Ospedale Sant'Andrea Roma

 
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Recensioni dei pazienti

103 recensioni

 
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1.5
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
1.0

Pronto soccorso

Ho aspettato con mio marito in pronto soccorso per più di 5 ore senza che nessuno ci degnasse di uno sguardo. Allora siamo andati al pronto soccorso dell'ospedale Fatebenefratelli, dove abbiamo risolto in un'ora tutto!
Qui non abbiamo trovato buon senso, io parlerei di malasanità!

Patologia trattata
Probabile frattura rotulea da caduta da un albero.
Voto medio 
 
1.5
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
1.0

Pronto soccorso

Portato al pronto soccorso per frattura del femore sinistro, il paziente é rimasto su una barella rigida per l'intera giornata senza mangiare e senza bere. Assistenza vergognosa.
Sappiamo solo che è da operare, ma non si sa quando.

Patologia trattata
Frattura femore sx.
Voto medio 
 
2.0
Competenza 
 
3.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
1.0

Tumore al seno

Sono 3 settimane che aspetto la chiamata dall'ospedale per fare una biopsia al seno per nodulo sospetto; sono già stata operata all'altro seno per tumore.
Chiamo l'ospedale e nessuno risponde, in un settore dove ogni giorno è importante. Quando vai parli solo con gli specializzandi e alla fine arriva la dottoressa per mettere la firma...
All'inizio mi trovavo bene, erano i dottori strutturati a visitarti con uno specializzando/a vicino e così ti sentivi più sicura. Ora è solo un grande caos e i medici, quando riesci a vederne uno, sono freddi, distaccati, senza alcuna voglia di tranquillizzarti almeno un po', spiegarti tutto, rispondere alle tue paure...
Voglio vedere se mi chiamano per questa biopsia.
Sono profondamente delusa.

Patologia trattata
Tumore al seno.
Voto medio 
 
2.5
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
3.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
3.0

Visita chirurgica senologica

Ho fatto una visita chirurgica per un nodulo al seno con il dott. Maggi, anche se alla prenotazione al Cup avevo il dott. Amanti.
Il dott. Maggi è stato sbrigativo, non ha risposto alle mie poche domande e non mi ha spiegato niente, a parte gli esami che dovevo farmi prescrivere dal medico di base.
Avrei preferito due spiegazioni circa la mia patologia.
Andare in ospedale ed essere trattati solo come dei numeri è frustrante. Non dovrebbe essere niente di grave, ma due parole poteva sprecarle.

Patologia trattata
Nodulo al seno.
Voto medio 
 
2.0
Competenza 
 
3.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
1.0

Pessima degenza in neurochirurgia

Mio marito, a seguito di una caduta avvenuta almeno un mese prima, è stato operato in modo eccellente per ematoma dal Prof. ACQUI, veramente una persona umana e competente che mi ha delucidata su tutto - operazione, conseguenze, ecc. Ha operato la sera stessa del 17.06.2016, poiché mio marito aveva tutti i valori a posto.
Dopo pochi giorni mi avvertono che l'indomani lo avrebbero dimesso, quindi hanno tolto il catetere, poi sono tornati sui loro passi e rimesso il catetere mi hanno detto che era meglio fosse stato dimesso l'indomani. Il giorno successivo non lo hanno dimesso ed io mi rendo conto che mio marito non sta bene, poiché ha forti dolori al ventre e nella sacca del catetere c'era sangue. Nel frattempo venivo trattata in modo veramente assurdo da un'infermiera, poiché cercavo ogni tanto di andare nella stanza di mio marito per vedere come stava poiché nessuno si degnava di dargli un'occhiata. Finalmente, dopo mia insistenza, si sono resi conto di aver messo male il catetere e nei vari tentativi avevano creato grossi problemi alla vescica. E' stato chiamato l'urologo, che purtroppo e' stato costretto ad infilare il tubicino del catetere attraverso la pancia. Mi ha spiegato che entro 3 o 4 giorni sarebbe stato rimosso.
Intanto premevano per dimetterlo ed io attendevo la chiamata di Villa Betania, rivelatasi un fallimento totale, per la riabilitazione motoria.
Arriva il benestare di Villa Betania e mi dicono che l'11 luglio mio marito, munito di richiesta del medico di base, ambulatorialmente avrebbe fatto la Tac mentre, sempre con lo stesso sistema, il giorno 20 avrebbe avuto visita urologica. Il giorno 11.7.2016 a Villa Betania me lo vedo caricare su un'ambulanza per andare, a loro dire, ad effettuare una tac al S.Spirito, dove gli riscontrano una totale disidratazione con grave rischio sui reni, una broncopolmonite ed un blocco intestinale.
Ora è ancora ricoverato al S.Spirito, dove con perizia lo stanno rimettendo in sesto.

Patologia trattata
Ematoma cerebrale.
Voto medio 
 
2.8
Competenza 
 
4.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
3.0

Ricovero ed intervento per cancro del colon

Prima di tutto voglio ringraziare il dottor Giuseppe Nigri della Chirurgia generale D ad indirizzo epatobiliopancreatico per la sua grande professionalità, per la sua infinita disponibilità ed umanità. Ringrazio operatori di ogni qualifica che lavorano nel suo reparto.
Grazie anche al personale del reparto oncologia.
Vergognoso è invece il trattamento riservato ai malati oncologici dopo la dimissione, sono abbandonati a sè stessi. Impossibile un contatto telefonico, persone in attesa di visite e chemioterapia ammassate come bestiame..

Patologia trattata
Cancro del colon con metastasi al fegato e peritoneo.
Punti di forza
medici disponibili, reparto di chirurgia D preparato e gentile.
Punti deboli
abbandono totale dopo la dimissione, impossibile contattare il reparto oncologia.
Voto medio 
 
3.5
Competenza 
 
4.0
Assistenza 
 
3.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
4.0

Non male ma...

Ho avuto mio padre ricoverato per tumore cerebrale nel 2005, i medici del reparto di neurochirurgia sono stati eccezionali, professionali, disponibili a ogni nostra richiesta di chiarimento e, soprattutto, hanno affrontato un intervento chirurgico che aveva un margine di successo del 5% in modo eccezionale. Un ringraziamento speciale al dott. Aqui.
Successivamente, fino al 2007, è stato in cura presso il reparto di Ematologia, dove ciclicamente effettuava chemioterapia. Diciamo che non sempre ci siamo trovati bene... e purtroppo ci son stati anche episodi in cui la dignità del malato non è stata proprio minimamente considerata.
Spero nel frattempo siano migliorate le cose.

Patologia trattata
.
Patologia trattata
Linfoma cerebrale non hodgkin.
Punti di forza
professionalità di alcuni medici.
Punti deboli
mancanza di sensibilità di alcuni operatori sanitari.
Voto medio 
 
2.0
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
3.0

cardiologia

mio padre è stato ricoverato in cardiologia, ha dovuto fare una coronarografia che è un esame molto invasivo che consente di visualizzare direttamente le arterie coronarie che distribuiscono sangue al muscolo cardiaco. A fine intervento è d'obbligo il riposo ASSOLUTO a letto... loro gli avevano detto per 48 ore addirittura di neanche alzarsi per andare in bagno, infatti gli portavano il pappagallo. Il giorno dopo, per errore, l'hanno portato a fare l'elettrocardiografia sotto sforzo!!! si sono scusati dicendo che era stato un errore!! Fotia Rita

Patologia trattata
coronarografia
Punti di forza
bella stuttura
Punti deboli
tutto il resto
Voto medio 
 
2.0
Competenza 
 
2.0
Assistenza 
 
2.0
Pulizia 
 
2.0
Servizi 
 
2.0

Pronto Soccorso

Lunedì mio padre ha accusato sintomi che facevano presumere anche ad un profano un "sospetto" infarto. Dopo aver ricevuto un elettrocardiogramma in ambulanza, dove probabilmente il macchinario non era ben funzionante, viene portato al PS in codice verde!! Assurdo. Dopo sei ore di attesa ancora non veniva visitato. Tra l'altro era di turno una dottoressa antipatica e poco professionale. L'ho portato via e ricoverato al reparto di Cardiologia dell'ospedale di Tivoli, dove è arrivato in codice rosso. Vergognoso.

Patologia trattata
Dolore al petto e alle braccia fino alla schiena.
Voto medio 
 
1.8
Competenza 
 
4.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
1.0
Servizi 
 
1.0

Esperienza da dimenticare

Dopo una settimana di pronto soccorso, ho firmato per le dimissioni di mio padre, malgrado il parere contrario dei medici. Sono stata costretta a questa scelta quando ho visto in quali condizioni era ridotto. Mio padre era stato ricoverato per una sepsi molto grave, non entro nel merito delle cure prestate, ma alle dimissioni versava in condizioni gravissime. Veniva alimentato per flebo, in una settimana nessuno ha messo una goccia d'acqua sulle sua labbra. Sulla sua lingua una patina spessa un centimetro. Aveva una gravissima anemia, e una altrettanto grave intossicazione epatica da farmaco. Mio padre non era in grado di comunicare con noi, in sette giorni lo avevamo sentito solo una volta grazie all'intervento di un vicino di letto e gridava, implorando di portarlo via. La comunicazione con i medici era impossibile, sono arrivata a dover far intervenire la polizia per avere notizie di mio padre. Le poche volte che sono riuscita a parlare con qualcuno non facevano che ripetere che mio padre era demente. Mio padre era semplicemente sordo, e non aveva gli apparecchi acustici. A casa, con le cure a l'affetto che solo una famiglia può offrire, con l'aiuto di validi medici e infermieri, con un dispendio economico e di energie immane, lo abbiamo rimesso in piedi. Ci sono voluti mesi.
Poi, debilitato come era, la terza dose di vaccino Covid lo ha portato via, ma questa è un'altra storia legata a una malasanità che non ha cura e attenzione verso gli anziani. E' passato più di un anno dal ricovero al Sant'Andrea, e sono passati 7 mesi dal decesso di mio padre. Adesso sento che è giusto raccontare ciò che ho attraversato.

Patologia trattata
Sepsi.
Voto medio 
 
2.0
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
5.0
Pulizia 
 
1.0
Servizi 
 
1.0

Pronto soccorso

Il 5 luglio 2020 accompagno mia madre al pronto soccorso, mandata dalla dottoressa di famiglia perché, controllando le analisi, aveva trovato emoglobina a 8, quando il minimo normale per le donne è 12; ci ha detto di andare al Pronto Soccorso perché era al limite della trasfusione.
Arrivate lì, facciamo il triage con un infermiere molto gentile, che poi accompagna mia madre dentro la sala di pronto soccorso, dove l'avrebbe visitata una dottoressa che molto probabilmente avrebbe deciso di farle la trasfusione.
Dopo un po' invece arriva la dottoressa Amadoro, che dice a mia madre testuali parole: ed io cosa vuole che le faccia? questo è un pronto soccorso, non un posto per fare le analisi più velocemente. Se vuole rimanere qui io inizio la pratica (perché ovviamente i pazienti sono pratiche), ma sia consapevole che resterà su una barella per 6-7 giorni.
Mia madre, donna di 76 anni con pregressa patologia tumorale, operazione al femore e problemi polmonari, è stata così dimessa dal pronto soccorso.
Io e mio padre la portiamo allora al Santo Spirito, dove le viene fatta una visita accurata e una flebo di ferro, le vengono ripetute le analisi con urgenza e poi viene spedita immediatamente a fare una trasfusione di sangue. E' stata dimessa alle 3.00 di notte dopo una giornata di controlli continui e di analisi continue per assicurarsi che l'emoglobina fosse aumentata e le hanno dato gli appuntamenti per ulteriori controlli da fare al Day Hospital, perché si deve assolutamente capire da dove viene questo problema.
Come vedete non tutti gli ospedali sono uguali, ma soprattutto non tutti i dottori al Sant'Andrea.

Patologia trattata
Emoglobina a 8.
Voto medio 
 
1.0
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
1.0
Servizi 
 
1.0

ACCETTAZIONE: che bella parola (e niente più!)

Premessa: è da leggere l'opinione dell'utente Gelsomina, che al medesimo reparto (ACCETTAZIONE) di questo nosocomio, il 15/05/2019 rifila, oltre a un giustissimo reclamo, anche un voto complessivo di 1,8.
Bene, a distanza di neppure un anno, confermo in pieno quanto scritto dalla signora, lo sottoscrivo, e se non dò 0 è perché purtroppo si parte per forza da 1. Ma neppure di quello è degno il reparto accettazione (la stessa parola è poco calzante, andrebbe meglio "Rifiuto e repulsione").

Il 28 febbraio alle ore 15.00, a seguito di accordi telefonici con una UOC, mi reco, accompagnata da mio marito, presso il nosocomio per visita specialistica e effettuazione, a seguire, di prelievo.
Il medico, alle ore 15.30, che mi ha visitato e prescritto tale test, nel consegnarmi la prescrizione mi dice di andare subito al piano -1 presso la sala prelievi per effettuare subito il prelievo.
Lì giunta, sorpresa! Un'addetta della sala prelievi mi informa che non salto un bel niente: c'è bisogno di apporre alla ricetta medica una "marchetta" o "targhetta" o "pecetta" o va a sapere quale fantasiosa applicazione di invenzione del sedicente nosocomio. Per apporla occorre prendere un "numeretto" (sempre secondo l'immaginifica terminologia del nosocomio (presumo si riferisca all'eliminacode) presso il totem di erogazione automatizzato, e poi passare agli sportelli.
Presso la colonnina erogatrice, mentre con mio marito ci accingiamo a individuare la scelta corretta, una signora seduta su una panca a lato, che sta terminando di consumare un presumibile spuntino pomeridiano, ci chiede cosa dobbiamo fare. Resici conto (con un certo stupore: passi che un utente affranto si ristori coram populo con panino e bibita, ma un impiegato!) che si tratta di un'addetta interna per via del cartellino appeso al collo, con nome non visibile, le mostriamo la prescrizione. L'addetta (?) mi fa presente che dobbiamo recarci al piano 0, e non al -1. A mia volta obietto che il medico mi ha a limpidamente indicato l'accettazione del -1. Con veemente insistenza, la signora si fa consegnare la prescrizione, dicendo che chiederà allo sportello. Dopo un po' torna, ribadendo che devo proprio andare agli sportelli ubicati al piano 0. Pertanto, data tanta sicumera, facciamo le scale, andiamo al piano 0, prendiamo il (secondo della giornata) "numeretto" dalla colonnina erogatrice lì collocata, aspettiamo il turno, veniamo chiamati allo sportello 1. Lì, un'altra impiegata con cartellino al collo e nome invisibile (forse è una moda, presso il sedicente nosocomio, che gli amministrativi rigirino il tesserino di riconoscimento) ci dice che dobbiamo tornare al piano -1, loro non sono competenti. Alle mie decise rimostranze, dopo un paio di telefonate in tono concitato (presumo con i suoi colleghi dell'accettazione (?) al -1, la signora suggerisce di andare a parlare presso il loro ultimo sportello. Ci andiamo, attendiamo il turno, e lì ben due impiegati, un uomo e una donna (sempre con cartellino rovesciato ecc ecc), dopo il rituale paio di telefonate concitate ai colleghi dell'accettazione (?) del piano -1, confermano che al -1 ci dobbiamo per forza tornare; ma, bontà loro, ai fini di una pronta soluzione dell'errore fanno un'ulteriore telefonata ad altra collega, dicendole "Ma che, forZe stai 'mpicciata?" (testuale), e poi mi informano che allo sportello 12 del -1 l'impiegata è stata già avvertita della questione. Rifacciamo per l'ennesima volta le scale, che a questo punto sembrano trasformarsi in gironi danteschi; e siamo per l'ennesima volta davanti all'ennesimo sportello. Appena liberatasi la postazione, ci avviciniamo e porgiamo la prescrizione all'addetta, comunicandole che sono la sventurata utente rimpallata, senza alcuna (mia) colpa, dal -1 allo 0, dallo 0 al -1, passando per ben 4 sportelli, a cui si riferiva la collega del piano 0 con la quale l'addetta (?) allo sportello 12 ha appena parlato. Tale addetta (?), con fare rude ed arrogante, mi catechizza sull'obbligo di prendere l'ennesimo "numeretto" (cosa che peraltro i suoi colleghi del piano 0 si erano ben guardati dal dirci) perché lei non può farci niente di fronte ai disservizi dei colleghi, con i quali peraltro aveva appena conferito per telefono proprio di me, e che sembravano così certi di aver risolto il problema da tutti loro arrecatomi!
Esasperata per questo modo di comportarsi con gli utenti, peraltro nella fattispecie gravemente disabili, dunque con titolo a ben altro trattamento, chiedo a voce molto forte e molto chiara di parlare con un responsabile del settore. A questo punto, come nelle commedie greche, o napoletane, si avvicina l'addetta consumatrice di spuntini, che aveva dato avvio alla faccenda, indirizzandoci erroneamente all'accettazione (?) del piano 0: tale addetta ammette che c'era stato uno sbaglio, e che in effetti lo sportello giusto era quello 12. Fa comunque presente che nel frattempo i biglietti di prenotazione si sono esauriti, e quindi devo aspettare il soddisfacimento (?) di tutta le persone già in fila (non meno di cinque o sei). Intanto sono ormai le ore 17,00 e mi viene riferito che non vengono più effettuati prelievi. Perciò non posso far altro che desistere.
In tutto questo, il responsabile del reparto accettazione (?) non si è visto nemmeno in cartolina; in compenso, una torma di altri utenti hanno cominciato a sbranarsi fra di loro per responsabilità, mancanze e disguidi commesse sempre dal sedicente nosocomio ("Tocca a me! Mi hanno sbagliato i codici!"; "No, tocca a me, aspetto da 8 ore!"; "No, tocca a me, mi stanno rimbalzando come una pallina da tennis" - sapesse noi, signora mia, pensavo io), invece che far fronte comune e unirsi per un giustificatissimo esposto contro il sedicente nosocomio.
Ciliegina sulla torta: l'intervento di un addetto alla sicurezza che, attirato dalle urla, cerca di mettere ordine con umanità nella confusione generale, telefonando per esempio lui stesso per far rettificare il codice sbagliato ad un altro utente; quanto a me, il vigilante chiede bonariamente ma invano di applicare sulla mia ricetta la famosa marchetta/targhetta/pecetta o che so io all'addetta (?) dello sportello 12 (altro personaggio quasi teatrale, la maschera della Scortesia Arrogante del Potere Spicciolo sull'Utenza la quale, per inciso e guarda un po', le assicura il pane con la sua stessa esistenza).
In soldoni: rimpallo da un'accettazione (?) all'altra; una caterva di "numeretti" nessuno dei quali utile (quando mi sarebbe servito davvero, erano esauriti); nessun prelievo; una giornata persa; rabbia e frustrazione immense: tutto dovuto a errori del sedicente nosocomio, scaricati totalmente sulle mie spalle.
La beffa ancora prima del danno, insomma.
Io del S.Andrea non voglio sentire parlare mai più, ma certo non dimentico. Spero che i responsabili, anzi i colpevoli, perché qui si è a contatto col dolore, la sofferenza e la paura di una classe particolare di utenti, e la mancanza assoluta di empatia, oltre che di professionalità, è una colpa - dicevo, spero che i colpevoli e responsabili trovino una meritatissima sanzione.
Ah, dimenticavo: all'ospedale Israelitico ci sono file dedicate per i disabili, con chiara segnalazione e istruzioni: il sedicente nosocomio forse potrebbe prendere esempio perlomeno da questo?

Patologia trattata
Nessuna.
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1.8
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4.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
1.0
Servizi 
 
1.0

Intervento toracico

Mia madre, dopo una delicata operazione, è riuscita a contrarre 5 batteri (4 germi sentinella), di cui l'ultimo mortale. Anche a fronte di una degenza, non solo disorganizzata, ma pessima. Chi controlla i filtri dell'aria? Le finestre nei corridoi sono sigillate. Negli ospedali vedi cose che non puoi dimostrare. Medici che raffreddati entrano in rianimazione senza mascherina; infermieri (in rianimazione) che prendono il tè invece di servire la cena; specializzandi che mi hanno sbattuto la porta in faccia quando mia madre stava male; la candida sulla lingua curata il giorno prima che mia madre morisse (l'avevo fatto presente 5 giorni prima). Per loro tutto normale.

Patologia trattata
Ernia diaframmatica.
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