Ospedale Misericordia di Grosseto

 
4.2 (73)

Recensioni dei pazienti

6 recensioni con 3 stelle

73 recensioni

 
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Voto medio 
 
4.2
 
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Voto medio 
 
2.5
Competenza 
 
2.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
2.0

Taglio cesareo d’urgenza

Ho partorito all’ospedale di Grosseto nel giugno 2023. Premesso che abito molto lontano dall’ospedale, e che era la mia prima gravidanza. Mi reco in reparto per dolori da contrazioni regolari. Mi viene fatto monitoraggio con annesse battute che minimizzavano la mia sofferenza. Finché non arrivi a 4 cm, di dilatazione non ti ricoverano, per cui sono stata rispedita a casa ben 2 volte a distanza di 12 ore, nonostante il mio stato ansioso ed il fatto che vivessi lontano e nonostante avergli fatto notare che mi sarei sentita più tranquilla a rimanere in ospedale. Alle 5.00 del giorno dopo vengo finalmente ricoverata per rottura delle membrane e la dilatazione era arrivata a 4 cm. Mi fanno il tampone molecolare Covid, ma il risultato dal laboratorio non arriva, così ci hanno fatto stare in sala d’attesa fino alle ore 09:00 (non possono dare una stanza finché non hanno il risultato del tampone). Io, in preda a forti dolori del travaglio, accampata sulle sedie della sala di attesa insieme a mio marito, con tutto il via vai di gente. Ci danno una normalissima stanza di degenza, tripla con bagno fuori, mi fanno fare una doccia e ci abbandonano lì per ore, nessuno che viene a vedere come sto, ad aiutarmi a gestire il dolore o a visitarmi, fino a che verso le 15:00 chiedo l’epidurale per disperazione. Mi dicono di aspettare “perché sto andando bene”, ma su quale base se nemmeno mi avevano visitata in quelle 10 ore?!? Dopo una mezz’ora insisto di nuovo, non ce la facevo proprio più, forte anche del sostegno a distanza del mio ginecologo, che mi ribadisce che l'epidurale è un mio diritto. A queste parole magicamente mi portano dalla ginecologa di turno per farmi visitare, ero solo a 6 cm. dopo tutte quelle ore. Mi dicono però che devo aspettare ancora, perché l’anestesista è uno solo ed era in procinto di entrare a fare un cesareo. Io sconfortata al massimo, vengo a quel punto portata in sala Travaglio, dove c’è una vasca inutilizzabile (non si sa bene perché). Nell’attesa mi fanno fare il gas. Verso le 17:30 mi fanno finalmente l’epidurale con una dose iniziale abbastanza bassa, che però mi dà un grande sollievo. La ginecologa di turno decide di rompermi il sacco del tutto (avevo avuto una rottura alta), ma non ci riesce in nessun modo. Dopo circa 2 ore vedo il personale che inizia ad allarmarsi (ero ovviamente sotto monitoraggio continuo): la bambina era andata in sofferenza per cui taglio cesareo d’urgenza, con mio grandissimo dispiacere per come erano andate le cose. Non so se le cose sarebbero potute andare diversamente e finire con un bel parto naturale, ma quello che posso dire è che mi è rimasto un grande amaro in bocca, riguardo alla totale mancanza di empatia da parte del personale, che mi ignoravano o sminuivano ciò che io provavo, facendomi sentire tremendamente incompresa. Poi consiglierei di rimettere in funzione la vasca e in più attivare il monitoraggio wireless, in modo da poter camminare anche quando si è sotto monitoraggio (ho saputo che questo dovrebbe essere stato attivato nel mese di luglio). Un’altra cosa: se vi trovate davanti una persona estremamente ansiosa e che viene da lontano, ricoveratela anche se non è ancora a 4 cm, è segno di umanità e comprensione, specie se come me si è avuto prodromi e fase latente dolorosa e prolungata.
Insomma c’è molto da lavorare, ma credo che con un pizzico in più, magari qualche cesareo d’urgenza si può evitare o comunque se proprio cesareo deve essere, l’esperienza risulterebbe nel complesso più positiva, anziché traumatica. Un plauso va unicamente al dott. Antonios Kenanidis, che mi ha seguito per tutta la gravidanza, a distanza durante il parto, che è stato inaspettato a 39+1, e mi è stato vicino nel post parto.

Patologia trattata
Parto a termine.
Voto medio 
 
2.8
Competenza 
 
2.0
Assistenza 
 
2.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
3.0

Pronto Soccorso

Recatomi al pronto soccorso per un trauma distorsivo al ginocchio destro, sono stato rimandato a casa dalla dottoressa Evelina Judy Martini senza neanche le stampelle.
Questi sono i risultati della RM:
Evidenti alterazioni edematose ossee per lesioni da impatto in regione femoro tibiale con edema prevalente in sede intraspongiosa.
Lesione distrattiva di grado pressoché completo del crociato anteriore al tratto prossimale con versamento periferico.
Deteso il crociato posteriore.
Ispessiti i collaterali, per fenomeni distrattivi del mediale.
Distesa la borsa dei tendini gastrocnemio e semimembranoso.
Lesione del corno posteriore del menisco mediale con irregolarità capsulare.
Rotula in sede con segni di condropatia, modesti.

Patologia trattata
Distorsione ginocchio.
Voto medio 
 
3.0
Competenza 
 
4.0
Assistenza 
 
3.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
2.0

Opinione sul P.S.

Siccome mi ritengo una persona abbastanza corretta, sento la necessità di aggiungere quanto segue alla recensione da me fatta il giorno 03.01.15. La notte del 5 gennaio ho avuto un'altra fibrillazione atriale, di nuovo al P.S. con una grande angoscia nel cuore gia' malandato. Devo dire che con mia grande meraviglia ho trovato un ambiente completamente diverso, cure ed attenzioni, certo nei limiti del possibile, perche' hanno una grossa mole di lavoro.Questa cosa mi ha lasciato un po'perplessa, dopo aver riflettuto molto ,ho dedotto che ci sono dei gruppi di lavoro che funzionano con professionalita' e umanita', altri molto meno. Il paziente ricoverato al P.S. ha bisogno di sentirsi seguito anche con una parola di conforto, non abbandonato per ore in un box. Un suggerimento che posso dare e' quello di valutare meglio questi gruppi di lavoro onde evitare questa differenza di servizio. Capisco che e' difficile ma se necessario si potrebbe chiedere anche una valutazione del paziente dimesso.

Patologia trattata
Fibrillazione atriale.
Punti di forza
Gruppi di lavoro funzionanti.
Punti deboli
Gruppi di lavoro non funzionanti.
Voto medio 
 
3.3
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
2.0

Suggerimenti al pronto Soccorso

Ho avuto la sfortuna di dovermi recare al P.S. il giorno 1 gennaio 2015 alle ore 11.00 a causa di una fibrillazione aritmica in paziente portatore di valvola mitralica meccanica. Sento la necessità, senza scendere nei particolari della mia permanenza al P.S., che e durata circa 30 ore, di denunciare un comportamento poco professionale e disinteressato di alcuni infermieri ed anche medici. Pertanto io ho passato due giorni infernali non a causa del mio problema, che poi finalmente è stato risolto, ma per il trattamento ricevuto. Per concludere vorrei proporre un suggerimento: sarebbe utile dare ai pazienti la possibilità di esprimere una valutazione individuale sulla professionalità del personale sia infermieristico che medico. Potrebbero essere predisposti dei moduli da compilare da parte del paziente per dare a voi la possibilità di migliorare il servizio e aiutare al meglio gli ammalati.

Patologia trattata
Fibrillazione aritmica in soggetto portatore di valvola mitralica meccanica.
Voto medio 
 
2.5
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
2.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
2.0

Pronto soccorso alcuni bravi altri no

Voglio render noto quanto accaduto a mia moglie Anna Capitoni, invalida civile per ipovedenza e depressione, nel corso dei giorni che vanno dal 25 Aprile al 1 Maggio - accadimenti relativi all'accesso al Pronto Soccorso.
Intanto esprimo gratitudine a tutti quegli infermieri e medici che con dedizione si prodigano per alleviare le sofferenze di chi giunge in tale contesto. Tuttavia quello che è accaduto getta delle ombre sul servizio a causa del comportamento di pochi a danno di tutti gli altri.
Nel corso del periodo indicato, mia moglie ha dovuto accedere alle prestazioni di P.S. in varie occasioni, a causa di insufficienza respiratoria che in un soggetto già provato dalle invalidità su accennate, evidentemente e' risultato ancora più debilitante.
Ma vengo all'accaduto. La mattina del 1 maggio e' stato fatto alle 3.00 di mattina il terzo accesso consecutivo, sempre a seguito della insufficienza respiratoria di cui sopra. Dopo il primo soccorso e le indagini relative, finalmente e' stato trovato l'antibiotico necessario a debellare l'infezione, senza che lo stesso abbia comportato come conseguenza la comparsa di sparsi bronchiali. A fine mattinata, dopo la prima somministrazione, mia moglie e' stata trasferita all'OBI per successive terapie. Tutto bene fino a quando, a cambio turno, alle 14.00 e' arrivato il nuovo medico, che si è limitato nell'intero pomeriggio a comunicare l'esito degli esami dell'emocromo fatti la mattina in PS.
Va bene così. Verso le diciannove ci comunicava che mia moglie sarebbe stata dimessa, visto che già aveva fatto 2 somministrazioni così da continuare poi a domicilio le successive per 5 giorni. Ci consegnava poco dopo tutta la documentazione delle dimissioni, le ricette e le prescrizioni. Poco dopo ritornava sui propri passi dicendo che non andava bene perché si era resa conto che di somministrazioni ne era stata effettuata una sola. Decideva quindi alle 18.30 di procedere alla seconda somministrazione, in modo da dimettersi entro le 21.00 prima d cambio turno. Alle 20.10 era finita la somministrazione e, passata una mezz'ora, disponeva che potevamo andare a casa e che avrebbe mandato una infermiera a togliere aghi e flebo.
Alle 20.40, non avendo ancora visto nessuno, ci siamo permessi di sollecitare la dimissione ma la dottoressa era scomparsa. Nel frattempo si avvicinava l'ora del cambio turno e via via le infermiere venivano sostituite, ma del medico nessuna traccia. In realtà una infermiera alle 20.45 affermava che la dottoressa era a cambiarsi. Noi non la abbiamo più vista. Nè lei nè il medico che avrebbe dovuto sostituirla alle 21.00. Gli infermieri erano imbarazzati perché avevano davanti agli occhi l'appunto che diceva dopo la flebo di mettere la paziente, ma sul computer non esisteva la chiusura.
Chiedevamo comunque di uscire visto che avevamo le cartelle ecc., nessuna risposta da parte delle incolpevoli infermiere che, anzi, si prodigavano senza esito. Siamo dovuti uscire senza la chiusura della pratica intorno alle 22.00, distrutti e disperati.

Patologia trattata
Insufficienza respiratoria.
Voto medio 
 
2.8
Competenza 
 
3.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
3.0

Pronto soccorso

Domenica sera 15 dicembre 2013, a causa di un copioso sanguinamento gastrico, vengo dirottato dal P.S. di Castel del Piano, dove mi ero recato, a quello di Grosseto (codice arancione) dove le prime parole che mi vengono dette dagli operatori sanitari sono state "è un record per Castel del Piano averti trattenuto 24 minuti". Mi chiedono le mie condizioni e mi inoculano un medicinale per endovena con l'accortezza (il medico all'infermiere) di farmelo veloce per poi inocularmi il successivo. Il risultato è stato che, se non passava il medico alle 7.00 del mattino, a quell'ora e dopo ben 6 ore quasi nessuno mi aveva cambiato la flebo. Al cambio turno, dopo quasi due ore, mi viene detto che mi sottoporranno ad una visita gastroenterologica e, dopo un'ora, vengo portato al reparto per farmi, senza avermi avvisato, una colonscopia. Dopo aver cambiato per 4 volte stanza all'interno del P.S. (non ne capisco le motivazioni ma mi adeguo), mi viene detto che non avendo chiarezza delle cose sarò sottoposto ad una tac. Avuto il responso della tac, vengo informato che verrà richiesto consulto chirurgico. Alle ore 15.00, senza ancora che nessuno mi abbia detto cosa io potessi avere, vengo avvisato che verrò ricoverato in attesa della programmazione dell'intervento. Rifiuto e firmo per poter uscire, anche perchè dalle ore 01.00 alle ore 15.00 nessun operatore sanitario (medico o infermieristico) ha avuto la delicatezza e soprattutto l'umanità di chiedere come mi sentissi. Capisco le poche finanze al momento disponibili, ma il malato non è la causa di questa situazione e andrebbe trattato quantomeno con umanità.

Patologia trattata
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Patologia trattata
Rettoragia gastrica.
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