Assistenza

Le visite di controllo sono un disastro. Non potete mettere un qualsiasi oncologo, dopo anni che ti segue un medico specifico! I pazienti si trovano con medici (anche se bravi) sconosciuti , il percorso di fiducia con il proprio oncologo è tutt’uno con la cura.

Patologia trattata
Cancro all’utero.
Voto medio 
 
2.8
Competenza 
 
3.0
Assistenza 
 
2.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
3.0

Poca assistenza

Mio padre effettua un primo ciclo di chemioterapia. Ottimo il personale infermieristico del D-H, ma a varie telefonate per informazioni e chiarimenti, nessuna risposta. Solo una di sera, in cui mi veniva detto che alle 19.00 non ci sono medici disponibili per chiarimenti sugli effetti collaterali.

Patologia trattata
Tumore vescica e sospetta linfoadenopatia toracica.
Voto medio 
 
2.5
Competenza 
 
3.0
Assistenza 
 
2.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
1.0

Sorella di paziente

Se purtroppo vi troverete come me nella stessa maledetta situazione di dover affrontare il vostro peggiore nemico chiamato "Tumore", sappiate che per assurdo gli attori non sono tali, la scenografia futurista non vi proietterà nel futuro, i profumi annebbieranno costantemente i vostri sensi. Vi troverete tra il confine della maledetta realtà e la surreale "Fantamediscienza".
Marzo 2017 - Polo Oncologico di Lecce: mio fratello di 52 anni purtroppo è malato di tumore al polmone al quarto stadio. Io, tornata dall'estero, entrai per la prima volta in questo edificio piccolo e per alcuni versi rassicurante. Si aprirono le porte e mi invase un profumo che mi annebbiò (anche per il calvario che si passa in quei momenti) la mente. Guardando intorno notai subito una grande sala con sedili di pelle rossa, un arredamento moderno, per alcuni versi futurista, dove le persone con grande dignità affrontano il loro nemico aspettano il turno per la chemioterapia. Tutti sapevamo che la situazione di mio fratello era alquanto grave, ma ci avevano comunque detto che, essendo un uomo forte e ancora giovane, ce la poteva fare. Finiti i cicli di chemio lunghi e devastanti, ci viene detto che entro dieci giorni lo avrebbero chiamato per il ricovero, anche perché da lì a poco non avrebbe potuto più camminare (causa crollo vertebrale), ma che comunque ciò si sarebbe potuto risolvere con una operazione (vertebroplastica). Il tempo, che è determinante per chi si trova in quelle situazioni, passa e passano anche i dieci giorni fra sofferenze indescrivibili e attese inutili, ma determinanti. Allora decidiamo di ricoverare mio fratello attraverso il pronto soccorso, anche perché la situazione stava precipitando. Otto ore di attesa di calvario con dolori allucinanti e allucinazioni, incredulità, senso di impotenza, sgomento. Ci ripetevano che da lì a poco si sarebbe liberato un posto. Andiamo direttamente in ospedale dove troviamo una dottoressa (unica in quel momento) con un flebo attaccata al braccio. Dopo un attimo di incredulità, le spieghiamo la nostra disperata situazione, e lei ci risponde che il suo turno era terminato e che la situazione di mio fratello sì era grave, ma non disperata e non soffriva di leucemia. Si fa davvero fatica in quei momenti a rimanere lucidi e calmi. Facciamo comunque sapere alla dottoressa che non ci saremmo mossi da lì e allora finalmente ricoverano mio fratello.
Purtroppo la situazione precipita, a mio fratello vengono fatte le cure da protocollo (per chi si ammala di tumore, c'è un protocollo per tutti). Io mi chiedo: ma può valere un protocollo per tutti?
Poi a fatica ogni giorno riuscivamo ad avere qualche informazione se si vedeva un miglioramento, che non veniva quasi mai considerato. Dottoresse che ti rispondevano che se volevamo un miracolo avevamo sbagliato cappella.. Abbiamo insomma trovato carenza di umanità, solidarietà, compassione, amore, gentilezza, che sarebbero invece la cura migliore di ogni protocollo per ogni malattia del mondo. Mio fratello purtroppo, dopo tanta, tanta sofferenza, non c'è più, spero sia in un mondo migliore dove l'unico protocollo da seguire sia sia L’AMORE.

A mio fratello Franco.

Patologia trattata
Adenocarcinoma Polmonare.
Voto medio 
 
2.5
Competenza 
 
2.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
3.0

Delusa

Reparto vergognoso.. andrebbe migliorato sotto tantissimi aspetti. Ma la cosa che più lascia a desiderare è l'assistenza al paziente, praticamente inesistente.

Patologia trattata
Microcitoma polmonare.
Voto medio 
 
3.0
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
2.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
2.0

una brutta storia

vi sto, purtroppo, raccontando non una storia a lieto fine, e questo non per colpa del reparto di oncologia di lecce (sapevamo gia al ritorno dallo IEO che a mio padre sarebbe rimasto poco da vivere). Ci siamo rivolti al dott. Lo Russo perche ci era stato consigliato a Milano, un professionista preparato niente da dire, tanto che abbiamo pensato avesse fatto un mezzo miracolo con la sua terapia, quelle poche settimane di vita si sono trsformati in quindici mesi di speranze e di lotta, abbiamo combattuto e fin qui poco c'interessava della sensibilità dei medici e del personale, perchè ci sentivamo forti ed abbiamo pensato che con la forza di volontà avremmo superato tutto. Invece, come purtroppo molti sapranno, questa malattia ci ha giocato un brutto scherzo, ci ha illusi che tutto sarebbe passato e poi ci ha dato una mazzata in testa, che non abbiamo neanche avuto il tempo di renderci conto di cosa stesse succedendo, che mio padre non c'era più. E' proprio in questo momento che ci siamo trovati davanti delle persone fredde e senza cuore, purtroppo già rassegnati alla morte dei loro pazienti.
Mai un sorriso di solidarietà, in quei corridoi freddi, al passaggio degli infermieri.
I dottori che ti sbattono in faccia la spietata verità senza rendersi conto che il paziente in fin di vita è un padre, un marito, un nonno; che parlano al telefono organizzando party davanti a noi, quando in quel momento ci era appena crollato il mondo addosso.
Con questo voglio dire che non basta la preparazione, ma che soprattutto ci vuole il cuore per alcune professioni come l'Oncologo, visto che per la maggior parte delle volte hanno a che fare con casi disperati. Per non parlare delle infermiere che in quel reparto si sentono più in alto del primario, e che si portano sul lavoro i loro problemi, e sbuffano e sbuffano.
spero che quasto messaggio arrivi a destinazione.
e spero soprattutto che mai nessuno debba avere bisogno di voi.

Patologia trattata
Microcitoma polmonare con metastasi.
Voto medio 
 
2.8
Competenza 
 
3.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
3.0

parere

Privatamente mi è stata diagnosticata dal prof. Lorusso una neoplasia, seguita poi purtroppo a saltelli con vari ricoveri e penose peregrinazioni, telefoni sbattuti in faccia e mancate risposte telefoniche...
Cari medici (se ne salvano davvero pochi al secondo piano dell'oncologico), acquisiamo prima un pò di umanità, che non è fatta di sola apparenza e commenti velenosi all'interno dello staff.
Ricordo con gioia il sorriso del personale paramedico, che è l'unica dolce nota di un'esperienza che mi ha avvicinata all'inferno. A buon intenditore poche parole. Spero un giorno qualcuno capirà, solo vivendolo, il mio stesso peregrinare, la mia stessa paura, il mio stesso vacillare. AUGURI.

Patologia trattata
neoplasia.
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